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“Riprendi il saltèrio e la cetra”

Culto di Domenica 02 Luglio 2017 – “Riprendi il saltèrio e la cetra”

LA PAROLA

Salmo 108
Inno di ringraziamento e di lode
1 [Cantico. Salmo di Davide.] Il mio cuore è ben disposto, o DIO, io canterò e celebrerò le tue lodi con tutta la mia forza. 2 Destatevi, arpa e cetra, io voglio risvegliare l’alba. 3 Io ti celebrerò fra i popoli, o Eterno, e canterò le tue lodi fra le nazioni. 4 Poiché la tua benignità è grande, giunge al di sopra dei cieli, e la tua verità fino alle nuvole. 5 Sii esaltato, o DIO, al di sopra dei cieli, e risplenda la tua gloria su tutta la terra, 6 affinché i tuoi diletti siano liberati; salvami con la tua destra e rispondimi. 7 DIO ha parlato nella sua santità: «Io trionferò, spartirò Sichem e misurerò la valle di Sukkoth. 8 Mio è Galaad, mio è Manasse, Efraim è la forza del mio capo, Giuda è il mio legislatore; 9 Moab è il catino dove mi lavo; su Edom getterò il mio sandalo; sulla Filistia manderò grida di trionfo». 10 Chi mi porterà nella città forte? Chi mi condurrà fino a Edom? 11 Non sei tu, o DIO, che ci hai respinti, e non esci più, o DIO, coi nostri eserciti? 12 Dacci tu aiuto contro l’avversario, perché vano è il soccorso dell’uomo. 13 Con DIO noi faremo prodezze, e sarà lui a schiacciare i nostri nemici.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Il salmo 108 di Davide parla di vittorie, ma anche di sconfitte, anche lui in alcuni momenti della propria vita ha confidato nell’uomo e non in Dio e, proprio allora, è risultato più fragile cadendo nella tentazione e nel peccato.
Quando confidiamo nell’uomo e non riponiamo più la nostra fiducia in Dio si realizzano per noi delle tremende sconfitte. Se invece, anche nei momenti più difficili, ci appoggiamo completamente su Dio vedremo le difficoltà trasformarsi in gloriose vittorie.
Il salterio e la cetra erano strumenti musicali molto importanti ai tempi di Davide, spesso utilizzati nei momenti di adorazione verso Dio. Possiamo oggi metaforicamente raffigurare il salterio con la nostra bocca e la cetra con il nostro cuore: essi ci parlano della lode a Dio, che deve essere necessariamente risvegliata per poter vedere di nuovo l’alba.
Le prove e le sollecitudini di questa vita spesso fanno sì che il credente si addormenti, è proprio in quel momento che la lode tende a spegnersi del tutto; facciamo fatica a benedire Dio e le nostre labbra professano solo parole di sconforto e delusione anziché sgorgare d’amore per il Signore.
Quando lodiamo Dio stiamo esprimendo nei Suoi confronti tutta la nostra gratitudine, la nostra fiducia e il nostro amore anche quando tutto sembra andare storto! Non possiamo far sì che i nostri sentimenti verso Dio vengano condizionati dagli eventi.
Il comportamento di Paolo e Sila nella prigione di Filippi è ancora oggi un grande esempio di come la lode, anche nel momento più buio della notte, è potente a scuotere le fondamenta di ogni prigione spezzando ogni catena (Atti 16- 26:26).
Daniele, dopo aver continuato a lodare Dio nonostante il divieto imposto dall’editto del re Dario (Daniele 6: 10), venne tirato fuori dalla fossa dei leoni senza alcun graffio (v 22).
La parola di Dio ci insegna che il Signore è SEMPRE intervenuto in soccorso di Israele quando il popolo lo lodava e lo benediceva. Sforziamoci quindi di LODARE, LODARE e ancora LODARE e fermiamo il nostro continuo CHIEDERE, CHIEDERE e CHIEDERE!
Dio vuole essere lodato, ringraziato e benedetto! E’ un vero e proprio comandamento e la disubbidienza a tale precetto è peccato davanti agli occhi del Signore.
La chiave per vedere il cielo aperto su di noi è all’interno della nostra bocca, deve uscire sottoforma di lode.
Uno dei principali obiettivi di Satana è proprio quello di spegnere la lode della Chiesa di Cristo, dobbiamo vegliare e tenere alta l’adorazione. Viviamo negli ultimi tempi e di sicuro uno dei modi migliori per farci trovare pronti al ritorno di Gesù è quello di lodarLo nel continuo.
Oggi Dio ci invita a riprendere il salterio e la cetra per innalzarGli una nuova lode: rimuoviamo quindi la polvere che si è accumulata sul nostro cuore, che ci impedisce di gridare con tutte le nostre forze. I “non ce la faccio”, “non sono in grado”, “mi vergogno” mettili da parte, rivolgiti a Dio e sarà Egli stesso a mettere la lode nel tuo cuore.
Nella lode c’è potenza e in essa potremo vedere ancora oggi guarigioni, liberazioni e potenti manifestazioni della gloria di Dio, ma senza di essa non potremo vedere l’inizio di una nuova alba, finendo per girovagare senza sosta nella notte oscura.
In preghiera saremo presi da grandi combattimenti, centinaia di pensieri ci piomberanno addosso per cercare di impedirci di lodare. Proprio in quel momento la lode deve essere più insistente e ripiena di fiducia nei confronti di Dio, essa non deve essere silenziosa, ma deve fare rumore e farsi sentire, dev’essere un vero e proprio grido! (Isaia 6: 1-3)
Fermiamo per un attimo le nostre richieste e benediciamo il Signore, Egli sa perfettamente ciò di cui abbiamo bisogno, ma desidera soltanto la nostra adorazione per manifestare tutta la Sua potenza.

Dio abita in mezzo alla lode (Salmo 22-3) per cui sforziamoci e presentiamoci con piena fiducia davanti al Suo trono adorandolo e benedicendolo con tutto il nostro cuore!

Dio ci benedica!

“Si può misurare la benedizione di Dio?”

Culto di Domenica 18 Giugno 2017 – “Il nostro cuore non deve essere turbato!”

LA PAROLA

1 Cronache 14: 1-17
Vittorie di Davide sui Filistei
1 Chiram, re di Tiro, inviò a Davide dei messaggeri, del legname di cedro, dei muratori e dei falegnami, per costruirgli una casa. 2 Allora Davide riconobbe che il SIGNORE lo stabiliva saldamente come re d’Israele, poiché la sua dignità regale era grandemente esaltata per amore d’Israele, del popolo di Dio. 3 Davide si prese altre mogli ancora a Gerusalemme, e generò ancora figli e figlie. 4 Questi sono i nomi dei figli che gli nacquero a Gerusalemme: Sammua, Sobab, Natan, Salomone, 5 Ibar, Elisua, Elpelet, 6 Noga, Nefeg, Iafia, 7 Elisama, Beeliada ed Elifelet.
8 Quando i Filistei ebbero udito che Davide era stato unto re di tutto Israele, salirono tutti in cerca di lui; e Davide, saputolo, uscì loro incontro. 9 I Filistei giunsero e occuparono la valle di Refaim. 10 Allora Davide consultò Dio, dicendo: «Dovrò salire contro i Filistei? Li darai nelle mie mani?» Il SIGNORE gli rispose: «Sali, e li darò nelle tue mani». 11 I Filistei dunque salirono a Baal-Perasim, dove Davide li sconfisse, e disse: «Dio ha infranto i miei nemici per mano mia come si infrangono le acque». Perciò fu dato a quel luogo il nome di Baal-Perasim. 12 I Filistei lasciarono in quel luogo i loro dèi che, per ordine di Davide, furono dati alle fiamme.
13 Poi i Filistei tornarono a occupare quella valle. 14 Davide consultò di nuovo Dio; e Dio gli disse: «Non salire dietro a loro; allontànati e gira loro intorno; giungerai su di loro dal lato dei gelsi. 15 Quando udrai un rumore di passi tra le vette dei gelsi, esci subito all’attacco, perché Dio marcerà alla tua testa per sconfiggere l’esercito dei Filistei». 16 Davide fece come Dio gli aveva comandato, e gli Israeliti sconfissero l’esercito dei Filistei da Gabaon a Ghezer.
17 La fama di Davide si sparse per tutti i paesi, e il SIGNORE fece in modo che egli incutesse spavento a tutti i popoli.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Davide era un uomo secondo il cuore di Dio (1 Samuele 13: 14), grandemente benedetto e ne aveva la piena consapevolezza. Anche quando era venuto meno era tornato al Signore pentendosi e ravvedendosi dei suoi peccati.
E’ possibile al giorno d’oggi poter misurare la benedizione di Dio?
Dio, nella Sua infinita bontà, porta alla nostra attenzione alcuni indicatori che possono aiutarci a capire se il nostro cuore è pieno delle Sue benedizioni.

1° indicatore: la crescita spirituale
Stiamo dando la possibilità a Gesù di edificare in noi la casa spirituale? Ricordiamoci che siamo il tempio di Dio ed è fondamentale un completo abbandono nelle Sue mani per poter vedere la casa svilupparsi in modo solido e corretto. Quest’edificazione è un processo che si sviluppa giorno dopo giorno e non ha una fine. Il costruttore c’è ed ha con se anche tutti i materiali che occorrono, ma … dobbiamo lasciarci andare con fiducia consentendoGli di lavorare quotidianamente il nostro cuore.
Chiudiamo ogni crepa, assicuriamoci che non ci siano vie d’uscita secondarie e facciamo sì che il Signore riempia il nostro cuore di una benedizione scossa, pigiata e traboccante! (Luca 6: 38)

2° indicatore: la prole spirituale
Ci stiamo adoperando per portare nuove anime a Dio? Siamo parte integrante della Chiesa di Cristo, membra del suo corpo e abbiamo il DOVERE e il MANDATO per muoverci affinché si possano aggiungere a questo corpo glorioso nuove anime salvate. Dobbiamo avere una vera e propria passione per le anime (vedi l’amore mostrato dal samaritano in Luca 10: 30-37). Non possiamo restare fermi a guardare, ma dobbiamo intervenire attivamente per strappare anime dall’infermo.

3° indicatore: la dipendenza da Dio
Poniamo ogni nostra decisione, anche la più piccola, nelle mani di Dio consultandoLo in ogni circostanza? Il cristiano è colui che dipende completamente ed esclusivamente da Dio e dalla Sua volontà. Investighiamo la volontà di Dio per noi come fece Davide che, pur essendo un guerriero esperto, prima di muoversi contro il nemico chiese consiglio a Dio. Nonostante il nemico fosse lo stesso e l’avesse già sconfitto una prima volta egli riconsultò il Signore prima della seconda battaglia e ricevette come consiglio la strategia perfetta per poter vincere i propri nemici, completamente differente dalla prima. Non facciamoci prendere dalla presunzione di conoscere sempre i nostri nemici, spesso abbassare la guardia può lasciare scoperti punti vitali della nostra spiritualità. Consultiamo il Signore continuamente e fidiamoci in modo assoluto delle Sue risposte. Possiamo prendere oggi stesso delle decisioni coraggiose, presentarci in battaglia e guardare il nemico da vicino, ma per far sì che questa decisione diventi vittoriosa, dobbiamo consultare il Re dei Re!

4° indicatore: la “fama” della Chiesa
La benedizione non è solo al nostro interno, ma è visibile anche dall’esterno.
Una Chiesa benedetta non passa inosservata!
Se ogni membro della tua comunità si adoperasse per servire Dio, l’unione e il pari consentimento sarebbero la vera forza a rendere tangibile anche dall’esterno la presenza di Dio all’interno del locale di culto. Non presentiamoci dunque davanti a Dio per abitudine, ma in ogni culto aspettiamoci qualcosa di nuovo da realizzare!

Adesso che abbiamo ben 4 indicatori possiamo “confrontarci” con essi per comprendere a che punto siamo con la comunione con Dio!
Se sei a buon punto dai gloria a Dio, ma non accontentarti, chiedi di più!
Se invece ti senti lontano da Dio, non ti far abbattere dal nemico, ma lasciati andare completamente ricordandoti che Dio ascolta le tue preghiere ed è molto attento alla condizione del tuo cuore.

La benedizione per ognuno di noi è pronta nelle Sue mani, cosa stiamo aspettando? Afferriamola!

Dio ci benedica!

“Il nostro cuore non deve essere turbato!”

Culto di Domenica 18 Giugno 2017 – “Il nostro cuore non deve essere turbato!”

LA PAROLA

Giovanni 14: 1-11
Gesù consola gli apostoli: egli ritornerà da loro
1 «Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!
2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; 4 e del luogo dove io vado, sapete anche la via».
5 Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?» 6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se mi aveste conosciuto avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto».
8 Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gesù gli disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: “Mostraci il Padre”? 10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Capita molto spesso che gli eventi intorno a noi ci turbino, nonostante Gesù sia con noi ed in noi.
Un parente non convertito, una malattia o un’oppressione spirituale potrebbero generare nel nostro cuore uno stato di sollecitudine ed ansia.
Come possiamo quindi combattere questa condizione spirituale? Non è sufficiente pregare e frequentare il locale di culto assiduamente, dobbiamo necessariamente porre tutta la nostra fiducia in Dio. Non in un Dio del passato che operava solo ai tempi della bibbia, ma nel Dio che è lo stesso, IERI OGGI e in ETERNO (Ebrei 13-8).
La nostra speranza deve essere ferma sia in Dio sia nell’opera di Gesù sulla croce (Giovanni 14: 1), senza questi due fondamenti non potremo affrontare questa battaglia, perderemmo in partenza.
Gesù, con quel sacrificio sulla croce, ha pagato a caro prezzo qualsiasi nostra necessità al fine di donarci la massima serenità, ma per far sì che questo avvenga, siamo chiamati ad afferrarla con fede!
La fede è lo scudo che difende i nostri “punti vitali”, un componente fondamentale nell’armatura di un cristiano (Efesini 6: 16).
Quante ore al giorno trascorriamo nelle ansie, nel disordine mentale, nel turbamento? Considerando il mondo in cui viviamo ed il fatto che siamo negli ultimi tempi la risposta non può che essere: TROPPE!
Pensiamo a ricordi brutti del passato, a momenti del presente e ci protendiamo addirittura anche nel futuro nonostante esso non ci appartenga.
Il nemico ci sta privando della felicità, della gioia, della serenità e di tutte quelle virtù che necessariamente devono occupare tutti i posti nel nostro cuore intorno al trono destinato a Gesù. Non deve esserci altro spazio libero per i pensieri che generano scoraggiamento, quei pesi devono essere rispediti immediatamente al mittente!
Gesù ancora oggi è pronto a donarci una nuova speranza (Giovanni 14: 3), ci rassicura sul fatto che saremo accolti nelle dimore celesti che Egli sta personalmente preparando per noi; con questa speranza non possiamo che restare sereni come fece Stefano durante la sua lapidazione: i suoi occhi erano già rivolti verso Gesù in piedi alla destra di Dio, non provava dolore, ma solo tanta pace e tanto amore anche per chi in quel momento lo stava uccidendo (Atti 7: 54-60).
Dio non può esimersi dall’operare, se c’è la vera fede sarà “costretto” ad intervenire perché Egli non rinnega mai se stesso. Non c’è nulla di cattivo che può resistere ad una fede sincera, Gesù stesso non ha mai rimandato indietro nessuno senza aver compiuto la Sua opera gloriosa.
Sei nella malattia? E’ brutta vero? Bene, per Gesù è ancora più brutta e Lui è il primo a voler vedere la tua guarigione, del resto quella malattia l’ha già vinta sulla croce attraverso le Sue lividure.
Sei nel turbamento? Tranquillo, Dio è la nostra rocca e con Lui staremo al sicuro. Il suo desiderio è vedere in noi un cuore sempre allegro, completamente arreso alla Sua volontà e ripieno di speranza.
Ricorda che Gesù è con noi nella fornace ardente (Daniele 3: 25) e nella tempesta (Marco 4: 35-41), non può accaderci nulla di male se confidiamo completamente in Lui.
Per cui non temere e non dubitare più perché Gesù ti ha promesso che presto raggiungerai quel traguardo e il turbamento sarà solo un ricordo…è SICURO.
Abbi fede in Dio … e anche in Gesù, il Cristo!
Dio ci benedica grandemente!

“Scegli Gesù, il Cristo!”

Culto di Domenica 11 Giugno 2017 – “Scegli Gesù, il Cristo!”

LA PAROLA

Matteo 16: 13-20
Pietro riconosce in Gesù il Cristo
13 Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» 14 Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». 15 Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» 16 Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
17 Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. 19 Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire a nessuno che egli era il Cristo.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Nonostante Mosè, Elia, Giovanni, Geremia, Eliseo ed altri profeti siano stati grandi uomini di Dio, alcuni miracoli e, soprattutto la giustificazione dal peccato sulla croce, li ha potuti compiere solo ed esclusivamente Gesù in quanto Cristo, Figlio del Dio vivente.
Tuttavia molti non riuscirono a vedere oltre e a riconoscere Gesù come il Cristo, solo Pietro ci riuscì, grazie alla rivelazione di Dio.
Su questa verità Gesù ha edificato la Sua Chiesa fino al giorno d’oggi: la conoscenza che ogni cristiano deve avere per poter vedere la gloria di Dio.
Una delle principali astuzie del nemico è quella di diminuire la persona di Gesù anche per chi, come figlio di Dio, lo ha accettato nella propria vita come personale Salvatore.
Siamo negli ultimi giorni e il mondo è pervaso dal peccato e dalle cattiverie ma, nonostante ciò, siamo chiamati a credere sia con la nostra fede che con il nostro atteggiamento che Gesù è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13: 8).
Gesù è Colui che, in chi crede con tutto il cuore che Egli è il Cristo, compie una trasformazione integrale, un cambiamento visibile a quanti ci conoscono e soprattutto radicale ed immediato.
Il peccato va confessato, condannato e rimosso oggi stesso, ottenendo così la stessa autorità di Gesù (Giovanni 14: 12), divenendo la pupilla dell’occhio di Dio (Zaccaria, 2:8), quella casa posta sul monte e la luce che risplende nelle tenebre (Matteo, 4:14-16).
La salvezza è il compimento dell’opera di Gesù sulla croce per il perdono dei nostri peccati ed essa si ottiene in un istante, nascendo a nuova vita nel preciso momento in cui chiediamo a Dio di lavarci col Suo sangue dai nostri peccati. Il nemico ci accuserà sempre di avere poca fede ed è vero, ma Gesù ha detto che se avessimo fede quanto un granello di senape potremmo far spostare i monti (Matteo 17: 20).
Dio ha messo in noi una fede sufficiente per vedere la sua mano operante in noi e nella Sua Chiesa. Non fermiamoci a guardare le nostre debolezze: i “non ce la faccio”, “non posso” e “non sono degno” devono restare fuori dal nostro rapporto con Dio. Il Signore è potente a fare qualunque cosa, a guarire qualunque malattia, a spezzare qualsiasi catena di questo mondo…ricordiamoci che Egli è l’Onnipotente!
Ogni giorno, per fede, il corpo di Gesù è martoriato dalle nostre malattie e dai nostri dolori e, questo, al fine di donarci quotidianamente la pace e la speranza. Non dobbiamo solo pronunciare con la nostra bocca che Gesù è il Cristo, ma dobbiamo crederci con tutto il nostro cuore. Egli ancora oggi è potente a trasformare le tenebre in luce, le debolezze in forze, la tristezza in gioia in tutti colori che rinunciano al proprio “io” per dare la gloria solo ed esclusivamente a Dio.
Non restiamo fermi come i monumenti, ma muoviamoci nel continuo cercando di rendere ogni giorno di più il nostro cuore più sensibile alla parola di Dio, assimilandone sempre di più le virtù.
Ricordiamoci che Dio non ha limiti, è infinito ed è il creatore del cielo e della terra; siamo noi che spesso limitiamo la sua opera con la nostra poca fede. Non facciamoci turbare dal mondo che ci tratta come spazzatura, ci deride, ci evita e ci perseguita; se tutto ciò avviene a ragione del nostro amore per Gesù non possiamo che dare gloria a Dio!

E allora coraggio!
Fissiamo lo sguardo su Gesù e sperimenteremo in modo tangibile la Sua maestosità e la Sua infinita potenza.

Dio ci benedica!

“All’ora nona, guardami!”

Culto di Domenica 04 Giugno 2017 – “All’ora nona, guardami!”

LA PAROLA

Atti 3:1-7
Guarigione di uno zoppo
1 Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell’ora nona, 2 mentre si portava un uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano presso la porta del tempio detta «Bella», per chiedere l’elemosina a quelli che entravano nel tempio. 3 Vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, egli chiese loro l’elemosina. 4 Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su di lui, disse: «Guardaci!» 5 Ed egli li guardava attentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. 6 Ma Pietro disse: «Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!» 7 Lo prese per la mano destra, lo sollevò; e in quell’istante le piante dei piedi e le caviglie gli si rafforzarono.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La nostra è una vita che continuamente deve necessariamente testimoniare dell’opera di Dio mediante l’azione e la potenza dello Spirito Santo (Atti 1-8). La chiesa primitiva era ASSIDUA e concorde nella preghiera e questo fece sì che Dio potesse utilizzare Pietro e Giovanni per la guarigione di quest’uomo zoppo, posto all’ingresso del tempio.
Dio ci chiama a servirLo nel continuo per poter realizzare ciò che Egli ha già preparato per noi e per gli altri.
Per poter ricevere risposta alle nostre preghiere dobbiamo, però, essere presenti alla preghiera “dell’ora nona”. Non possiamo lasciar vuoto il nostro posto perdendo così la benedizione di Dio. Siamo strumenti nelle Sue mani e dobbiamo presentarci regolarmente alla Sua presenza per far sì che Egli possa usarci come strumenti per la Sua gloria.
L’ora nona è l’ora in cui le preghiere vengono esaudite (Atti 10: 30-31), il momento in cui le tenebre vengono sconfitte per sempre (Matteo 27: 46) e l’ora della grazia ottenuta grazie al sangue versato da Gesù sulla croce!
L’uomo zoppo ci mostra chiaramente il limite umano senza Dio, non era lui che si presentava alla porta del tempio, ma erano altri uomini a deporlo li. Spesso anche noi ci ritroviamo in luoghi e situazioni in cui non vorremmo essere e in cui siamo stati portati da altre persone, la probabilità che ciò avvenga è molto alta quando siamo troppo vicini al mondo, che è pronto a derubarci della pace di Dio tenendoci così lontano dall’ora nona (Luca 10: 25-37).
Lo zoppo quel giorno non sapeva cosa lo aspettasse al tempio, ma Dio conosceva ogni cosa e aveva già preparato tutto.
Pietro e Giovanni sono davvero interessati al problema di questo mendicante e con il loro agire rappresentano l’attenzione di Cristo verso ognuno di noi: Egli è sempre interessato ai nostri problemi e non è mai poco attento! E’ disposto a spendere del tempo per noi, ma noi … siamo disposti a spendere del tempo per Gesù? Viviamo in una società dove il tempo sembra non essere mai sufficiente, ma non possiamo non donare la primizia del nostro tempo a Dio, è indispensabile se vogliamo vedere la sua gloria.
Pietro dipendeva da Cristo ed era pienamente consapevole che Dio fosse con lui e ciò che egli dice all’uomo zoppo è quello che Gesù oggi vuole dire a noi: “Quello che ho, te lo do”.
Gesù è pronto a benedirci ed abbondare, ma dobbiamo fissare ATTENTAMENTE gli occhi su di Lui.
Quando c’è la vera fede la risposta arriva immediatamente, infatti lo zoppo guarì in quel preciso istante … è la nostra fede che fa la differenza!
Con Gesù non soltanto potremo gustare una fresca benedizione nella nostra vita, ma potremo portare un bicchiere d’acqua fresca a quanti incontreremo quotidianamente sul nostro cammino.
Guardiamo a Gesù con piena fiducia e potremo ben presto realizzare che noi possiamo OGNI COSA in Colui che ci fortifica! (Filippesi 4:13)

Dio ci benedica!

“Stendi la tua mano paralizzata”

Culto di Domenica 14 Maggio 2017 – “Stendi la tua mano paralizzata”

LA PAROLA

Matteo 12:9-13
Guarigione di un uomo dalla mano paralizzata; il giorno del sabato
9 Poi se ne andò, e giunse nella loro sinagoga 10 dove c’era un uomo che aveva una mano paralizzata. Allora essi, per poterlo accusare, fecero a Gesù questa domanda: «È lecito fare guarigioni in giorno di sabato?» 11 Ed egli disse loro: «Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? 12 Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di sabato». 13 Allora disse a quell’uomo: «Stendi la tua mano». Ed egli la stese, e la mano divenne sana come l’altra.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Oggigiorno quanti sono pronti a puntare il dito verso qualcuno? Spesso tutti attendono un nostro errore per poterci giudicare, additare e criticare. Anche i farisei, quel sabato, erano pronti a fare la stessa cosa con Gesù. Nella legge di Mosè, nell’Antico Testamento, il sabato era un giorno sacro dedicato al completo riposo … e i farisei lo sapevano molto bene. Ma con l’arrivo di Gesù, la Sua morte e la Sua risurrezione la legge è stata completamente sostituita dalla grazia e Gesù è diventato l’unico vero riposo. L’uomo nella sinagoga, con la mano paralizzata, aveva bisogno di guarigione e Gesù non era disposto ad attendere o a rimandare … voleva guarirlo in quel preciso momento! Infatti, la risposta di Gesù ai farisei accusatori, fu: «Chi è colui tra di voi che, avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e la tiri fuori? Certo un uomo vale molto più di una pecora! È dunque lecito far del bene in giorno di sabato» (Matteo, 12: 11-12). L’uomo paralitico allora, con fede e su invito di Gesù, stese la sua mano e fu guarita immediatamente diventando sana come l’altra.
Gesù vuole insegnarci che, ciò che viene dal Padre Celeste, deve essere preso OGGI stesso, non è necessario aspettare rimandando giorno dopo giorno il compimento della sua opera. A noi spetta il compito di credere con tutto il nostro cuore che Gesù può proprio OGGI compiere in noi un grande miracolo, una guarigione, una liberazione, un battesimo nello Spirito Santo. Del resto, prima che sia tu a volerlo, è Dio che vuole elargirti le Sue benedizioni. Se sei spiritualmente “paralizzato” potrai di per certo servire il Signore, MA sarà un servizio “limitato”.
Gesù invece vuole donarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per servirlo completamente e con pieno zelo. C’è, però, bisogno di un atto di fede da parte nostra e cioè quello di stendere la propria mano e tenerla stesa fino a quando Dio non avrà operato del tutto. Forse è il peccato, il dubbio, la perplessità, gli affanni di questa vita che ti stanno tenendo lontano da quel miracolo tanto atteso. Gesù, però, vuole rassicurarti e ti dice: “OGGI, se odi la mia voce, non indurire il tuo cuore!” (Ebrei 3:15).
Per quanto tu possa essere sporco e immerso nel peccato Dio, è pronto a “sporcarsi le mani” per te, vuole lavarti completamente e donarti un vestito nuovo. Confessa il tuo peccato e rendilo ben visibile agli occhi di Gesù, ravvediti con vero pentimento. La tua fede dovrà respingere via ogni dubbio e ogni incertezza nel tuo cuore, non smettere di credere in ciò che hai chiesto e alimenta la fiamma della speranza. Ricordati che Dio non dona mai per merito o perfezione, ma solo ed esclusivamente per grazia.
Il nemico cercherà di per certo di accusarti di peccato ed è vero … siamo peccatori, MA il sangue di Gesù ci ha lavato da ogni peccato “squarciando la cortina” tra noi e Dio, GIUSTIFICANDOCI completamente!
Siamo amati da Dio perché siamo perfetti in Cristo! Nella scrittura non ci sono casi in cui Gesù ha rimandato indietro i bisognosi per operare in un secondo momento, ma, secondo la fede di ciascuno di loro, ha operato in quel preciso istante. La conferma la possiamo leggere in Giovanni 6: 37 in cui Gesù afferma che “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori;“

Potremmo ottenere TUTTO ciò di cui abbiamo bisogno proprio OGGI se soltanto ci accostassimo a Dio con fede … allora cosa stiamo aspettando?
Forza, la mensa è aperta e la tavola è apparecchiata, avviciniamoci e gustiamo la bontà di Dio!
Dio ci benedica!

“Prendi una decisione!”

Culto di Domenica 07 Maggio 2017 – “Prendi una decisione!”

LA PAROLA

Luca 19:1-10
Conversione di Zaccheo
1 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. 5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d’Abraamo; 10 perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Zaccheo era un capo dei pubblicani, molto ricco e che apparentemente aveva TUTTO.
Ben presto però si ritrovò ad essere vuoto e, sapendo che Gesù da lì a poco sarebbe passato a pochi passi da lui, desiderò vederlo con tutte le sue forze nonostante la grande folla intorno a lui e alla sua piccola statura.
Fu talmente tanto il desiderio del suo cuore che si arrampicò su un sicomoro per cercare di attirare l’attenzione di Gesù e, prima che potesse aprir bocca, fu Gesù ad accorgersi di lui e lo chiamò per nome invitandolo a scendere dall’albero affinché Egli potesse fermarsi in casa sua. Zaccheo CORSE da Gesù e con il cuore ricolmo di gioia si pentì di ogni sorta di peccato commesso promettendo di restituire ai poveri tutto ciò che egli illecitamente aveva rubato in passato.
Forse anche tu fino ad oggi hai creduto di avere tutto, ma a conti fatti hai capito che ti manca la vera felicità, una felicità che non può scaturire da ciò che è materiale, ma una felicità spirituale che nasce e giunge al tuo cuore direttamente da Dio mediante l’opera di Cristo sulla croce. Siamo peccatori e la nostra condanna è l’inferno ma stai tranquillo, Gesù ha già pagato per ognuno di noi, si … anche per te! Non devi far altro che accettare questo grande miracolo nella tua vita, ravvederti dal peccato e gioire per la salvezza.
Non mancheranno le avversità, le folle e la “piccola statura” faranno il possibile per allontanarti da Dio, ma con la perseveranza riuscirai con gli occhi della fede a scorgere Gesù per invitarlo nel tuo cuore, Egli non vede l’ora … è lì che ti aspetta, proprio lì accanto a te.
Decidi OGGI stesso da che parte vuoi stare, quale posizione prendere e lascia tutto nelle mani di Dio, che è pronto ad accoglierti tra le Sue braccia amorose e a cambiare la tua condizione di vita, prima di tutto spirituale ma anche materiale secondo la Sua perfetta volontà.
OGGI la salvezza può entrare nella tua casa se solo apri il tuo cuore, Gesù è morto per ognuno di noi, Egli è venuto qui in terra per salvare noi perduti versando il Suo prezioso sangue sulla croce.
Non focalizzare la tua attenzione sul mondo materiale, ma fissa lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta (Ebrei 12: 2) e potrai gustare il meraviglioso passaggio dalle tenebre di Satana alla luce perfetta di Dio.
Fermati un attimo e pensa a quante cose Dio ha già fatto per te nonostante la tua condizione di peccatore lontano da Cristo. Anche l’aria che respiri proprio in questo momento è un dono di Dio, tua moglie è un dono di Dio, tuo marito è un dono di Dio, i tuoi figli sono un dono di Dio, la tua salute è un dono di Dio … tutto proviene da Dio!
Il mondo non ha nulla da offrirti, anzi, è pronto a spogliarti da ogni valore e a tenerti lontano dalla vera gioia lasciandoti in una condizione di carestia spirituale perenne.
Ma non ti preoccupare, OGGI è il giorno della salvezza (2 Corinzi 6-2), il giorno in cui puoi prendere con fermezza una posizione e, se lo farai con tutto il tuo cuore, nessuno sarà in grado di smuoverti e toglierti ciò che Dio ha già preparato per te.
Dio ti sta aspettando, è alla porta e aspetta il tuo ritorno a Lui come il padre con il figlio prodigo. Ha già un vestito e dei calzari nuovi che ti aspettano tagliati su misura per te (Luca 15: 11-32).
E allora cosa aspetti? Apri il tuo cuore e lascia entrare Gesù!!

Dio sia lodato!

“Allarghiamo il cuore”

Culto di Domenica 09 Aprile 2017 – “Allarghiamo il cuore”

LA PAROLA

2 Corinzi 6: 11-13
11 La nostra bocca vi ha parlato apertamente, Corinzi; il nostro cuore si è allargato. 12 Voi non siete allo stretto in noi, ma è il vostro cuore che si è ristretto. 13 Ora, per renderci il contraccambio (parlo come a figli), allargate il cuore anche voi!

IL CULTO

IL MESSAGGIO

L’apostolo Paolo riprende con cuore sincero la chiesa dei Corinzi, accusandola di non aver aperto il proprio cuore a Dio. Egli desidera far riemergere quei sentimenti di amore e benevolenza che lo Spirito Santo di Dio aveva messo nella chiesa dei Corinzi, prima che questa si sviasse e iniziasse a disprezzare l’apostolo. E’ importante dire le cose con sincerità, confessare la propria situazione a Dio aprendo a Lui il proprio cuore senza tralasciare alcun dettaglio. Dio, infatti, amava Davide perché nonostante i problemi, le cadute e le difficoltà attraversate, in lui scorgeva un uomo sincero e con un cuore secondo Dio (1 SAM 13:14). Passano gli anni, le circostanze cambiano ma Paolo resta integro, rimane l’uomo fedele a Dio e leale che ama il Signore ed i fratelli con tutto il proprio cuore. Egli vuole tornare alla comunione che un tempo aveva con i Corinzi e suggerisce loro di tornare ad aprire il loro cuore, riprendendoli con amore.
Non illudiamoci che Gesù dimori in noi se non abbiamo le Sue qualità, impegniamoci piuttosto nella ricerca costante della comunione con Dio e con i fratelli. Allarghiamo il nostro cuore per ricevere ciò che viene da Dio e chiudiamolo davanti ai compromessi e le tentazioni del mondo.
Per questo la parola del Signore ancora oggi ci invita a riempire il nostro cuore di buoni sentimenti e dei doni spirituali che il Signore è pronto ad offrirci secondo la nostra fede, crediamoci!

Dio ci benedica!

“Gesù vuole vedere il tuo affanno”

Culto di Domenica 02 Aprile 2017 – “Gesù vuole vedere il tuo affanno”

LA PAROLA

Marco 6: 45-52
Gesù cammina sul mare
45 Subito dopo Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, verso Betsaida, mentre egli avrebbe congedato la folla. 46 Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare.
47 Fattosi sera, la barca era in mezzo al mare ed egli era solo a terra. 48 Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte, andò incontro a loro, camminando sul mare; e voleva oltrepassarli, 49 ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono che fosse un fantasma e gridarono; 50 perché tutti lo videro e ne furono sconvolti. Ma subito egli parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» 51 Salì sulla barca con loro e il vento si calmò; ed essi più che mai rimasero sgomenti, 52 perché non avevano capito il fatto dei pani, anzi il loro cuore era indurito.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Durante la tempesta che colpì l’imbarcazione su cui si trovavano i discepoli, questi cercarono con le proprie forze di salvarsi avvicinandosi a riva, ma ogni tentativo fu vano. Gesù, vedendo il loro affanno e proprio nel culmine della tempesta, si avvicinò a loro camminando sul mare con l’obiettivo di indicar loro la strada da seguire ma essi, presi da gran timore, non lo riconobbero nell’immediato e dalla tanta paura non riuscirono nemmeno a chiedergli aiuto. Gesù, con amore, li tranquillizzò e subito i discepoli capirono che era il momento di farGli spazio nella propria imbarcazione. Infatti, non appena lasciarono salire Gesù sulla propria barca, il vento si calmò generando grande stupore tra i discepoli.

Anche noi dobbiamo gettare fuori dalla barca della nostra vita tutto ciò che ci fa sprofondare e arrancare nella tempesta per fare spazio a Gesù. Abbandoniamo dubbi, incredulità, paure, ansie, timori e tutto ciò che cerca di allontanarci da Dio e contempliamo la figura perfetta di Gesù che è pronto a prendere il timone della nostra vita per condurci in porti sicuri. A volte la tempesta è necessaria, come lo fu per i discepoli, al fine di poter radicare tutta la nostra fede nella persona di Gesù. Non dobbiamo nasconderGli paure e preoccupazioni, bensì imparare sempre di più a permetterGli di intervenire nei nostri affanni. Facciamoci forza, la soluzione è al nostro fianco e si chiama Gesù; il Suo braccio potente è ancora oggi disteso e pronto ad operare. Proprio come dice il versetto “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei, 11:1) dobbiamo invocare il nome di Gesù e confidare nel Suo intervento, perché certamente il Signore calmerà la tempesta che imperversa nella nostra vita, placando ogni vento contrario.

Gesù è l’amico per eccellenza e aspetta solo di poter intervenire per ristorare il nostro animo afflitto, soccorrendoci quando siamo in affanno e viene a mancarci il respiro. Non vergognarti di ammettere che hai anche tu bisogno di Gesù, delle Sue opere nella tua vita, al contrario lascia che Egli spazzi via ogni timore e paura.
Ricorda che soltanto Gesù può salvare!

Dio ci benedica!

“E’ tempo di andare incontro a Gesù”

Culto di Domenica 12 Marzo 2017 – “E’ tempo di andare incontro a Gesù”

LA PAROLA

Matteo 25: 1-13
Parabola delle dieci vergini
1 «Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo. 2 Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute; 3 le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell’olio; 4 mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell’olio nei vasi. 5 Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono. 6 Verso mezzanotte si levò un grido: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!” 7 Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade. 8 E le stolte dissero alle avvedute: “Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9 Ma le avvedute risposero: “No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene!” 10 Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa. 11 Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: “Signore, Signore, aprici!” 12 Ma egli rispose: “Io vi dico in verità: Non vi conosco”.
13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Sei pronto come dovresti essere al ritorno di Gesù?
Gesù non ci rivela l’ora esatta e nemmeno il giorno, ma ci garantisce che qualcosa accadrà e che Lui certamente tornerà per rapire la Sua chiesa, la Sua sposa benedetta per portarla nel regno dei cieli. Per mezzo dello Spirito Santo, Egli con un grido risveglierà la Sua chiesa, proprio come ha fatto per le dieci vergini. Le cinque vergini disavvedute quando si svegliano si ritrovano impreparate davanti agli occhi di Dio, la porta del cielo è chiusa. Si sono allontanate dall’amore del Signore vivendo nelle tenebre e non accettando con pieno abbandono la volontà di Dio. Hanno preferito percorrere la strada larga del mondo e non quella stretta e angusta diretta al cielo finendo per perdersi. Le vergini avvedute non intendono condividere il proprio olio con le altre mischiandosi con loro e con le vie sbagliate che le disavvedute hanno scelto, sarebbe infatti una pazzia non seguire Gesù. Dobbiamo esporci in “prima linea”, essere operanti nel campo del Signore. E’ necessario aspettare il Suo ritorno con avvedutezza, vigilando e correndo incontro a Gesù con la lampada accesa alimentata dall’amore per le cose di Dio. Ciascuno deve provvedere per sé le proprie benedizioni affidandosi a Dio.

Oggi stai facendo ciò che il Signore si aspetta che tu faccia?
Anche noi nei momenti di difficoltà, di prove e di stanchezza, nonostante tutto dobbiamo reagire proprio come le cinque vergini avvedute: chiedendo preghiere, andando ai culti, facendoci forza con altri fratelli e sorelle, incoraggiandoci a vicenda e cercando di rivolgere il nostro sguardo a Gesù.Riempire la propria lampada d’olio significa soprattutto cercare l’unzione e tener viva la fiamma dell’amore di Gesù.

Stai aspettando nella maniera in cui ci si aspetta tu debba aspettare?
Rimani fermo nel Suo amore e continuando a tener viva l’unzione, non far spegnere l’olio con cui il Signore ti ha benedetto. Se invece ti senti un lucignolo fumante e sai che devi ancora lasciare delle cose del mondo e che ci sono dei lacci da spezzare dentro di te, chiedi a Dio di infiammarti con le Sue benedizioni e di liberarti, aiutandoti a santificarti di più. Prega Dio di alimentare il fuoco dell’amore che hai per Lui, desideralo con tutto il tuo cuore ed Egli non tarderà!.

Usciamogli incontro, coraggio!

Il Signore sia Lodato!