Archivi tag: Dio

Nulla è da aggiungere all’opera di Cristo

Culto di Martedì 25 Dicembre 2018 – Nulla è da aggiungere all’opera di Cristo

LA PAROLA

Ebrei 10: 1-18
1 La legge, infatti, possiede solo un’ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si avvicinano a Dio. 2 Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, se coloro che rendono il culto, una volta purificati, avessero sentito la loro coscienza sgravata dai peccati? 3 Invece in quei sacrifici viene rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; 4 perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati. 5 Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta ma mi hai preparato un corpo; 6 non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. 7 Allora ho detto: “Ecco, vengo” (nel rotolo del libro è scritto di me) “per fare, o Dio, la tua volontà”». 8 Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato» (che sono offerti secondo la legge), 9 aggiunge poi: «Ecco, vengo per fare la tua volontà». Così, egli abolisce il primo per stabilire il secondo. 10 In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre. 11 Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i peccati, 12 Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, 13 e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi. 14 Infatti con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. 15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto: 16 «Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni», dice il Signore, «metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge: 17 «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità». 18 Ora, dove c’è perdono di queste cose, non c’è più bisogno di offerta per il peccato.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Sotto la legge tutti i riti e i sacrifici fatti non potevano dare alcuna certezza di vita eterna.
Essi non potevano infatti cancellare il peccato e soprattutto non potevano rendere perfetti e senza macchia i sacerdoti che li offrivano per conto del popolo, loro stessi dovevano sacrificare degli olocausti per i propri peccati.

Ognuno di noi ha una coscienza ed essa può diventare buona solo ed esclusivamente per l’opera di Cristo. Non c’è neppure un’azione che noi possiamo compiere per Dio o per il prossimo che possa soddisfare Dio rendendoci perfetti ai Suoi occhi.
Il nostro sguardo non deve mai spostarsi dal sacrificio di Cristo e non dobbiamo mai cullarci sulle opere buone che potremmo compiere in questa vita convinti di MERITARCI il favore di Dio.

Cristo entra nel mondo delle opere, dei sacrifici, delle offerte, degli olocausti proprio per far comprendere all’uomo che tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento non aveva soddisfatto il cuore di Dio. Gesù viene mandato nel mondo proprio per donare vita eterna (Giovanni 3:16).

Nonostante Gesù fosse perfetto l’unica azione che poté compiere per donare salvezza all’intera umanità fu quella di offrire se stesso deponendo la propria stessa vita.
Dio aveva preparato un corpo e Gesù prese una decisione (“ho detto”), quella di fare la volontà del Padre al fine di soddisfarLo per l’eternità.
Gesù abolisce quindi il vecchio patto transitorio, la legge, per rinnovarne uno nuovo ed eterno attraverso il Suo corpo, la grazia.
Siamo infatti giustificati mediante l’offerta del Suo corpo fatta una volta e per sempre.

Da cristiani siamo chiamati a ricordare che è il sacrificio di Gesù a renderci graditi al padre e che non dobbiamo, ma soprattutto non possiamo, aggiungerci nulla di nostro.
Le opere che compiamo non devono essere fatte per arrivare alla perfezione o per meritarci il perdono di Dio ma per il semplice desiderio di ubbidire a Dio proprio per ciò che Gesù ha fatto per noi.Quando pecchiamo o sbagliamo dobbiamo ricordarci dell’opera di Cristo e non cercare (invano) il perdono con opere personali.

Ubbidire al Padre non è stato di certo facile nemmeno per Gesù, ha dovuto soffrire ma ha accettato la volontà di Dio.
Ha dovuto rinunciare a se stesso e lo stesso siamo chiamati a fare anche noi oggi giorno.
Le nostre rinunce devono essere frutto dell’amore che nutriamo per Dio. Non sarà per nulla facile, saremo attaccati nel continuo ma con la preghiera potremo uscirne più che vincitori.

La santificazione è un passaggio fondamentale per i figli di Dio (Ebrei 12:14) ed essa non matura mediante le opere che compiamo ma mediante ciò a cui rinunciamo per donarci di più a Dio.
Ci stiamo santificando quando stiamo rinunciando a noi stessi, alla nostra vecchia natura, alle nostre passioni carnali, ai nostri desideri mondani e a tutto ciò che ci toglie del tempo utile da dedicare a Dio.
Sicuramente non sarà un’operazione facile, non sempre avremo le forze necessarie per poter rinunciare ma … abbiamo Gesù dalla nostra parte!

Per cui coraggio! Ancora oggi possiamo gioire perché siamo perfetti davanti a Dio solo ed esclusivamente per la fede nel sacrificio di Cristo Gesù e non per ciò che abbiamo fatto o faremo da qui in avanti.

Dio ci benedica!

Versetti da leggere:
Apocalisse 2: 1-7 (la chiesa di Efeso nonostante le buone opere aveva staccato lo sguardo da Cristo, dal “primo amore”)
Luca 18:18-25 (il giovane ricco decise di NON rinunciare alle proprie ricchezze in cambio della vita eterna, non si santificò)

Culto di Domenica 23 Dicembre 2018 – L’amore che porta avanti

2Corinzi 5:11-21
Consapevoli dunque del timore che si deve avere del Signore, cerchiamo di convincere gli uomini; e Dio ci conosce a fondo, e spero che nelle vostre coscienze anche voi ci conosciate. 12 Non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo l’occasione di essere fieri di noi, affinché abbiate di che rispondere a quelli che si vantano di ciò che è apparenza e non di ciò che è nel cuore. 13 Perché se siamo fuor di senno, è per Dio, e se siamo di buon senno, è per voi; 14 infatti l’amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono; 15 e ch’egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. 16 Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così. 17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. 18 E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. 19 Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. 20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. 21 Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.

Culto di Martedì 18 Dicembre 2018 – La benedizione di Dio è nella trasformazione dell’uomo.

Genesi 32: 24-3224 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino all’apparire dell’alba; 25 quando quest’uomo vide che non poteva vincerlo, gli toccò la giuntura dell’anca, e la giuntura dell’anca di Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 26 E l’uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l’alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!» 27 L’altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». 28 Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». 29 Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» 30 E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata». 31 Il sole si levò quando egli ebbe passato Peniel; e Giacobbe zoppicava dall’anca. 32 Per questo, fino al giorno d’oggi, gli Israeliti non mangiano il nervo della coscia che passa per la giuntura dell’anca, perché quell’uomo aveva toccato la giuntura dell’anca di Giacobbe, al punto del nervo della coscia.

Culto di Domenica 16 Dicembre 2018 – La salvezza

1Corinzi 1:22-23
22 I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, 23 ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia;

1Corinzi 2:2
2 poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.