Culto di Martedì 24 Ottobre 2017 – L’importanza della fede
Ebrei 11: 1-7
1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
2 Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.
3 Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora.
5 Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio. 6 Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.
7 Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un’arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede.
Culto di Domenica 22 Ottobre 2017 – “La gioia di Dio”
LA PAROLA
Giovanni 17: 11-19
11 Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. 12 Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta. 13 Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia. 14 Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Santificali nella verità: la tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo. 19 Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità.
IL CULTO
IL MESSAGGIO
La gioia è uno dei frutti dello Spirito (Galati 5: 22), essa contraddistingue un cristiano nato di nuovo e soprattutto è ben visibile al mondo che ci circonda. Umanamente la gioia è un sentimento che spesso segue un evento piacevole, ma spiritualmente parlando non è questa la gioia di cui Dio si compiace.
Nei versetti meditati, quando Gesù parla della gioia, si riferisce a qualcosa di compiuto/completo, una condizione che va al di là degli eventi, ma che nel continuo è alimentata dall’appartenenza a Dio.
Gesù non è mai stato triste nonostante abbia affrontato il pianto, le avversità dal mondo, gli errati comportamenti di chi gli era più vicino e non per ultimo la morte di croce; la Sua gioia era completa e proveniva dal Padre, viveva per Lui soltanto e da Lui traeva forza.
Allo stesso modo, se anche noi vivremo per il nostro Signore, potremo gustare una gioia completa non condizionata dagli eventi; essa ci consentirà di affrontare a viso alto le prove, i dolori e l’astio del mondo.
Gesù si è donato sulla croce protendendosi e vivendo la completa gioia, che noi oggi possiamo afferrare per fede. Aver accettato Cristo come personale Salvatore presuppone vivere in una gioia completa, ma non sempre è così in quanto la gioia spesso arriva DOPO la prova, DOPO la liberazione, DOPO la benedizione. In realtà, se anche Dio non dovesse intervenire o dovesse tardare nel risponderci, la gioia dovrebbe essere comunque viva e presente perché, a prescindere dalla condizione in cui ci troviamo, Gesù vive in noi.
Non pratichiamo una gioia occasionale a intermittenza, ma rallegriamoci nel Signore perché Egli è il nostro tutto (Gioele 2:23).
Capita spesso di vedere credenti tristi, che soccombono SOTTO il peso delle afflizioni quando in realtà dovrebbero camminare SOPRA le prove sospinti dalla gioia di Dio.
Gesù ci ha avvisato di non far dipendere la nostra allegrezza dagli eventi e dalle vittorie che Egli ci darà, ma solo ed esclusivamente dal fatto che siamo salvati per grazia e che i nostri nomi sono scritti nei cieli (Luca 10:20).
La gioia di Dio ci sosterrà anche nei momenti più difficili, Cristo ci fornirà nuove energie spirituali, mentali e fisiche per poterne uscire gloriosamente vincitori (Neemia 8:10).
I nemici ci saranno sempre, Gesù era “Amore” eppure venne barbaramente maltrattato e affisso alla croce, quanto più noi saremo “presi di mira” con il rischio di far maturare in noi cattivi sentimenti. Con l’allegrezza di Dio, però, potremo superare ogni circostanza.
Probabilmente incontreremo Goliat più forti di noi, deponiamo a quel punto le nostre forze affidandoci completamente al Signore ed Egli interverrà. Nelle prove non lasciamoci AFFLIGGERE, ma rallegriamoci (Giacomo 1:2) e Dio ci sosterrà.
Oggi guardiamoci dentro e chiediamoci cosa ci fa gioire…l’opera di Dio o Dio stesso?
Satana cercherà nel continuo di attaccare la nostra GIOIA, ma noi non preoccupiamocene e fissiamo lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta, e vedremo grandi opere realizzarsi nella nostra vita.
In Luca 22:23 Gesù ci invita a rallegrarci quando saremo odiati dal mondo, perché vuol dire che saremo sulla giusta strada, staremo vivendo la vera gioia di Dio senza scendere a compromessi con il mondo stesso. Può sembrare un controsenso dover essere felici se qualcuno ci odia, ma consideriamo il premio finale, il cielo, e la gioia non tarderà a crescere nel nostro cuore.
Il messaggio di Dio è chiaro, non attendiamo gli eventi per essere contenti, ma restiamo vicini a Gesù ogni giorno e avremo di che gioire, Egli sarà sempre nel nostro cuore e ci accompagnerà a nuove vittorie passo dopo passo.
Dio ci ha donato TUTTO e non abbiamo scuse per abbatterci, ma solo un buon motivo per vivere nella gioia del nostro Signore.
Viviamo Gesù per ciò che Egli è e non solo per ciò che Egli ci dona e la nostra gioia sarà davvero COMPIUTA.
Numeri 13: 17-33
17 Mosè dunque li mandò a esplorare il paese di Canaan, e disse loro: «Andate su di qua per il mezzogiorno; poi salirete sui monti 18 e vedrete che paese è, che popolo lo abita, se è forte o debole, se è poco o molto numeroso; 19 come è il paese che abita, se è buono o cattivo, e come sono le città dove abita, se sono degli accampamenti o dei luoghi fortificati; 20 e come è il terreno, se è grasso o magro, se vi sono alberi o no. Abbiate coraggio e portate dei frutti del paese». Era il tempo in cui cominciava a maturare l’uva.
21 Quelli dunque salirono a esplorare il paese dal deserto di Sin fino a Reob, sulla via di Amat. 22 Salirono per il mezzogiorno e andarono fino a Ebron, dove erano Aiman, Sesai e Talmai, figli di Anac. Ebron era stata costruita sette anni prima di Soan in Egitto. 23 Giunsero fino alla valle d’Escol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga, e presero anche delle melagrane e dei fichi. 24 Quel luogo fu chiamato valle d’Escol a causa del grappolo d’uva che i figli d’Israele vi tagliarono.
25 Dopo quaranta giorni tornarono dall’esplorazione del paese 26 e andarono a trovare Mosè e Aaronne e tutta la comunità dei figli d’Israele nel deserto di Paran, a Cades: riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese.
27 Fecero il loro racconto, e dissero: «Noi arrivammo nel paese dove tu ci mandasti, ed è davvero un paese dove scorre il latte e il miele, ed ecco alcuni suoi frutti. 28 Però, il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime, e vi abbiamo anche visto dei figli di Anac. 29 Gli Amalechiti abitano la parte meridionale del paese; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorei, la regione montuosa; e i Cananei abitano presso il mare e lungo il Giordano».
30 Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo». 31 Ma gli uomini che vi erano andati con lui, dissero: «Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo, perché è più forte di noi». 32 E screditarono presso i figli d’Israele il paese che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura; 33 e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro».
Culto di Domenica 15 Ottobre 2017 – “Il Signore sta scuotendo il tuo cuore …”
LA PAROLA
Ebrei 12: 18-29
18 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all’oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, 19 né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l’udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; 20 perché non potevano sopportare quest’ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata». 21 Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo». 22 Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, 23 all’assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24 a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione che parla meglio del sangue d’Abele.
25 Badate di non rifiutarvi d’ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; 26 la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo». 27 Or questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse. 28 Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! 29 Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.
IL CULTO
IL MESSAGGIO
La Parola di Dio è ancora oggi viva e lavora la nostra vita scuotendola al fine di rimuovere ciò che non è buono per lasciar spazio a ciò che invece deve sussistere, essendo in accordo con la volontà di Dio; essa ci tocca nel profondo, spesso ci mette in crisi e ci costringe ad esaminare la nostra vita spirituale per poter togliere tutte quelle macerie che non solo non sono più utili, ma che “soffocano” ciò che invece deve necessariamente sussistere.
Dio scuote, ma la decisione di far pulizia all’interno del nostro cuore è strettamente personale, fermiamoci a considerare il modo con cui ci accostiamo al Signore e cerchiamo di comprendere quanto la Sua parola ci sta trasformando; certo, spesso non è così facile fare ordine in sé stessi, solitamente ha un costo ed è necessario coraggio.
Gesù, attraverso il Suo sacrificio sulla croce, ha scosso l’antico patto creandone uno tutto nuovo! Per i religiosi dell’epoca non fu di certo facile accettare il passaggio dalla legge di Mosè alla grazie di Cristo in cui tutti i rituali e i sacrifici propiziatori erano di fatto aboliti.
Dio, però, in più di un’occasione confermò Gesù, indicandoLo come il proprio Figlio diletto nel quale Egli si era compiaciuto (vedere Matteo 17:5 e Luca 3: 22), le fondamenta di quel tempo furono potentemente scosse!
Egli è il sacrificio potente e perfetto e il suo sangue dal cielo ancora oggi grida PERDONO e AMORE, a differenza del sangue di Abele che invece gridava vendetta (Genesi 4: 10)!
Dio è ancora oggi Colui che salva l’anima nostra, è li che ci aspetta ed è sempre paziente, ma richiede ubbidienza e vuole che rimuoviamo le macerie all’interno del nostro cuore, siamo la Sua Chiesa e vogliamo seguirLo! Non è mai troppo tardi per cambiare, non appelliamoci a frasi del tipo “io sono cosi, non posso farci nulla” perché stiamo mentendo a noi stessi e a Dio, Colui che trasforma i cuori in ogni tempo.
La Parola di Dio porta pace, essa è un fuoco consumante che scuote ciò che ci impedisce di vedere la gloria di Dio e solo togliendo ciò che è caduto potremo offrire a Dio un culto a Lui gradito.
Gesù ci avvicina a Dio (Efesini 2: 13), spezza le catene che ci tengono legati ed è un soccorso nella tempesta in cui siamo schiacciati sotto il peso delle zavorre.
Offriamo a Dio una vera adorazione, frutto di un cuore rinnovato e purificato; la lode Gli è dovuta in quanto è la Sua parte che dobbiamo offrire con riverenza e giusto timore ricordandoci che il culto non deve piacere a noi, ma a Dio e dobbiamo stare attenti a non cadere nell’errata concezione del culto come attrazione per gli uomini.
Rinnoviamo in noi il desiderio di consacrazione alla Parola, perché Essa parla nel continuo alla nostra vita e guai se non fosse cosi … per cui se ci scuote ringraziamoLo perché di per certo sta ponendo per noi delle ottime fondamenta su cui continuare a costruire mattone dopo mattone la nostra vita sprirituale.
Quando lo Spirito Santo mette alla luce ciò che in noi deve sparire non possiamo più far finta di nulla, siamo chiamati ad agire; il popolo di Israele in più di un’occasione di fronte agli scossoni che Dio mandava ai re che li governavano fecero finta di non ascoltare e inventarono scuse per non costruire il tempio, non creiamo ostacoli su ciò che Dio ha già fatto crollare, bensì impegniamoci alla rimozione.
Deve resistere ciò che non è crollato sotto l’limpulso della Parola di Dio, esso dovrà sussistere per sempre; teniamo gli occhi ben aperti perché il nemico delle anime nostre ci farà credere che Dio ha scosso anche cose buone all’interno del nostro cuore….stiamo attenti a non cadere nella menzogna.
Che la Parola di Dio possa ancora lavorarci dall’interno e possa farci crescere spiritualmente.
Dio ci benedica!
“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (Matteo 24: 35)
Culto di Martedì 10 Ottobre 2017 – Dobbiamo parlare solo con Gesù
Isaia 37: 1-7
Preghiera di Ezechia. Profezia d’Isaia. Liberazione di Gerusalemme
1 Quando il re Ezechia ebbe udito questo, si stracciò le vesti, si coprì di un sacco, ed entrò nella casa del SIGNORE. 2 Mandò Eliachim, sovrintendente del palazzo, Sebna, il segretario, e i più anziani sacerdoti, coperti di sacchi, dal profeta Isaia, figlio di Amots. 3 Essi gli dissero: «Così parla Ezechia: Oggi è giorno d’angoscia, di castigo e di disonore; poiché i figli stanno per uscire dal seno materno, però manca la forza per partorirli. 4 Forse il SIGNORE, il tuo Dio, ha udito le parole di Rabsachè, che il re di Assiria, suo signore, ha mandato per insultare il Dio vivente; e forse il SIGNORE, il tuo Dio, punirà le parole che ha udite. Rivolgigli dunque una preghiera in favore del resto del popolo che rimane ancora».
5 I servi del re Ezechia andarono dunque da Isaia. 6 E Isaia disse loro: «Così direte al vostro signore: “Così dice il SIGNORE: Non temere le parole che hai udite, con le quali i servi del re d’Assiria mi hanno insultato. 7 Ecco, io metterò in lui uno spirito tale che, all’udire una certa notizia, egli tornerà nel suo paese; e io lo farò morire di spada nel suo paese”».
Culto di Domenica 08 Ottobre 2017 – “Solo Gesù può risolvere il tuo problema”
LA PAROLA
Marco 6: 45-52
Gesù cammina sul mare
45 Subito dopo Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, verso Betsaida, mentre egli avrebbe congedato la folla. 46 Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare.
47 Fattosi sera, la barca era in mezzo al mare ed egli era solo a terra. 48 Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte, andò incontro a loro, camminando sul mare; e voleva oltrepassarli, 49 ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono che fosse un fantasma e gridarono; 50 perché tutti lo videro e ne furono sconvolti. Ma subito egli parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» 51 Salì sulla barca con loro e il vento si calmò; ed essi più che mai rimasero sgomenti, 52 perché non avevano capito il fatto dei pani, anzi il loro cuore era indurito.
IL CULTO
IL MESSAGGIO
La natura sa essere sorprendentemente forte e, per quanto l’uomo si affatichi, spesso è lei ad avere la meglio. Gesù è l’unico a poter sgridare i venti per riportare la quiete, del resto la natura stessa è completamente sottoposta a Dio e questo ci viene confermato più di una volta all’interno della Parola; Giosuè con una preghiera fece fermare il sole per quasi un giorno intero (Giosuè 10: 12-14) ed ancora Ezechia chiese che il sole potesse tornare indietro di “10 gradini” e a seguito della preghiera di Isaia … ciò avvenne! (2 Re 20: 8-11).
Satana, colui che agisce più di frequente nella tempesta, è anch’esso sottoposto all’autorità di Dio e pertanto non abbiamo nulla da temere; l’uomo spesso sceglie il male e in quel caso si viene caricati del giogo pesante del nemico rischiando di restarne schiacciati. Gesù, però, è Colui che toglie i pesi, che ci dona leggerezza!
Non illudiamoci, con le nostre poche forze umane non potremo uscire illesi dalla tempesta.
Possiamo notare che, nell’episodio meditato, Gesù obbliga i suoi discepoli a partire…magari non era un loro desiderio, ma in ogni caso resta un dovere! Si, abbiamo dei doveri ben precisi dinanzi a Dio e siamo chiamati ad adempierli, primo fra tutti l’ubbidienza.
Cosa faceva Gesù mentre i discepoli si affannavano per arrivare all’altra riva? Pregava e, per quanto Egli non fosse vicino a loro fisicamente, il Suo sguardo era rivolto verso i suoi amati discepoli.
Gesù vede sempre il tuo affanno, non rimane indifferente. Questa è una certezza da custodire nel nostro cuore.
Nella tempesta le nostre remate cominciano a perdere di forza, l’ansia e la paura ci prendono e, non solo rischiamo di non avanzare, ma rischiamo di ritornare anche indietro. Non dimentichiamoci che senza Gesù non potremo superare quella tempesta.
Gesù, dopo aver visto l’affanno dei discepoli, decise di incamminarsi verso di loro per raggiungerli e soccorrerli perché sapeva che non stessero avanzando, nonostante i loro sforzi umani. Arrivato da loro, davanti allo stupore generale, parlò subito per tranquillizzarli infondendo in loro il coraggio che in quel momento era completamente assente.
Gesù, ancora oggi, desidera liberarti trasformando il tuo affanno in serenità ma, per consentirGli di operare, devi desiderarlo con tutto il tuo cuore (Isaia 30: 15).
L’uomo, per quanto possa sforzarsi, non riuscirà mai a tirarci fuori dalla prova eguagliando ciò che, invece, Gesù può e vuole fare. Per far sì che il vento si calmi, devi far posto a Gesù sulla tua barca, che può metaforicamente rappresentare il nostro cuore spirituale!
Come Zaccheo dobbiamo armarci di fede, farci spazio tra la folla che limita la nostra vista, sfidare i nostri limiti (stando alla scrittura egli era piuttosto basso) e arrampicarci sulla grazia di Dio per poter finalmente scorgere Gesù. Colui che passa lì, proprio per noi e già conosce il nostro nome, premierà di per certo la nostra fede entrando “in casa nostra” e consentendoci di conoscerlo, non solo per nome e per “reputazione”, ma anche come persona, in piena confidenza e da Che meraviglia vedere l’immediato ravvedimento di Zaccheo, che aveva compreso che dopo aver conosciuto il meglio nient’altro di materiale poteva valere così tanto! (vedi Luca 19: 1-10).
Ricordiamoci che non è la religione a salvare, ma solamente la fede in Cristo Gesù: Egli da sopra la barca calmerà i venti e ci guiderà verso l’altra riva!
La sera si avvicina e abbiamo bisogno che Gesù stia con noi perché è la nostra luce! (Luca 24: 13-31 / Michea 7: 8).
Per cui forza! Riceviamo Gesù nel nostro cuore, avremo prove e tribolazioni ma, allo stesso tempo, riceveremo sempre una soluzione per poterne uscire illesi!
Genesi 26: 28
28 Quelli risposero: «Noi abbiamo chiaramente visto che il SIGNORE è con te; e abbiamo detto: “Si faccia ora un giuramento tra di noi”, cioè fra te e noi, e facciamo un’alleanza con te.
Culto di Domenica 01 Ottobre 2017 – “Cresciamo a livello spirituale”
LA PAROLA
Giosuè 3: 1-17
Il passaggio del Giordano
1 Giosuè si alzò la mattina di buon’ora, e con tutti i figli d’Israele partì da Sittim. Essi arrivarono al Giordano, e là si fermarono, prima di oltrepassarlo. 2 Dopo tre giorni, gli ufficiali percorsero l’accampamento, 3 e diedero quest’ordine al popolo: «Quando vedrete l’arca del patto del SIGNORE vostro Dio, portata dai sacerdoti levitici, partirete dal luogo dove siete accampati, e andrete dietro ad essa. 4 Però, vi sarà tra voi e l’arca la distanza di circa duemila cubiti; non vi avvicinate ad essa, affinché possiate veder bene la via per la quale dovete andare; poiché non siete mai passati per questa via». 5 Giosuè disse al popolo: «Santificatevi, poiché domani il SIGNORE farà meraviglie in mezzo a voi». 6 Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l’arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l’arca del patto e camminarono davanti al popolo. 7 Il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, affinché riconoscano che come fui con Mosè così sarò con te. 8 Tu darai ai sacerdoti, che portano l’arca del patto, quest’ordine: “Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano”». 9 Giosuè disse ai figli d’Israele: «Avvicinatevi e ascoltate le parole del SIGNORE vostro Dio». 10 Poi Giosuè disse: «Da questo riconoscerete che il Dio vivente è in mezzo a voi, e che egli scaccerà certamente davanti a voi i Cananei, gli Ittiti, gli Ivvei, i Ferezei, i Ghirgasei, gli Amorei e i Gebusei: 11 ecco, l’arca del patto del Signore di tutta la terra sta per passare davanti a voi per entrare nel Giordano. 12 Prendete dunque dodici uomini fra le tribù d’Israele, uno per tribù. 13 E non appena i sacerdoti che portano l’arca di DIO, Signore di tutta la terra, avranno posato le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, quelle che scendono dalla parte superiore, saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio». 14 Il popolo, partito dalle sue tende per oltrepassare il Giordano, aveva davanti a sé i sacerdoti che portavano l’arca del patto. 15 Appena quelli che portavano l’arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell’acqua della riva (il Giordano straripa dappertutto durante tutto il tempo della mietitura), 16 le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio a una grandissima distanza, fino alla città di Adam che è vicino a Sartan; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo passò di fronte a Gerico. 17 I sacerdoti che portavano l’arca del patto del SIGNORE stettero fermi sull’asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.
IL CULTO
IL MESSAGGIO
I versetti di oggi ci parlano di Giosuè, un uomo grandemente usato da Dio; ha affrontato grandi battaglie ma, con l’aiuto del Signore, le ha vinte tutte. Oggi Dio ci dice che il Suo desiderio è quello di vederci crescere a livello spirituale (Ebrei 5:11-14).
Quante volte nelle difficoltà ci domandiamo il perché Dio permetta prove così difficili? Magari siamo appena usciti da un periodo burrascoso e ci ritroviamo dopo poco tempo in un periodo ancor peggiore…e lo sconforto rischia di prendere il sopravvento.
Come può Dio farci crescere? Proprio attraverso la tempesta; infatti, solo attraverso le difficoltà la nostra fede potrà maturare. Più desidereremo essere simili a Gesù e più saremo provati, ma di per certo ne usciremo vittoriosi! Non dimentichiamoci infatti che le più grandi battaglie Dio le affida ai Suoi guerrieri più forti, Egli ci stima quindi potenti e in grado di poterle superare.
Ma per far sì che ciò avvenga dobbiamo mettere in pratica i consigli di Dio e, in particolare, oggi ci vengono presentate tre precise azioni da compiere!
1 – Porre il nostro sguardo su Gesù
La prima azione da compiere per poter crescere è quello di fissare il nostro sguardo su Gesù, è l’unico modo per tutelarci dal mondo camminando sulla retta via. Da notare infatti come il popolo doveva prima vedere l’arca di Dio e poi muoversi per attraversare il Giordano, è Gesù che traccia il percorso da seguire. Allo stesso modo anche noi dobbiamo guardare Gesù, solo così potremo affrontare nel modo migliore ogni avversità. ContemplandoLo di per certo riusciremo ad essere più simili a Lui, ne assumeremo i sentimenti e la pietà.
2 – Santificarci
La seconda azione riguarda la santificazione che ogni nato di nuovo deve ricercare.
Oggi giorno il termine “santificazione” è un po’ passato di moda, ma resta essenziale per la crescita spirituale di un figlio di Dio. Molto spesso siamo così presi dalle cose di Dio (e non) che trascuriamo la comunione con il Signore. Dobbiamo dedicarci alla preghiera e alla meditazione della parola di Dio, gli strumenti che ci consentono di amarLo sempre più. Non siamo servitori della Chiesa di Dio, ma servitori di Dio stesso, guardiamoci intorno e allontaniamo dalla nostra vita tutto ciò che può ostacolare e/o aumentare lo spazio tra noi e Gesù. Le persone del mondo in noi devono vedere Dio, coerentemente con ciò che professiamo.
3 – Ascoltare la Parola di Dio
La terza azione fondamentale per la crescita spirituale è quella di ascoltare (e mettere in pratica) la Parola di Dio. Spesso poniamo a Dio diverse domande, accumuliamo i “perché”, ma non restiamo mai in silenzio per ascoltare le Sue risposte. Fermiamoci ed apriamo le nostre orecchie spirituali per ascoltare ciò che Dio vuole dirci. Non dimentichiamoci che prima di vedere le mura di Gerico sgretolarsi dobbiamo necessariamente attraversare il Giordano, vedremo mura d’acqua intorno a noi, ma i nostri piedi saranno sull’asciutto.
Le battaglie sono preparatorie, ci allenano per affrontare battaglie più grandi e nello stesso tempo aprono la strada a grandissime benedizioni da parte di Dio. Più sarà dura la prova e più sarà grande il frutto che ne mangeremo, la benedizione che ne trarremo e la testimonianza che potremo dare alla gloria di Dio.
E allora forza fratello e forza sorella! Egli conosce la tua prova e sa già come tirartene fuori, guarda Gesù e punta a raggiungere la Sua statura perfetta, ben presto vedrai una grande liberazione!
Culto di Martedì 26 Settembre 2017 – “Prendiamo la croce e seguiamo Gesù!”
Matteo 16: 24-28 Il prezzo del discepolato 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25 Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà. 26 Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua? 27 Perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l’opera sua. 28 In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno».
Culto di Domenica 24 Settembre 2017 – “Mettiamoci sulla rotta di Dio”
LA PAROLA
2 Re 7: 3-8
3 C’erano quattro lebbrosi presso l’entrata della porta della città, i quali dissero tra di loro: «Perché ce ne stiamo qui in attesa di morire? 4 Se diciamo: Entriamo in città, in città c’è la fame, e noi vi morremo; se restiamo qui, morremo lo stesso. Dunque venite, andiamo a buttarci nell’accampamento dei Siri; se ci lasciano vivere, vivremo; se ci danno la morte, morremo». 5 Sull’imbrunire, si alzarono per andare all’accampamento dei Siri; e come giunsero all’estremità dell’accampamento dei Siri, ecco che non c’era nessuno. 6 Il Signore aveva fatto udire nell’accampamento dei Siri un rumore di carri, un rumore di cavalli, un rumore di grande esercito, tanto che i Siri avevano detto fra di loro: «Il re d’Israele ha assoldato contro di noi i re degli Ittiti e i re degli Egiziani, perché vengano ad assalirci». 7 E si erano alzati, ed erano fuggiti all’imbrunire, abbandonando le loro tende, i loro cavalli, i loro asini, e l’accampamento così com’era; erano fuggiti per salvarsi la vita. 8 Quei lebbrosi, giunti all’estremità dell’accampamento, entrarono in una tenda, mangiarono, bevvero, e portarono via argento, oro, vestiario, e andarono a nascondere ogni cosa. Poi tornarono, entrarono in un’altra tenda, e anche di là portarono via roba, che andarono a nascondere.
IL CULTO
IL MESSAGGIO
“Eh, doveva andare cosi …”, “Il destino ha deciso cosi” … quante volte abbiamo sentito intorno a noi o abbiamo pronunciato frasi di questo tipo?
Dal punto di vista cristiano si può parlare di destino? Certamento no. Il destino non esiste e infatti non se ne fa menzione nella Parola di Dio; possiamo però parlare di scelte… e di conseguenze!
Ciò che semineremo, le strade che imboccheremo, le persone con cui avremo comunione nel tempo e i nostri atteggiamenti / sentimenti, influenzeranno di per certo il nostro cammino ed è per questo che siamo chiamati a compiere delle scelte guidati da Dio con l’obiettivo di continuare ad intraprendere sempre la strada giusta.
Nella lettura di oggi possiamo constatare che, tra il proposito dei quattro lebbrosi e l’intervento con mano potente di Dio, c’è un aspetto importante … il fatto che essi fossero sulla rotta della volontà di Dio.
Sono tre gli aspetti che ci possono “farci da navigatore” e indicarci la giusta via:
1 – LA SPERANZA
I quattro lebbrosi esprimono prima di tutto la speranza nel Signore (“se ci lasciano vivere, vivremo”); per quanto possa sembrare fragile e labile essa è ciò che li spingerà a fare il primo passo di fede in avanti. I Siri di per certo non li avrebbero accolti a braccia aperte, tutt’altro!
Eppure sperano contro speranza …
Anche noi siamo chiamati a confidare in Dio nel continuo mantenendo sempre accesa la fiamma della speranza. Dio benedice sempre le scelte mosse da una sincera speranza in Lui.
C’è qualcosa di troppo difficile per Dio? NO, senza ombra di dubbio.
Ricordiamoci che quando speriamo compiamo i primi passi che ci instradano nella rotta verso Dio.
2 – L’UBBIDIENZA
Un altro aspetto che si evince dai 4 lebbrosi, e nello specifico in uno di loro, è l’ubbidienza (“Dunque venite, andiamo a buttarci nell’accampamento dei Siri”). C’era infatti un solo passo possibile per loro, muoversi verso i Siri con la piena consapevolezza che Dio aveva già preparato tutto!
Come nella fornace ardente Gesù era il quarto uomo presente in mezzo al fuoco (Daniele 3: 23-25) anche in questo caso il quarto lebbroso può essere identificato con la figura di Gesù che indica la giusta rotta per gli altri tre.
E’ Gesù che fa tutto, Egli è il supremo architetto di ogni nostro progetto di cui noi possiamo limitarci ad essere i raffinatori. A volte vogliamo coprire noi il ruolo di architetto nonostante le nostre limitate capacità, inevitabilmente prenderemo la strada sbagliata.
Non chiediamo a Dio di benedire i nostri piani, ma chiediamoGli di mostrarci i Suoi che, di per certo, saranno già benedetti. Lui prepara la Via, ubbidiamoGli e alla fine, quando ne usciremo vincitori, diamo soltanto a Lui la gloria … ricordiamoci che la firma in fondo al progetto, deve essere la Sua! Ubbidiamo al Signore piegando il nostro cuore davanti a Lui e, se saremo smarriti e allo sbando, Egli ci farà da guida e ci rimetterà sulla giusta strada. Nella Parola di Dio troveremo sempre e solo la verità, TUTTA la verità! E sarà proprio Lei ad indirizzarci sul giusto sentiero.
3 – LA FEDE
Non poteva di per certo mancare la fede tra gli aspetti che ci guidano verso la giusta rotta.
E’ proprio la fede che muove la mano di Dio, i quattro lebbrosi verso l’imbrunire si alzarono per incamminarsi verso l’accampamento dei Siri e proprio in quel preciso momento, sempre all’imbrunire, Dio mise in fuga i Siri dal proprio accampamento.
Buttiamoci anche noi tra le braccia di Dio con la certezza che ci saranno le Sue mani pronte ad accoglierci; ogni passo di fede ci porta sulla giusta strada e fa muovere la mano di Dio in nostro favore. Dio onorerà sempre una fede sincera, ce lo ha detto che non ci lascerà e non ci abbandonerà (Giosuè 1: 5) e noi dobbiamo crederci con tutto il nostro cuore!
Gesù, la guida per eccellenza, è pronta per guidarci verso Dio … lasciamoci trasportare!