Culto di Domenica 08 Luglio 2018 – Il ricco … povero illuso!
LA PAROLA
Luca 18: 18-30
Il giovane ricco
18 Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 19 Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. 20 Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». 21 Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». 22 Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24 Gesù, vedendolo così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! 25 Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». 26 Quelli che udirono dissero: «Chi dunque può essere salvato?» 27 Egli rispose: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio».
28 Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29 Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, 30 il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell’età futura la vita eterna».
IL CULTO
IL MESSAGGIO
Chi è l’illuso?
E’ colui che si nutre di speranze infondate, di pensieri e immaginazioni che non avranno un adempimento nella vita reale.
Il giovane ricco era appunto un illuso, dalle sue ricchezze e dal suo modo di essere.
I suoi principali atteggiamenti si dimostrarono nel fatto che:
– Vuole togliere valore all’opera di Cristo Gesù per guadagnarsi con le proprie opere la vita eterna.
– Pensava di essere giusto davanti agli occhi di Dio
– Pensò di poter fare a meno di Gesù, gli voltò le spalle e se ne andò
Viviamo in un mondo sempre più “virtuale” e ricco di illusioni, sempre più l’uomo tende a perdere il controllo tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
Questo rischia di riflettersi anche all’interno della Chiesa, credenti che restano perenni sognatori su ciò che è spirituale senza riuscire mai a toccare con mano la pienezza del Signore.
La nostra fede non è virtuale, è vera, sicura e certa e come Chiesa siamo chiamati a vivere la realtà di Cristo, Dio non è un’illusione ma è reale e va conosciuto in tutta la Sua pienezza.
Se Dio ha messo nel nostro cuore un desiderio dobbiamo farlo crescere fino a vederlo concretizzato in Cristo Gesù, se una promessa è stata scritta nella Parola è per essere sperimentata nella realtà.
Come possiamo realizzarle? seguendo le giuste istruzioni:
– “Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto.” – Luca 11: 9
– “Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.” – Matteo 6:6
Gesù stesso, nonostante fosse il Figlio di Dio, per ricevere il favore del Padre si appartava spesso nel segreto e nella notte per pregare, tanto più è indispensabile che lo facciamo anche noi.
Cominciamo a vivere la nostra quotidianità cominciando a pensare come penserebbe Gesù se fossi li con noi.
Occorre porre molta attenzione a non pensar mai di poterci meritare le benedizioni di Dio per le opere che compiamo, in tal caso staremmo di per certo vivendo un’illusione.
Noi non saremo MAI in grado di meritare qualcosa davanti agli occhi di Dio, tutto ciò che otteniamo e realizziamo è solo per grazia e per l’opera di Cristo sulla croce.
Vuol dire che non siamo chiamati a svolgere opere? assolutamente no! Le dobbiamo svolgere perché fanno parte della strada stretta che abbiamo deciso di intraprendere per arrivare al cielo e perché ci consentono di esercitare la nostra fede.
“Cosa mi manca per arrivare alla promessa?” … solo la fede in Cristo Gesù!
Le promesse infatti per ciascuno di noi e nessuno si deve sentire escluso.
Probabilmente se stiamo chiedendo senza ricevere è perché stiamo dando poco valore al sacrificio di Gesù.
Spesso Dio viene accusato di essere lontano dall’uomo a tal punto da non voler rispondere più alle preghiere, la realtà è ben diversa.
Non è Dio che non risponde più ma è l’uomo (e la Chiesa) che si sono distaccati da Dio.
Si chiede sempre meno perdono per i propri peccati, ci si sente troppo giusti, si prega frettolosamente, si avverte meno la necessità di restare in comunione con Gesù.
Ricordiamoci che benedizione e rinuncia viaggiano sullo stesso binario, se sono Cristiano sono anche chiamato a santificarmi e quindi a rinunciare.
Del resto nulla può competere con la gioia che Gesù ci può dare quando rifiutiamo ciò che non è buono ai Suoi occhi.
Se vogliamo proseguire il cammino senza pesi sulle spalle dobbiamo scrollarceli via di dosso altrimenti ci affanneremo senza spesso muoverci nemmeno di un centimetro.
Vale la pena rinunciare alle ricchezze celesti per affaccendarsi nel benessere terreno?
Non accusiamo Dio e soprattutto “non minacciamolo” di allontanarci da Lui se ancora non ha risposto a una nostra richiesta, il giovane ricco voltò le spalle a Gesù ed Egli … non lo chiamo indietro.
Se ci allontaniamo dalla grazia di Dio rischieremo di passare tutta l’eternità “nel pianto e nello stridor di denti”.
Se stiamo con Dio non siamo noi a fargli un favore, ma è Lui che ci fa a noi un dono eterno.
Quindi … coraggio!
Ancora oggi Dio ci dà una buona notizia, il cielo è aperto e tutto è a nostra disposizione.
Stendiamo la nostra mano con fede per non vivere più di illusioni ma di concretezza, di realtà, la realtà di Cristo.
Dio ci benedica!