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“La gioia di Dio”

Culto di Domenica 22 Ottobre 2017 – “La gioia di Dio”

LA PAROLA

Giovanni 17: 11-19
11 Io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano uno, come noi. 12 Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta. 13 Ma ora io vengo a te; e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano compiuta in se stessi la mia gioia. 14 Io ho dato loro la tua parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Santificali nella verità: la tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo. 19 Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La gioia è uno dei frutti dello Spirito (Galati 5: 22), essa contraddistingue un cristiano nato di nuovo e soprattutto è ben visibile al mondo che ci circonda. Umanamente la gioia è un sentimento che spesso segue un evento piacevole, ma spiritualmente parlando non è questa la gioia di cui Dio si compiace.
Nei versetti meditati, quando Gesù parla della gioia, si riferisce a qualcosa di compiuto/completo, una condizione che va al di là degli eventi, ma che nel continuo è alimentata dall’appartenenza a Dio.
Gesù non è mai stato triste nonostante abbia affrontato il pianto, le avversità dal mondo, gli errati comportamenti di chi gli era più vicino e non per ultimo la morte di croce; la Sua gioia era completa e proveniva dal Padre, viveva per Lui soltanto e da Lui traeva forza.
Allo stesso modo, se anche noi vivremo per il nostro Signore, potremo gustare una gioia completa non condizionata dagli eventi; essa ci consentirà di affrontare a viso alto le prove, i dolori e l’astio del mondo.
Gesù si è donato sulla croce protendendosi e vivendo la completa gioia, che noi oggi possiamo afferrare per fede. Aver accettato Cristo come personale Salvatore presuppone vivere in una gioia completa, ma non sempre è così in quanto la gioia spesso arriva DOPO la prova, DOPO la liberazione, DOPO la benedizione. In realtà, se anche Dio non dovesse intervenire o dovesse tardare nel risponderci, la gioia dovrebbe essere comunque viva e presente perché, a prescindere dalla condizione in cui ci troviamo, Gesù vive in noi.
Non pratichiamo una gioia occasionale a intermittenza, ma rallegriamoci nel Signore perché Egli è il nostro tutto (Gioele 2:23).
Capita spesso di vedere credenti tristi, che soccombono SOTTO il peso delle afflizioni quando in realtà dovrebbero camminare SOPRA le prove sospinti dalla gioia di Dio.
Gesù ci ha avvisato di non far dipendere la nostra allegrezza dagli eventi e dalle vittorie che Egli ci darà, ma solo ed esclusivamente dal fatto che siamo salvati per grazia e che i nostri nomi sono scritti nei cieli (Luca 10:20).
La gioia di Dio ci sosterrà anche nei momenti più difficili, Cristo ci fornirà nuove energie spirituali, mentali e fisiche per poterne uscire gloriosamente vincitori (Neemia 8:10).
I nemici ci saranno sempre, Gesù era “Amore” eppure venne barbaramente maltrattato e affisso alla croce, quanto più noi saremo “presi di mira” con il rischio di far maturare in noi cattivi sentimenti. Con l’allegrezza di Dio, però, potremo superare ogni circostanza.
Probabilmente incontreremo Goliat più forti di noi, deponiamo a quel punto le nostre forze affidandoci completamente al Signore ed Egli interverrà. Nelle prove non lasciamoci AFFLIGGERE, ma rallegriamoci (Giacomo 1:2) e Dio ci sosterrà.
Oggi guardiamoci dentro e chiediamoci cosa ci fa gioire…l’opera di Dio o Dio stesso?
Satana cercherà nel continuo di attaccare la nostra GIOIA, ma noi non preoccupiamocene e fissiamo lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta, e vedremo grandi opere realizzarsi nella nostra vita.
In Luca 22:23 Gesù ci invita a rallegrarci quando saremo odiati dal mondo, perché vuol dire che saremo sulla giusta strada, staremo vivendo la vera gioia di Dio senza scendere a compromessi con il mondo stesso. Può sembrare un controsenso dover essere felici se qualcuno ci odia, ma consideriamo il premio finale, il cielo, e la gioia non tarderà a crescere nel nostro cuore.

Il messaggio di Dio è chiaro, non attendiamo gli eventi per essere contenti, ma restiamo vicini a Gesù ogni giorno e avremo di che gioire, Egli sarà sempre nel nostro cuore e ci accompagnerà a nuove vittorie passo dopo passo.
Dio ci ha donato TUTTO e non abbiamo scuse per abbatterci, ma solo un buon motivo per vivere nella gioia del nostro Signore.
Viviamo Gesù per ciò che Egli è e non solo per ciò che Egli ci dona e la nostra gioia sarà davvero COMPIUTA.

Dio ci benedica!

“Il Signore sta scuotendo il tuo cuore …”

Culto di Domenica 15 Ottobre 2017 – “Il Signore sta scuotendo il tuo cuore …”

LA PAROLA

Ebrei 12: 18-29
18 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccare con mano, e che era avvolto nel fuoco, né all’oscurità, né alle tenebre, né alla tempesta, 19 né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che quanti l’udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola; 20 perché non potevano sopportare quest’ordine: «Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata». 21 Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo». 22 Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, 23 all’assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24 a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell’aspersione che parla meglio del sangue d’Abele.
25 Badate di non rifiutarvi d’ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; 26 la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo». 27 Or questo «ancora una volta» sta a indicare la rimozione delle cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono scosse. 28 Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! 29 Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La Parola di Dio è ancora oggi viva e lavora la nostra vita scuotendola al fine di rimuovere ciò che non è buono per lasciar spazio a ciò che invece deve sussistere, essendo in accordo con la volontà di Dio; essa ci tocca nel profondo, spesso ci mette in crisi e ci costringe ad esaminare la nostra vita spirituale per poter togliere tutte quelle macerie che non solo non sono più utili, ma che “soffocano” ciò che invece deve necessariamente sussistere.
Dio scuote, ma la decisione di far pulizia all’interno del nostro cuore è strettamente personale, fermiamoci a considerare il modo con cui ci accostiamo al Signore e cerchiamo di comprendere quanto la Sua parola ci sta trasformando; certo, spesso non è così facile fare ordine in sé stessi, solitamente ha un costo ed è necessario coraggio.

Gesù, attraverso il Suo sacrificio sulla croce, ha scosso l’antico patto creandone uno tutto nuovo! Per i religiosi dell’epoca non fu di certo facile accettare il passaggio dalla legge di Mosè alla grazie di Cristo in cui tutti i rituali e i sacrifici propiziatori erano di fatto aboliti.
Dio, però, in più di un’occasione confermò Gesù, indicandoLo come il proprio Figlio diletto nel quale Egli si era compiaciuto (vedere Matteo 17:5 e Luca 3: 22), le fondamenta di quel tempo furono potentemente scosse!
Egli è il sacrificio potente e perfetto e il suo sangue dal cielo ancora oggi grida PERDONO e AMORE, a differenza del sangue di Abele che invece gridava vendetta (Genesi 4: 10)!

Dio è ancora oggi Colui che salva l’anima nostra, è li che ci aspetta ed è sempre paziente, ma richiede ubbidienza e vuole che rimuoviamo le macerie all’interno del nostro cuore, siamo la Sua Chiesa e vogliamo seguirLo! Non è mai troppo tardi per cambiare, non appelliamoci a frasi del tipo “io sono cosi, non posso farci nulla” perché stiamo mentendo a noi stessi e a Dio, Colui che trasforma i cuori in ogni tempo.
La Parola di Dio porta pace, essa è un fuoco consumante che scuote ciò che ci impedisce di vedere la gloria di Dio e solo togliendo ciò che è caduto potremo offrire a Dio un culto a Lui gradito.

Gesù ci avvicina a Dio (Efesini 2: 13), spezza le catene che ci tengono legati ed è un soccorso nella tempesta in cui siamo schiacciati sotto il peso delle zavorre.
Offriamo a Dio una vera adorazione, frutto di un cuore rinnovato e purificato; la lode Gli è dovuta in quanto è la Sua parte che dobbiamo offrire con riverenza e giusto timore ricordandoci che il culto non deve piacere a noi, ma a Dio e dobbiamo stare attenti a non cadere nell’errata concezione del culto come attrazione per gli uomini.
Rinnoviamo in noi il desiderio di consacrazione alla Parola, perché Essa parla nel continuo alla nostra vita e guai se non fosse cosi … per cui se ci scuote ringraziamoLo perché di per certo sta ponendo per noi delle ottime fondamenta su cui continuare a costruire mattone dopo mattone la nostra vita sprirituale.
Quando lo Spirito Santo mette alla luce ciò che in noi deve sparire non possiamo più far finta di nulla, siamo chiamati ad agire; il popolo di Israele in più di un’occasione di fronte agli scossoni che Dio mandava ai re che li governavano fecero finta di non ascoltare e inventarono scuse per non costruire il tempio, non creiamo ostacoli su ciò che Dio ha già fatto crollare, bensì impegniamoci alla rimozione.
Deve resistere ciò che non è crollato sotto l’limpulso della Parola di Dio, esso dovrà sussistere per sempre; teniamo gli occhi ben aperti perché il nemico delle anime nostre ci farà credere che Dio ha scosso anche cose buone all’interno del nostro cuore….stiamo attenti a non cadere nella menzogna.
Che la Parola di Dio possa ancora lavorarci dall’interno e possa farci crescere spiritualmente.

Dio ci benedica!

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (Matteo 24: 35)

“Solo Gesù può risolvere il tuo problema”

Culto di Domenica 08 Ottobre 2017 – “Solo Gesù può risolvere il tuo problema”

LA PAROLA

Marco 6: 45-52
Gesù cammina sul mare
45 Subito dopo Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, verso Betsaida, mentre egli avrebbe congedato la folla. 46 Preso commiato, se ne andò sul monte a pregare.
47 Fattosi sera, la barca era in mezzo al mare ed egli era solo a terra. 48 Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia della notte, andò incontro a loro, camminando sul mare; e voleva oltrepassarli, 49 ma essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono che fosse un fantasma e gridarono; 50 perché tutti lo videro e ne furono sconvolti. Ma subito egli parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» 51 Salì sulla barca con loro e il vento si calmò; ed essi più che mai rimasero sgomenti, 52 perché non avevano capito il fatto dei pani, anzi il loro cuore era indurito.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La natura sa essere sorprendentemente forte e, per quanto l’uomo si affatichi, spesso è lei ad avere la meglio. Gesù è l’unico a poter sgridare i venti per riportare la quiete, del resto la natura stessa è completamente sottoposta a Dio e questo ci viene confermato più di una volta all’interno della Parola; Giosuè con una preghiera fece fermare il sole per quasi un giorno intero (Giosuè 10: 12-14) ed ancora Ezechia chiese che il sole potesse tornare indietro di “10 gradini” e a seguito della preghiera di Isaia … ciò avvenne! (2 Re 20: 8-11).
Satana, colui che agisce più di frequente nella tempesta, è anch’esso sottoposto all’autorità di Dio e pertanto non abbiamo nulla da temere; l’uomo spesso sceglie il male e in quel caso si viene caricati del giogo pesante del nemico rischiando di restarne schiacciati. Gesù, però, è Colui che toglie i pesi, che ci dona leggerezza!
Non illudiamoci, con le nostre poche forze umane non potremo uscire illesi dalla tempesta.
Possiamo notare che, nell’episodio meditato, Gesù obbliga i suoi discepoli a partire…magari non era un loro desiderio, ma in ogni caso resta un dovere! Si, abbiamo dei doveri ben precisi dinanzi a Dio e siamo chiamati ad adempierli, primo fra tutti l’ubbidienza.
Cosa faceva Gesù mentre i discepoli si affannavano per arrivare all’altra riva? Pregava e, per quanto Egli non fosse vicino a loro fisicamente, il Suo sguardo era rivolto verso i suoi amati discepoli.
Gesù vede sempre il tuo affanno, non rimane indifferente. Questa è una certezza da custodire nel nostro cuore.
Nella tempesta le nostre remate cominciano a perdere di forza, l’ansia e la paura ci prendono e, non solo rischiamo di non avanzare, ma rischiamo di ritornare anche indietro. Non dimentichiamoci che senza Gesù non potremo superare quella tempesta.
Gesù, dopo aver visto l’affanno dei discepoli, decise di incamminarsi verso di loro per raggiungerli e soccorrerli perché sapeva che non stessero avanzando, nonostante i loro sforzi umani. Arrivato da loro, davanti allo stupore generale, parlò subito per tranquillizzarli infondendo in loro il coraggio che in quel momento era completamente assente.
Gesù, ancora oggi, desidera liberarti trasformando il tuo affanno in serenità ma, per consentirGli di operare, devi desiderarlo con tutto il tuo cuore (Isaia 30: 15).
L’uomo, per quanto possa sforzarsi, non riuscirà mai a tirarci fuori dalla prova eguagliando ciò che, invece, Gesù può e vuole fare. Per far sì che il vento si calmi, devi far posto a Gesù sulla tua barca, che può metaforicamente rappresentare il nostro cuore spirituale!
Come Zaccheo dobbiamo armarci di fede, farci spazio tra la folla che limita la nostra vista, sfidare i nostri limiti (stando alla scrittura egli era piuttosto basso) e arrampicarci sulla grazia di Dio per poter finalmente scorgere Gesù. Colui che passa lì, proprio per noi e già conosce il nostro nome, premierà di per certo la nostra fede entrando “in casa nostra” e consentendoci di conoscerlo, non solo per nome e per “reputazione”, ma anche come persona, in piena confidenza e da Che meraviglia vedere l’immediato ravvedimento di Zaccheo, che aveva compreso che dopo aver conosciuto il meglio nient’altro di materiale poteva valere così tanto! (vedi Luca 19: 1-10).
Ricordiamoci che non è la religione a salvare, ma solamente la fede in Cristo Gesù: Egli da sopra la barca calmerà i venti e ci guiderà verso l’altra riva!
La sera si avvicina e abbiamo bisogno che Gesù stia con noi perché è la nostra luce! (Luca 24: 13-31 / Michea 7: 8).
Per cui forza! Riceviamo Gesù nel nostro cuore, avremo prove e tribolazioni ma, allo stesso tempo, riceveremo sempre una soluzione per poterne uscire illesi!

Dio ci benedica!

“Cresciamo a livello spirituale”

Culto di Domenica 01 Ottobre 2017 – “Cresciamo a livello spirituale”

LA PAROLA

Giosuè 3: 1-17
Il passaggio del Giordano
1 Giosuè si alzò la mattina di buon’ora, e con tutti i figli d’Israele partì da Sittim. Essi arrivarono al Giordano, e là si fermarono, prima di oltrepassarlo. 2 Dopo tre giorni, gli ufficiali percorsero l’accampamento, 3 e diedero quest’ordine al popolo: «Quando vedrete l’arca del patto del SIGNORE vostro Dio, portata dai sacerdoti levitici, partirete dal luogo dove siete accampati, e andrete dietro ad essa. 4 Però, vi sarà tra voi e l’arca la distanza di circa duemila cubiti; non vi avvicinate ad essa, affinché possiate veder bene la via per la quale dovete andare; poiché non siete mai passati per questa via». 5 Giosuè disse al popolo: «Santificatevi, poiché domani il SIGNORE farà meraviglie in mezzo a voi». 6 Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l’arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l’arca del patto e camminarono davanti al popolo. 7 Il SIGNORE disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, affinché riconoscano che come fui con Mosè così sarò con te. 8 Tu darai ai sacerdoti, che portano l’arca del patto, quest’ordine: “Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano”». 9 Giosuè disse ai figli d’Israele: «Avvicinatevi e ascoltate le parole del SIGNORE vostro Dio». 10 Poi Giosuè disse: «Da questo riconoscerete che il Dio vivente è in mezzo a voi, e che egli scaccerà certamente davanti a voi i Cananei, gli Ittiti, gli Ivvei, i Ferezei, i Ghirgasei, gli Amorei e i Gebusei: 11 ecco, l’arca del patto del Signore di tutta la terra sta per passare davanti a voi per entrare nel Giordano. 12 Prendete dunque dodici uomini fra le tribù d’Israele, uno per tribù. 13 E non appena i sacerdoti che portano l’arca di DIO, Signore di tutta la terra, avranno posato le piante dei piedi nelle acque del Giordano, le acque del Giordano, quelle che scendono dalla parte superiore, saranno tagliate e si fermeranno in un mucchio». 14 Il popolo, partito dalle sue tende per oltrepassare il Giordano, aveva davanti a sé i sacerdoti che portavano l’arca del patto. 15 Appena quelli che portavano l’arca giunsero al Giordano e tuffarono i piedi nell’acqua della riva (il Giordano straripa dappertutto durante tutto il tempo della mietitura), 16 le acque che scendevano dalla parte superiore si fermarono e si elevarono in un mucchio a una grandissima distanza, fino alla città di Adam che è vicino a Sartan; e quelle che scendevano verso il mare della pianura, il mar Salato, furono interamente separate da esse; e il popolo passò di fronte a Gerico. 17 I sacerdoti che portavano l’arca del patto del SIGNORE stettero fermi sull’asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

I versetti di oggi ci parlano di Giosuè, un uomo grandemente usato da Dio; ha affrontato grandi battaglie ma, con l’aiuto del Signore, le ha vinte tutte. Oggi Dio ci dice che il Suo desiderio è quello di vederci crescere a livello spirituale (Ebrei 5:11-14).
Quante volte nelle difficoltà ci domandiamo il perché Dio permetta prove così difficili? Magari siamo appena usciti da un periodo burrascoso e ci ritroviamo dopo poco tempo in un periodo ancor peggiore…e lo sconforto rischia di prendere il sopravvento.
Come può Dio farci crescere? Proprio attraverso la tempesta; infatti, solo attraverso le difficoltà la nostra fede potrà maturare. Più desidereremo essere simili a Gesù e più saremo provati, ma di per certo ne usciremo vittoriosi! Non dimentichiamoci infatti che le più grandi battaglie Dio le affida ai Suoi guerrieri più forti, Egli ci stima quindi potenti e in grado di poterle superare.
Ma per far sì che ciò avvenga dobbiamo mettere in pratica i consigli di Dio e, in particolare, oggi ci vengono presentate tre precise azioni da compiere!

1 – Porre il nostro sguardo su Gesù
La prima azione da compiere per poter crescere è quello di fissare il nostro sguardo su Gesù, è l’unico modo per tutelarci dal mondo camminando sulla retta via. Da notare infatti come il popolo doveva prima vedere l’arca di Dio e poi muoversi per attraversare il Giordano, è Gesù che traccia il percorso da seguire. Allo stesso modo anche noi dobbiamo guardare Gesù, solo così potremo affrontare nel modo migliore ogni avversità. ContemplandoLo di per certo riusciremo ad essere più simili a Lui, ne assumeremo i sentimenti e la pietà.

2 – Santificarci
La seconda azione riguarda la santificazione che ogni nato di nuovo deve ricercare.
Oggi giorno il termine “santificazione” è un po’ passato di moda, ma resta essenziale per la crescita spirituale di un figlio di Dio. Molto spesso siamo così presi dalle cose di Dio (e non) che trascuriamo la comunione con il Signore. Dobbiamo dedicarci alla preghiera e alla meditazione della parola di Dio, gli strumenti che ci consentono di amarLo sempre più. Non siamo servitori della Chiesa di Dio, ma servitori di Dio stesso, guardiamoci intorno e allontaniamo dalla nostra vita tutto ciò che può ostacolare e/o aumentare lo spazio tra noi e Gesù. Le persone del mondo in noi devono vedere Dio, coerentemente con ciò che professiamo.

3 – Ascoltare la Parola di Dio
La terza azione fondamentale per la crescita spirituale è quella di ascoltare (e mettere in pratica) la Parola di Dio. Spesso poniamo a Dio diverse domande, accumuliamo i “perché”, ma non restiamo mai in silenzio per ascoltare le Sue risposte. Fermiamoci ed apriamo le nostre orecchie spirituali per ascoltare ciò che Dio vuole dirci. Non dimentichiamoci che prima di vedere le mura di Gerico sgretolarsi dobbiamo necessariamente attraversare il Giordano, vedremo mura d’acqua intorno a noi, ma i nostri piedi saranno sull’asciutto.

Le battaglie sono preparatorie, ci allenano per affrontare battaglie più grandi e nello stesso tempo aprono la strada a grandissime benedizioni da parte di Dio. Più sarà dura la prova e più sarà grande il frutto che ne mangeremo, la benedizione che ne trarremo e la testimonianza che potremo dare alla gloria di Dio.

E allora forza fratello e forza sorella! Egli conosce la tua prova e sa già come tirartene fuori, guarda Gesù e punta a raggiungere la Sua statura perfetta, ben presto vedrai una grande liberazione!

Dio ci benedica!

“Mettiamoci sulla rotta di Dio”

Culto di Domenica 24 Settembre 2017 – “Mettiamoci sulla rotta di Dio”

LA PAROLA

2 Re 7: 3-8
3 C’erano quattro lebbrosi presso l’entrata della porta della città, i quali dissero tra di loro: «Perché ce ne stiamo qui in attesa di morire? 4 Se diciamo: Entriamo in città, in città c’è la fame, e noi vi morremo; se restiamo qui, morremo lo stesso. Dunque venite, andiamo a buttarci nell’accampamento dei Siri; se ci lasciano vivere, vivremo; se ci danno la morte, morremo». 5 Sull’imbrunire, si alzarono per andare all’accampamento dei Siri; e come giunsero all’estremità dell’accampamento dei Siri, ecco che non c’era nessuno. 6 Il Signore aveva fatto udire nell’accampamento dei Siri un rumore di carri, un rumore di cavalli, un rumore di grande esercito, tanto che i Siri avevano detto fra di loro: «Il re d’Israele ha assoldato contro di noi i re degli Ittiti e i re degli Egiziani, perché vengano ad assalirci». 7 E si erano alzati, ed erano fuggiti all’imbrunire, abbandonando le loro tende, i loro cavalli, i loro asini, e l’accampamento così com’era; erano fuggiti per salvarsi la vita. 8 Quei lebbrosi, giunti all’estremità dell’accampamento, entrarono in una tenda, mangiarono, bevvero, e portarono via argento, oro, vestiario, e andarono a nascondere ogni cosa. Poi tornarono, entrarono in un’altra tenda, e anche di là portarono via roba, che andarono a nascondere.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

“Eh, doveva andare cosi …”, “Il destino ha deciso cosi” … quante volte abbiamo sentito intorno a noi o abbiamo pronunciato frasi di questo tipo?
Dal punto di vista cristiano si può parlare di destino? Certamento no. Il destino non esiste e infatti non se ne fa menzione nella Parola di Dio; possiamo però parlare di scelte… e di conseguenze!
Ciò che semineremo, le strade che imboccheremo, le persone con cui avremo comunione nel tempo e i nostri atteggiamenti / sentimenti, influenzeranno di per certo il nostro cammino ed è per questo che siamo chiamati a compiere delle scelte guidati da Dio con l’obiettivo di continuare ad intraprendere sempre la strada giusta.
Nella lettura di oggi possiamo constatare che, tra il proposito dei quattro lebbrosi e l’intervento con mano potente di Dio, c’è un aspetto importante … il fatto che essi fossero sulla rotta della volontà di Dio.

Sono tre gli aspetti che ci possono “farci da navigatore” e indicarci la giusta via:

1 – LA SPERANZA
I quattro lebbrosi esprimono prima di tutto la speranza nel Signore (“se ci lasciano vivere, vivremo”); per quanto possa sembrare fragile e labile essa è ciò che li spingerà a fare il primo passo di fede in avanti. I Siri di per certo non li avrebbero accolti a braccia aperte, tutt’altro!
Eppure sperano contro speranza …
Anche noi siamo chiamati a confidare in Dio nel continuo mantenendo sempre accesa la fiamma della speranza. Dio benedice sempre le scelte mosse da una sincera speranza in Lui.
C’è qualcosa di troppo difficile per Dio? NO, senza ombra di dubbio.
Ricordiamoci che quando speriamo compiamo i primi passi che ci instradano nella rotta verso Dio.

2 – L’UBBIDIENZA
Un altro aspetto che si evince dai 4 lebbrosi, e nello specifico in uno di loro, è l’ubbidienza (“Dunque venite, andiamo a buttarci nell’accampamento dei Siri”). C’era infatti un solo passo possibile per loro, muoversi verso i Siri con la piena consapevolezza che Dio aveva già preparato tutto!
Come nella fornace ardente Gesù era il quarto uomo presente in mezzo al fuoco (Daniele 3: 23-25) anche in questo caso il quarto lebbroso può essere identificato con la figura di Gesù che indica la giusta rotta per gli altri tre.
E’ Gesù che fa tutto, Egli è il supremo architetto di ogni nostro progetto di cui noi possiamo limitarci ad essere i raffinatori. A volte vogliamo coprire noi il ruolo di architetto nonostante le nostre limitate capacità, inevitabilmente prenderemo la strada sbagliata.
Non chiediamo a Dio di benedire i nostri piani, ma chiediamoGli di mostrarci i Suoi che, di per certo, saranno già benedetti. Lui prepara la Via, ubbidiamoGli e alla fine, quando ne usciremo vincitori, diamo soltanto a Lui la gloria … ricordiamoci che la firma in fondo al progetto, deve essere la Sua! Ubbidiamo al Signore piegando il nostro cuore davanti a Lui e, se saremo smarriti e allo sbando, Egli ci farà da guida e ci rimetterà sulla giusta strada. Nella Parola di Dio troveremo sempre e solo la verità, TUTTA la verità! E sarà proprio Lei ad indirizzarci sul giusto sentiero.

3 – LA FEDE
Non poteva di per certo mancare la fede tra gli aspetti che ci guidano verso la giusta rotta.
E’ proprio la fede che muove la mano di Dio, i quattro lebbrosi verso l’imbrunire si alzarono per incamminarsi verso l’accampamento dei Siri e proprio in quel preciso momento, sempre all’imbrunire, Dio mise in fuga i Siri dal proprio accampamento.
Buttiamoci anche noi tra le braccia di Dio con la certezza che ci saranno le Sue mani pronte ad accoglierci; ogni passo di fede ci porta sulla giusta strada e fa muovere la mano di Dio in nostro favore. Dio onorerà sempre una fede sincera, ce lo ha detto che non ci lascerà e non ci abbandonerà (Giosuè 1: 5) e noi dobbiamo crederci con tutto il nostro cuore!

Gesù, la guida per eccellenza, è pronta per guidarci verso Dio … lasciamoci trasportare!

Dio ci benedica!

“Dio ci ama al presente!”

Culto di Domenica 17 Settembre 2017 – “Dio ci ama al presente!”

LA PAROLA

Efesini 5: 1-2
1 Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati; 2 e camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

“Perché siete figli da lui amati”, quale miglior gioia possiamo avere sapendo che siamo ancora oggi, nel presente, amati da Dio?
Quante volte volgiamo il nostro sguardo indietro e vediamo l’amore di Dio che ci ha liberato dal peccato e dalle schiavitù di questo mondo salvando la nostra anima? E quante volte, invece, nel presente ci chiediamo se Dio ci ama ancora?
Oggi Dio ci vuole rassicurare e ci dice che, ancora oggi, il Suo amore per noi è vivo nonostante i nostri limiti e la nostra poca fede. L’amore di Dio non vive nel passato, ma nel presente e questa è una certezza che dovrebbe accompagnare il credente in ogni istante della propria vita.
Spesso, come Israele appena uscito dal Mar Rosso, cominciamo a porre poca fiducia in Dio nonostante ci sia la piena consapevolezza della Sua potenza; cominciamo a dubitare del Suo amore nei nostri confronti e inevitabilmente cadiamo in uno stato d’apatia spirituale.

Ricordiamoci che agli occhi di Dio noi non siamo grandi uomini, ma piccoli fanciulli, con i nostri limiti e le nostre insicurezze, ma con un grande desiderio d’amore e protezione. Intorno a noi potrebbero accadere eventi spiacevoli, ma non ci colpiranno se, come bambini, restiamo aggrappati al nostro Padre Celeste con la consapevolezza che il Suo amore per noi è vivo e attuale!
Quale genitore non offrirebbe amore e protezione giorno dopo giorno al proprio figlio? Quanto più Dio farà lo stesso, e molto di più, per i suoi figliuoli!

Noi siamo il popolo di Dio, eravamo pecore erranti senza pastore, ma dopo aver accettato Gesù nella nostra vita abbiamo trovato la vera guida; attenzione però, i lupi sono in agguato pronti a sbranare il gregge. Dobbiamo rimanere fermi e fiduciosi nell’amore di Dio e nessuno potrà farci del male (vedere la forza che traeva Davide da Dio per proteggere le proprie pecore da leoni ed orsi in 1 Samuele 17: 34-37)!
Non dobbiamo dimenticarci di una realtà importante, siamo parte del gregge di Dio anche durante la prova; se permettiamo alle ostilità di farci uscire dal gregge, restiamo senza pastore e diventiamo facili prede di chi è lì, pronto a “sbranarci”!

Il mondo è malvagio e inevitabilmente ci proverà, ma non dobbiamo far ricadere le colpe sul poco o mancato amore di Dio nei nostri confronti; quante volte nella prova ci è passata per la mente la frase “ma tu Dio mi ami ancora?. Fermiamoci a riflettere e immaginiamo quanto potrebbe far male a un genitore una frase del genere pronunciata da un proprio figlio…tanto vero?
Se ogni volta Dio è lì pronto a consolarci, ristorarci, amarci, parlarci, rialzarci … cosa dovrebbe fare di più per dimostrare che ci ama? Siamo noi che dovremmo correre da Lui anche se, spesso nella sua immensa grazia, è Lui che corre verso di noi per riabbracciarci (vedere il comportamento amorevole del padre del figlio prodigo in Luca 15: 11-32)!

Se mi sento amato da Dio potrò amare il mio prossimo, altrimenti cosa avrò da offrirgli? Dobbiamo sentire il bisogno dell’amore di Dio e glorificarLo in ogni istante e in ogni circostanza della nostra vita, perché non c’è miracolo più grande di glorificare il Signore durante l’afflizione, farlo dopo aver visto un miracolo potrebbe essere “troppo facile” (vedere come Paolo e Sila glorificavano Dio nonostante fossero stati ingiustamente imprigionati in Atti 16: 25-34).

Dio, a differenza di Satana, non punterà mai un dito verso di noi per accusarmi, ma tenderà sempre la sua mano per accoglierci e rialzarci con amore. Anche nella tempesta dobbiamo soffermarci a contemplare e scorgere l’amore di Dio…si, proprio nella tempesta; infatti spesso è nella prova che il nostro sguardo rimane fermo su Dio, Lo cerchiamo con tutto il nostro cuore, bramiamo la Sua presenza più di ogni altro momento, desideriamo la liberazione, la guarigione, il Suo soccorso divino e le nostre ginocchia rimangono per lunghi periodi ben salde a terra. Lontani dalla prova possiamo dire che il desiderio di comunione è cosi bramoso? Quando “tutto va bene” il nostro sguardo tende ad allontanarsi da Dio e a posarsi di più sugli uomini e sulle cose del mondo.
L’uomo è limitato e non potrà mai offrirci un amore paragonabile a quello di Dio che è la verità per eccellenza!

La benedizione di Dio non passa da un brivido o da una forte emozione, essa si manifesta quando Dio sta parlando bene di noi ed Egli non potrà mai dire male nei nostri confronti per un motivo molto semplice, ci AMA senza alcun limite.
Il nostro miglior amico è Gesù, ci dirà sempre la verità anche se essa ci farà male in un primo momento, sarà sempre lì pronto a indicarci la strada giusta da seguire, a correggerci e a disciplinarci se è necessario (Ebrei 12: 4-6)! Dio ci esaudirà secondo la reale necessità che abbiamo, SEMPRE! Anche nei “no” di Dio possiamo ammirare il Suo amore. Ci vuole preparare per il cielo ed Egli sicuramente conosce la strada migliore da seguire e i mezzi giusti per arrivarci.

Oggi decidiamo di ricevere l’amore di Dio nella sua interezza e nella sua attualità. Poniamo i nostri dubbi, le nostre incertezze, le nostre afflizioni, i nostri parenti non convertiti e le nostre malattie ai piedi della croce attraverso la preghiera perché anche in questo dimostriamo il nostro amore nei Suoi confronti: mostriamo una piena fiducia a colui che ci ascolta ed è pronto ad intervenire in nostro favore.

Se preghiamo con fede faremo muovere la mano di Dio, ma se preghiamo senza fede saremo noi a muoverci nella nostra limitata umanità e carnalità, stiamo quindi attenti…preghiamo e lasciamo fare a Lui!
Cosa possiamo pretendere di più dal nostro Dio? Ci custodisce in quanto Suoi figli, ci aiuta a maturare per farci crescere ed avere più responsabilità nei Suoi confronti, ci rende migliori attraverso la prova come l’oro che passa attraverso il fuoco per essere reso puro; insomma, non possiamo che dire grazie al nostro Dio per il Suo immenso amore che, ANCORA Oggi, è pronto a riempire il nostro cuore, dissetando l’anima nostra!

Dio ci benedica!

“Rifugiati in Gesù”

Culto di Domenica 10 Settembre 2017 – “Rifugiati in Gesù”

LA PAROLA

Giovanni 10: 22-39
Gesù afferma la sua divinità
22 In quel tempo ebbe luogo in Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno, 23 e Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. 24 I Giudei dunque gli si fecero attorno e gli dissero: «Fino a quando terrai sospeso l’animo nostro? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente».
25 Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non lo credete; le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di me; 26 ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore. 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; 28 e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. 30 Io e il Padre siamo uno». 31 I Giudei presero di nuovo delle pietre per lapidarlo. 32 Gesù disse loro: «Vi ho mostrato molte buone opere da parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate?» 33 I Giudei gli risposero: «Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34 Gesù rispose loro: «Non sta scritto nella vostra legge: “Io ho detto: voi siete dèi”?
35 Se chiama dèi coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), 36 come mai a colui che il Padre ha santificato e mandato nel mondo, voi dite che bestemmia, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? 37 Se non faccio le opere del Padre mio, non mi credete; 38 ma se le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e che io sono nel Padre». 39 Essi cercavano nuovamente di arrestarlo; ma egli sfuggì loro dalle mani.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Gesù si era presentato come Cristo, il figlio di Dio dimostrandone tutta la gloria attraverso opere potenti e ben visibili ma, nonostante tutto, i Giudei non credevano.
Dio può compiere qualunque miracolo, può aprire ancora oggi il mare, può spostare le montagne, far scaturire acqua dalla roccia, guarire, liberare e resuscitare i morti ma, se l’uomo non vuole credere, non c’è null’altro che si possa fare (Luca 16: 31).
Dio ci ha concesso il dono della fede attraverso la quale abbiamo potuto riconoscere in Gesù il Cristo; in particolar modo ha voluto dare a ciascuno di noi una ben determinata misura di fede che ci ha permesso di realizzare il dono della vita eterna.
La Parola di Dio è sempre vera, anche se viviamo nelle difficoltà e il mare intorno a noi è tempestoso (Marco 4: 35-41) la fede, essendo forte, deve essere sempre presente. Purtroppo però non è sempre cosi, capita infatti che nella prova non facciamo più nostra la Parola di Dio pur sapendo che egli NON PUO’ MENTIRE.

Nel verso 18 Gesù non fa riferimento a qualcosa di materiale, ma solo ed esclusivamente alla vita eterna; infatti, Egli ci ha già avvisati che nel mondo avremo tribolazioni, saremo accusati, disprezzati e oppressi ma ci ricorda, ancora oggi, che Egli ha vinto il mondo (Giovanni 16: 33) e che noi siamo più che vincitori in Colui che ci ha amati (Romani 8: 37)!
Nessuno può rapire una pecora dalla mano del Signore, dobbiamo quindi prendere la decisione di non prostrarci davanti ai problemi ben consci che, se anche Dio non dovesse intervenire, resteremo gioiosi perché la vita eterna è per sempre!
Non distogliamo il nostro sguardo dall’obiettivo primario per non far venir meno la fede, viviamo il quotidiano stando aggrappati a Gesù, il nostro buon Pastore; la vita terrena, per quanto problematica possa essere, prima o poi passerà, siamo quindi chiamati ad avere una fede assoluta in Dio sapendo che, se saremo afflitti a causa dell’amore che proviamo per Gesù, che ci spinge inevitabilmente a fare la Sua volontà, non potremo che dare a Lui la gloria!
Non affatichiamoci per realizzare ciò che è materiale in questo mondo, ma sforziamoci di cercare di più il Signore ed Egli di per certo ci fornirà tutto ciò che ci necessità per vivere (vedere la promessa che Dio fece a Baruc in Geremia 45: 1-5).

Oggi Dio ci ricorda un’altra bellissima verità, Egli non ci giudica ma ci ama cosi come siamo; sapeva sin dal nostro primo giorno di vita che saremmo caduti nel continuo anche dopo aver accettato Gesù come nostro Salvatore ma, nonostante tutto il Suo amore, per noi rimane immutabile ed è quest’amore che deve ogni giorno darci la forza per rialzarci e star ancora di più vicino a Lui.
Saremo tutti provati e molto spesso saranno prove condivise con altri credenti ma non temere, Dio non permetterà che la tua barchi affondi, la tirerà su e tu non perirai.
Nessuno può intaccare la nostra comunione con il Signore e la fiducia che il Lui solo riponiamo, è il principale obiettivo di Satana che in ogni caso non potrà togliere una sola pecora dalle mani di Dio.
La vita eterna in Cristo Gesù ci pone di fronte ad un’altra bellissima verità, noi non moriremo MAI (Giovanni 11: 25-26 / Giovanni 3: 16), affronteremo il passaggio dalla vita terrena alla vita eterna ma, in quanto nati di nuovo, non proveremo la morte intesa come distaccamento da Dio. La fede che riponiamo in Lui inevitabilmente ci legherà a Dio stesso e a coloro che Lo amano, non con il mondo con cui avremo contrasti e visioni differenti dovute al fatto che i nostri occhi sono stati ben aperti dal Signore; non aspettiamoci molto da chi non ha ancora ricevuto nel proprio cuore la grazia di Dio, forse riusciremo ad attirarli a Lui, ma stiamo attenti a non essere noi attirati dal mondo: il confine può essere estremamente sottile!
Continuiamo a servire il Signore guidati dalla Sua Parola (2 Corinzi 6: 3-10) e saremo al sicuro nelle Sue mani come un bambino nelle mani di un genitore. Non fermiamoci a pensare a ciò che non siamo per Dio, se siamo degni o meno, se pecchiamo troppo, se siamo mancanti nel servizio, ma concentriamoci invece su ciò che siamo per Lui, pecore preziose che non periranno MAI!

Forza fratello e forza sorella, benediciamo ricolmi di gioia il nostro Dio per la vita eterna in Cristo Gesù e non pieghiamo le nostra ginocchia sfiancati dai problemi, ma piuttosto pieghiamole per lodare il nome del Signore!

Dio ci benedica!

“Non avere paura d’amare!”

Culto di Domenica 06 Agosto 2017 – “Non avere paura d’amare!”

LA PAROLA

Matteo 24: 1-14
Il discorso profetico di Gesù
Distruzione di Gerusalemme e venuta del Figlio dell’uomo
1 Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. 2 Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata».
3 Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?»
4 Gesù rispose loro: «Guardate che nessuno vi seduca. 5 Poiché molti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”. E ne sedurranno molti. 6 Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. 7 Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; 8 ma tutto questo non sarà che principio di dolori. 9 Allora vi abbandoneranno all’oppressione e vi uccideranno e sarete odiati da tutte le genti a motivo del mio nome. 10 Allora molti si svieranno, si tradiranno e si odieranno a vicenda. 11 Molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. 12 Poiché l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. 13 Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. 14 E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Nella lettura di oggi possiamo osservare come i discepoli di Gesù avevano gli occhi puntati su ciò che è terreno, in questo caso il tempio.
Gesù, invece, li invita a non distogliere il proprio sguardo dal cielo in quanto il fine unico della fede in Cristo Gesù è la vita eterna nel cielo.
Il vero tempio da osservare è Gesù: sacrifichiamo ciò che abbiamo di terreno per “acquistare” la perla di gran valore (Matteo 13:46).
L’altro punto d’attenzione che Gesù mette in risalto sono i falsi profeti, che sorgeranno da li a poco (e che oggi sono in mezzo a noi) per predicare un vangelo diverso da quello di Dio, con l’obiettivo di ricevere l’approvazione degli uomini piuttosto che l’approvazione di Dio stesso. Ricordiamoci che il vangelo da seguire è quello di Gesù, che ancora oggi vaglia gli uomini affinché venga rispettata tutta la dottrina e non solo una parte.
L’avviso di Gesù è chiaro, molti salvati si svieranno, l’iniquità aumenterà e avrà un grande effetto sul popolo di Dio; l’amore dei più si raffredderà in quanto si diffonderà una vera e propria paura d’amare il prossimo e lo stesso popolo di Dio.
Cosa può generare in noi questa paura d’amare?
Prima di tutto il pericolo più grande è il confondere l’amore umano con l’amore di Dio. L’amore di Dio non ama per ricevere qualcosa in cambio, ma ama a prescindere! Se il nostro amore è direttamente proporzionale a quanto gli altri ci amano vuol dire che non stiamo mettendo in pratica l’amore che il Vangelo ci insegna, bensì un amore carnale, che prima o poi sarà destinato a finire.
Probabilmente l’amore che proveremo genererà contrasti, saremo spesso giudicati e a volte anche derisi e scherniti, ma sarà grande la benedizione che ne riceveremo in cambio. Non facciamo il gioco del nemico e sforziamoci di amare con tutto il nostro cuore il prossimo e la Chiesa senza aspettarci nulla in cambio!
Sono tanti gli uomini all’interno della Bibbia che ci dimostrano quanto possa essere grande l’amore che Dio mette nei nostri cuori e quanto possa essere efficace per noi e per chi ci sta intorno. Prima di tutto Gesù, l’amore per eccellenza, ma potremo parlare anche di Stefano, Abramo, Daniele, Giuseppe.
Se amiamo Dio siamo chiamati anche ad amare la Chiesa (1 Giovanni 4:20) di un amore sincero, senza ipocrisia. Del resto se nella Chiesa di Dio non c’è amore, cosa ne rimane?
Oggi guardiamo dentro ognuno di noi per capire quanto amiamo la chiesa e quanto di questo amore si può rispecchiare nell’amore perfetto di Gesù che ha amato il mondo sapendo già che il mondo stesso l’avrebbe rifiutato e messo sulla croce.
Se il nostro amore si è attenuato e raffreddato dobbiamo preoccuparci, il rischio è quello di diventare tiepidi come la chiesa di Laodicea (Apocalisse 3: 16). Dio è presente in una Chiesa dove viene praticato il Suo amore perfetto, un amore che si può quasi toccare con mano per quanto è attivo e operante. Se il nostro cuore traboccherà d’amore il nostro donarci sarà ben visibile a tutta la Chiesa, non si potrà tener nascosto.
L’amore di Gesù è stato ben visibile, ha camminato in mezzo ai bisognosi, ai duri di cuore, ai peccatori ed è morto in modo visibile sulla croce, sempre e solo per il Suo immenso amore per ognuno di noi.
Umanamente è impossibile ma l’amore di Dio nei nostri cuori ci porterà ad amare gli altri più di noi stessi (Filippesi 2: 3-4), mettiamo gli altri sul trono invece di volercene impossessare a tutti i costi mettendo zizzania nella Chiesa per mettere in cattiva luce altri fratelli o sorelle; del resto amare gli altri significa rinunciare a qualcosa di sé stesso come avviene all’interno di un matrimonio dove marito e moglie limano i propri caratteri per arrivare ad un punto comune in cui uno compensa l’altro e viceversa.
Credi che quest’amore nel tuo cuore non sia più presente o non lo è mai stato?
Non temere, c’è una buona notizia per tutti noi …Gesù è ancora oggi vivente e pronto a riversare in noi i Suoi sentimenti se noi glielo chiediamo e concediamo. Se oggi vedi in te soltanto difetti e sei convinto che Dio non è con te e non ti approva sappi che Dio ti ama per quello che sei, amati anche tu! Egli quando ti ha scelto sapeva già quante volte saresti caduto e quante volte Egli sarebbe stato li pronto con la mano tesa per rialzarti.
Conserviamoci nell’amore di Dio (Giuda: 20-21), dirigiamo gli altri non verso un amore carnale, ma verso l’amore di Dio perché chi dimora nell’amore di Dio rimane in Dio e Dio dimora in lui (1 Giovanni 4:16).
Quando amiamo siamo più che vincitori, se non amiamo partiamo già sconfitti in partenza!
Possiamo servire il Signore con tanti servizi, donarci con tutto noi stessi alla Chiesa, ma senza amore saremo solo squillanti cembali (1 Corinzi 13: 1-3). Quindi non giriamoci dall’altra parte se un fratello è nel bisogno, ma interveniamo e amiamolo con tutto noi stessi.

Signore aiutaci ad amare, senza paura!
Dio ci benedica!

“Maria invece …”

Culto di Domenica 30 Luglio 2017 – “Maria invece …”

LA PAROLA

Giovanni 20: 11-18
Gesù appare a Maria Maddalena
11 Maria, invece, se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, 12 ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?» Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l’abbiano deposto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Ella, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò». 16 Gesù le disse: «Maria!» Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: «Rabbunì!» che vuol dire: «Maestro!» 17 Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”». 18 Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Maria​,​INVECE, rispetto a Pietro e Giovanni, fece qualcosa di diverso; scelse di restare vicino al sepolcro a piangere. Da lì a breve sarà la prima persona a vedere Gesù risorto, un evento glorioso ed unico nella storia. La scelta non fu affatto facile e scontata, anzi fu molto coraggiosa considerando che andò contro corrente anche rispetto ai discepoli di Gesù.
Anche noi oggi siamo chiamati dal Signore a fare delle scelte “eccezionali”, diverse rispetto alle scelte di altri credenti; scelte individuali fatte con fede che ci porteranno a vedere qualcosa di speciale.
La comune adunanza è importante, una grandissima benedizione per ogni figlio di Dio ma il rapporto con il Signore è personale, un giorno infatti ci ritroveremo faccia a faccia con Dio singolarmente, uno per uno. Sono molteplici le esperienze che si fanno collettivamente insieme ad altri fratelli ed altre sorelle,​ ​ma ci sono alcune benedizioni che sono riservate al singolo individuo​.​
​Per poterne godere i frutti siamo chiamati a scegliere individualmente per Gesù guidati dall’amore e dalla passione nei Suoi confronti, a costo di andare contro corrente rispetto ad altri componenti della Chiesa di Cristo.
Cosi come Maria riconobbe Gesù dalla ​Sua voce, anche noi dobbiamo ascoltare e seguire la voce del nostro buon Pastore. A Maria verrà affidato un mandato importante e glorioso, quello di andare dai discepoli ad annunciare la Sua resurrezione. Che meravigliosa esperienza!
Sono diversi, all’interno della Parola, gli uomini di cui Dio si è usato per manifestare la Sua gloria e tutti hanno in comune il fatto di aver preso delle posizioni individuali nei confronti del proprio Signore. Ad esempio Daniele, prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re (Daniele 1:8) e trovò grazia e compassione agli occhi di Dio, fu grandemente amato.
Non importa se le nostre scelte non saranno condivise da altri componenti della Chiesa, non fa nulla se agli occhi del mondo sembreranno scelte dettate dalla follia, noi continuiamo ad andare avanti lungo la strada che Dio ha tracciato per noi. Non seguiamo la massa ma scegliamo PERSONALMENTE di seguire Gesù in ogni istante della nostra vita e di servirLo con tutte le nostre energie.
Davide non fu obbligato a scendere nella valle per abbattere Goliat, fu una sua scelta individuale; la sua vittoria sarà poi una grande benedizione anche per tutti gli altri componenti del popolo di Israele che decisero in cuor loro di seguire lo scontro a debita distanza.
Viviamo negli ultimi tempi e​,​ oggi più che mai​,​ è indispensabile che vengano prese delle decisioni individuali per Dio per non essere freddi​ o​ peggio ancora tiepidi​,​ ​bensì​ ferventi!
Satana sta cercando in tutti i modi di allontanare il credente da due solidi pilastri, la parola di Dio e la preghiera (Atti 6:4); anche la moltitudine dei servizi fatti per Dio o l’impegno per il sociale, se non preceduti dalla Parola di Dio e dalla preghiera, possono produrre effetti indesiderati all’interno del credente. Potrebbero minare il tempo da dedicare allo studio della Parola e alla comunione personale con il Signore.
C’è e ci deve essere un solo trono nel nostro cuore, quello destinato a Cristo Gesù!
Per far sì che Gesù rimanga al centro del nostro cuore dobbiamo meditare la Parola, comprenderla, viverla; a tutto ciò va aggiunta anche una massiccia dose di preghiera che ci consentirà di conoscere di più Dio, di scrutare a fondo noi stessi per comprendere di più i nostri limiti e quanto ancora abbiamo bisogno di restare ai piedi della croce.
Non facciamoci distrarre dal “contorno”​,​ ma puntiamo all’essenziale.
Quando leggiamo la Parola di Dio o quando preghiamo siamo stanchi? Non abbiamo voglia? Siamo distratti da altri pensieri? BENE! Vuol dire che siamo sulla giusta strada!
Nella preghiera ci sarà sempre da lottare, ma non dimentichiamoci che più grande è la battaglia più grande sarà la benedizione.
Ricordiamoci che Dio non fa distinzioni tra credenti, non desidera credenti di serie A e credenti di serie B​, ma vuole che tutti siano abbondantemente benedetti.
Siamo noi a limitare le Sue benedizioni seguendo la massa, per cui torniamo a Dio con tutte le nostre forze e scegliamo ogni giorno per Lui con l’obiettivo di “fare la differenza”!
E’ vero, spesso fare una scelta può sembrare rischioso; uscire dagli schemi e porsi in una condizione differente rispetto ad altri non sempre è facile … ma se è Gesù che ce lo consiglia possiamo stare certi che è la strada migliore e che la benedizione sarà di per certo pigiata e traboccante.

Dio ci benedica!

“Quante volte avrei voluto…”

Culto di Domenica 23 Luglio 2017 – “Quante volte avrei voluto…”

LA PAROLA

Matteo 23: 37-39
Il lamento di Gesù su Gerusalemme
37 «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! 38 Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. 39 Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”»

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Nei versetti oggetto della meditazione di oggi possiamo leggere la tristezza di Gesù nei confronti di Gerusalemme che, nonostante avesse visto le Sue opere e avesse gustato i Suoi insegnamenti, continua a rifiutarLo.
Il desiderio di Gesù era quello di proteggere Gerusalemme come una chioccia fa con i pulcini, al sicuro sotto le proprie ali​,​ ma troppe volte questa protezione è stata rifiutata dal popolo. Oggi noi rappresentiamo la Gerusalemme spiriturale e Gesù è in mezzo a noi pronto per farci del bene e proteggerci​. ​T​a​​nt​e​ volte Egli ha avuto per noi questi buoni propositi​,​ ma noi abbiamo rifiutato.
Cosa ci può portare a rifiutare la benedizione di Dio?
Il mancato ascolto della Sua parola è certamente uno dei punti chiave, spesso ci intestardiamo e rifiutiamo volontariamente una parte della parola di Dio che a noi “fa scomodo” accettare, il nostro orgoglio ci spinge ad andare avanti per la nostra strada nonostante essa non sia la volontà del Signore (Numeri 22: 1-41).
Facendo ciò​,​ costringiamo​ noi stessi​ a vivere nell’ira, nella rabbia e lontani dalla gioia e dalla pace di Cristo.
Gesù è sempre buono, ma per gustare questa bontà dobbiamo fidarci completamente di lui, senza alcuna riserva.
Dobbiamo sforzarci di guardare ciò che ci circonda con gli occhi della fede e non con il nostro ​”​io​”​ carnale​.​ Satana ​infatti ​è astuto ​e​ ingannatore e cercherà sempre di distogliere il nostro sguardo da Cristo e dalla Sua parola; lui sa che se siamo perseveranti e ubbidienti alla parola .. Dio sarà con noi in ogni tempo.
Chi non vive il vangelo è sotto l’inganno del diavolo, imitiamo Cristo e Lui stesso trasformerà il male che c’è in noi in bene; Gesù, sulla croce, è riuscito a vincere il peggiore dei mali, la morte, attraverso il Suo immenso amore.
​Facciamo nostro il versetto 21 in Romani 12: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.”, siamo deboli con chi è debole e forte con chi è forte “armandoci” nella lotta della Santa Parola di Dio.
Giuseppe è ancora oggi una bellissima dimostrazione di come il bene può sconfiggere il male, il suo perdono nei confronti dei propri fratelli dimostra quanto sia grande la sua fiducia nel Signore e l’amore nei Suoi confronti (Genesi 45: 8).
Ricordiamoci che Gesù è il vincitore per eccellenza ed è più forte di colui che è nel mondo, impegniamoci a ricercare la perfezione e vivere nella pace affinché Dio possa essere sempre al nostro fianco (2 Corinzi 13: 11).
Vivendo il Vangelo giorno dopo giorno il nostro comportamento griderà e testimonierà di noi molto più delle parole, le persone vedranno il nostro comportamento, se ne compiaceranno e daranno indirettamente gloria al nostro Dio.
Dio è Colui che ci trasforma ​radicalmente, fa di noi delle creature completamente nuove come fece con Giacobbe a cui cambiò anche il nome rafforzando la trasformazione che aveva operato in lui (Genesi 32: 28)​.
​Egli, però​,​ non ci obbliga ad essere trasformati, siamo noi che dobbiamo lasciarci plasmare.
Appartiamoci a tu per tu con la parola di Dio e meditiamola in profondità per poter ricevere​,​ non solo consolazione​,​ ma anche esortazione​: i due ingredienti necessari per far si che la parola sia edificante in noi.
Mettiamo quindi da parte il nostro orgoglio e lasciamoci andare con piena fiducia per ricevere da Dio tutti i buoni sentimenti da poter donare agli altri, del resto noi possiamo donare solo ciò che abbiamo.
Restiamo alla presenza del Signore per “discutere” insieme a Lui e di per certo vedremo la Sua gloria manifestata in noi ​ed intorno a noi.
Signore TRASFORMACI!

Dio ci benedica!