Archivi categoria: Sintesi Culti

“Non offrire a Dio ciò che non costa!”

Culto di Domenica 14 Gennaio 2018 – “Non offrire a Dio ciò che non costa!”

LA PAROLA

2Samuele 24:18-25
Sacrificio offerto da Davide
18 Quel giorno Gad andò da Davide e gli disse: «Sali, erigi un altare al SIGNORE nell’aia di Arauna, il Gebuseo». 19 Davide salì, secondo la parola di Gad, come il SIGNORE aveva comandato. 20 Arauna guardò e vide il re e i suoi servitori, che si dirigevano verso di lui; Arauna uscì e si prostrò davanti al re, con la faccia a terra. 21 Poi Arauna disse: «Perché il re mio signore viene dal suo servo?» Davide rispose: «Per comprare da te quest’aia e costruirvi un altare al SIGNORE, affinché il flagello cessi d’infierire sul popolo». 22 Arauna disse a Davide: «Il re, mio signore, prenda e offra quello che gli piacerà! Ecco i buoi per l’olocausto; gli attrezzi per trebbiare e i gioghi dei buoi serviranno da legna. 23 Tutte queste cose, o re, Arauna te le dà». Poi Arauna disse al re: «Il SIGNORE, il tuo Dio, ti sia propizio!» 24 Ma il re rispose ad Arauna: «No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò al SIGNORE, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla». Davide comprò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento; 25 costruì là un altare al SIGNORE e offrì olocausti e sacrifici di riconoscenza.
Così il SIGNORE fu placato verso il paese, e il flagello cessò d’infierire sul popolo.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Davide è in una situazione complicata, a causa di una sua trasgressione il popolo d’Israele si ritrova a fronteggiare l’ira di Dio attraverso una pesante pestilenza. Si rende conto di aver peccato e che, per una sua colpa, è il popolo innocente e pagarne le conseguenze; il suo grido si rivolge a Dio chiedendo di pagare “il danno” in prima persona (2 Samuele 24:1-17). Un uomo, Gad, portò a Davide la soluzione che Dio aveva preparato per lui, quella di costruire un altare. E’ in questo contesto che il re si rivolge ad Arauna chiedendo di acquistare tutto il necessario per portare a compimento il precetto di Dio, rifiutandosi di prendere quanto gli servisse in offerta, ma decidendo, al contrario, di acquistarlo affinché avesse un valore davanti al Signore.

Al posto di Davide noi come ci saremmo comportati? Avremmo rifiutato qualcosa che ci veniva data gratuitamente?

Oggi, il cristiano, desidera un Dio “in saldo” che costi poco se non nulla, spesso si sceglie di rinunciare solo a qualcosa di futile e superficiale, ma ciò che costa, ce lo teniamo ben stretto … anche se questo dovesse essere in contrasto con la Parola del Signore. Dio è lo stesso ieri, oggi e in eterno e richiede, come allora, una completa santificazione per poter elargire grazia e benedizioni traboccanti sul Suo popolo.

L’errore iniziale di Davide fu quello di confidare nell’uomo, nel proprio esercito e non più in Dio. L’ira che ne conseguirà deve essere per noi di grande monito, siamo chiamati ad aver fiducia solo nel Signore e non nel mondo; solo Dio potrà condurci per la strada giusta, del resto noi siamo le pecore e Lui il nostro Pastore e dobbiamo seguirlo! (Giovanni 21:22).

Dopo questo errore arriva, grazie a Dio, il rimorso per l’azione compiuta ed è in quel momento che prende in cuor Suo la decisione di pagare di propria tasca (non solo materialmente, ma anche spiritualmente) l’errore commesso affinché il popolo non venisse completamente sterminato come conseguenza del peccato (si, il peccato ha sempre una conseguenza negativa). Dio si compiace della decisione presa e la peste si ferma.

Spesso vogliamo offrire a Dio ciò che non abbiamo e che forse non avremo mai, ma in realtà il Signore vuole solo il nostro cuore nella sua interezza, non lasciamogli solo un piccolo spazietto, ma anzi scacciamo tutto ciò che non Gli è gradito affinché Egli possa abitare comodamente all’interno del nostro cuore.

La benedizione è già stata preparata, ma sta a noi cercarla e raccoglierla. Essere cristiani ha un costo ed è difficile, lo è stato nei tempi antichi, lo è oggi e ancora di più lo sarà domani, ma con Gesù e la Sua grazia saremo sempre più che vincitori. Gesù ce lo ha detto, se perderemo la nostra vita (con i costi che ne conseguono)…la salveremo (Marco 8:34-35).

Mettiamo Gesù al primo posto in ogni aspetto della nostra vita: in ogni scelta (dalla più piccola alla più grande), in ogni prova, in ogni momento di abbattimento spirituale…ed Egli ci fornirà la giusta via d’uscita. Solo con la fiducia in Cristo potremo godere di tutto ciò che Dio ha preparato per noi e il male non potrà interferire; anche le prove diventeranno per noi una grande benedizione!

Sforziamoci di dare a Dio ciò che per noi ha un costo, di perdonare di cuore chi ci ha ferito, di mettere da parte la propria ragione e il proprio orgoglio e di non guardare la montagna anche se può far paura, ma Gesù.
Dio è più grande dei nostri problemi e ha i Suoi tempi, dobbiamo solo aver pazienza ed attendere il Suo intervento come un agricoltore che, dopo aver arato e seminato, attende il germogliare del frutto (Giacomo 5:7).
Nel frattempo facciamo sì che il terreno del nostro cuore sia libero da ogni radice malvagia e da ogni pietra, affinché la pioggia possa scendere e far nascere il frutto.

Mettiamo Dio al primo posto, costi quello che costi, ed Egli ci benedirà!

Dio ci benedica!

“Il servo di Dio deve piacere a Dio!”

Culto di Domenica 07 Gennaio 2018 – “Il servo di Dio deve piacere a Dio!”

LA PAROLA

Michea 3: 1-8
Rimprovero ai capi del popolo e ai falsi profeti
1 Io dissi: «Ascoltate, vi prego, o capi di Giacobbe,
e voi funzionari della casa d’Israele.
Non spetta a voi conoscere ciò che è giusto?
2 Ma voi odiate il bene e amate il male,
scorticate il mio popolo e gli strappate la carne dalle ossa.
3 Essi divorano la carne del mio popolo,
gli strappano la pelle di dosso,
gli spezzano le ossa;
lo fanno a pezzi come ciò che si mette nella casseruola,
come carne da mettere nella pentola».
4 Allora grideranno al SIGNORE,
ma egli non risponderà loro;
in quei giorni, egli nasconderà loro la sua faccia,
perché le loro azioni sono state malvagie.
5 Così parla il SIGNORE riguardo ai profeti che sviano il mio popolo
e che gridano: «Pace!» quando i loro denti hanno qualcosa da mangiare,
ma dichiarano la guerra santa contro chi non mette nulla nella loro bocca.
6 «Perciò si farà notte per voi e non avrete più visioni;
si farà buio e non avrete più divinazioni;
il sole tramonterà su questi profeti
e il giorno si oscurerà per loro.
7 I veggenti saranno coperti di vergogna, e gli indovini arrossiranno;
tutti si copriranno la barba,
perché non vi sarà risposta da Dio».
8 Ma, quanto a me, io sono pieno di forza, dello Spirito del SIGNORE,
di giustizia e di coraggio,
per far conoscere a Giacobbe la sua trasgressione
e a Israele il suo peccato.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La Parola di Dio meditata oggi è tutt’altro che “leggera”, anzi è una Parola piuttosto dura, che mette alla luce quanto di errato potesse esserci nel messaggio dei falsi profeti ai tempi di Michea.
I tempi non sono cambiati e il nemico delle anime nostre continua a seminare falsità e nuove religioni con l’obiettivo di allontanare convertiti e non dall’unica verità, la Parola di Dio.
Molte sono le religioni guidate da falsi profeti che predicano una dottrina incompleta, errata e lontana dalla verità di Dio e il rischio di esserne risucchiati è alto se non restiamo ben aggrappati a Cristo e al Suo Vangelo.

Ben consci del fatto che alla Parola di Dio (formata dai 66 libri di Antico e Nuovo Testamento) nulla si può aggiungere e nulla si può togliere, dobbiamo restare legati alla completa verità e non a verità parziali o falsità ispirate dall’uomo e non da Dio (Deuteronomio 4:2), Gesù è lo stesso ieri oggi e in eterno (Ebrei 13:8) e la Sua Parola non passerà (Matteo 5:18 / Marco 13:31).

Da buoni servitori di Dio siamo chiamati a separarci da ciò che non proviene da Lui, probabilmente questo ci porterà a restare da soli, ma sempre fedeli al Signore, come Michea e tanti altri profeti di Dio che misero a repentaglio la propria stessa vita pur di rimanere fermi nella fede.
“Quanto a noi” il desiderio di Dio è che ancora oggi possa esserci un desiderio ardente di seguire Gesù e amare Lui e la Sua Parola in modo sviscerato, non ricercando l’approvazione degli uomini.

E’ vero, siamo salvati per grazia, ma siamo chiamati a restare fedeli alla Parola, ad odiare il peccato, combatterlo con tutte le nostre forze e ravvederci quando cadiamo: Dio sarà sempre pronto a rialzarci se restiamo nella Verità della Bibbia.
Attenzione a distinguere le debolezze dal peccato, l’azione sbagliata eseguita con volontà è sempre un peccato e non dobbiamo giustificarci nascondendoci dietro al nostro “Io”, bensì ravvederci.
L’odio verso il peccato e il ravvedimento ci porteranno a non vivere più di illusioni, ma di certezze (1 Corinzi 6:9-10).

Allontaniamoci dal falso Vangelo della prosperità, che punta ad arricchire falsi profeti e organizzazioni che da Dio sono ben lontani: Dio ci ha donato già il meglio, la vita eterna in Cristo Gesù, di cos’altro abbiamo bisogno? Certamente il pane sulla nostra tavola non mancherà mai perché Egli ha cura di noi, puntiamo quindi il nostro sguardo non sulle faccende di questa vita, ma su Gesù per non ritrovarci ed essere miseri (1 Corinzi 15:19).
Questa deve essere la nostra forza di fronte alle prove, la speranza della vita eterna!

Con la morte di Cristo il nostro “vecchio uomo” è morto ed oggi siamo pienamente vincitori in Gesù (Romani 8:31), sulla cui presenza potremo sempre contare e dal quale potremo ricevere nuove forze mediante lo Spirito Santo. Egli ci permetterà di vincere ogni avversità! (Esodo 17:8-16).

Michea è ripieno di Spirito Santo e non per compiere prodigi e miracoli, ma per convincere i non ravveduti (Giacobbe) delle loro trasgressioni e i figli di Dio (Israele) dei propri peccati. Anche noi dobbiamo ricercare la forza per poter parlare di più rispetto alle cose di Dio nella Chiesa e nel mondo. Non facciamoci prendere dalla paura degli uomini perché Dio è con noi, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo. Se siamo ancora vivi su questa terra è per proclamare l’Evangelo.

Dio non farà mai differenze tra un uomo e un altro, siamo piuttosto noi con i nostri atteggiamenti e con la nostra fede a creare queste differenze, del resto Dio onora sempre chi lo onora (1 Samuele 2:30).

L’amore di Dio verso di noi è stato dimostrato nel fatto che Egli ci ha preso così come eravamo e ancora oggi ci trasforma, se noi glielo permettiamo, per renderci sempre più simili a Gesù!
Gloria a Dio!

Dio ci benedica!

“L’invito di Gesù non si può rifiutare”

Culto di Domenica 31 Dicembre 2017 – “L’invito di Gesù non si può rifiutare”

LA PAROLA

Luca 14: 15-24
Parabola del gran convito
15 Uno degli invitati, udite queste cose, gli disse: «Beato chi mangerà pane nel regno di Dio!» 16 Gesù gli disse: «Un uomo preparò una gran cena e invitò molti; 17 e all’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, perché tutto è già pronto”. 18 Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi”. 19 Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. 20 Un altro disse: “Ho preso moglie, e perciò non posso venire”. 21 Il servo tornò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: “Va’ presto per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi”. 22 Poi il servo disse: “Signore, si è fatto come hai comandato e c’è ancora posto”. 23 Il signore disse al servo: “Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena. 24 Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena”».

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Il racconto presentato da Gesù ai propri uditori parla dell’invito che Dio rivolge all’uomo di presentarsi alla propria tavola per gustare tutto il Suo amore. E’ un invito in cui non viene richiesto nulla in cambio, anzi, nasce dal desiderio da parte di Dio di farci un dono. La tavola era già imbandita … ma nessuno dei tre invitati fu trovato pronto a raccogliere quest’invito, le risposte furono correlate di scuse alquanto banali e insensate, che provocarono l’ira del padrone di casa.

Ancora oggi tutto è pronto, l’invito è rivolto a chi ancora non lo ha conosciuto ma anche a chi già lo ha sperimentato nella propria vita, essendo ben consci che Dio non accetta scuse.
Dobbiamo farci trovare pronti all’invito di Dio, è per noi un’occasione quotidiana per alimentare la comunione con Lui e godere i pieni benefici della Sua grazia; piuttosto che giustificare le nostre mancanze con scuse spesso insensate limitiamoci a chiedere, con un cuore sincero, perdono.
Ricordiamoci che se Dio ci ha invitato è perché sa che siamo nella piena possibilità di andare alla Sua presenza.

In cosa consiste l’invito di Dio? Il Suo desiderio è che tra noi e Lui possa esserci una maggiore comunione, Egli sta alla porta e bussa, ma siamo noi che dobbiamo tendere l’orecchio per ascoltare la Sua voce ed aprire (Apocalisse 3: 20).
Come il nostro corpo fisico ha necessità di essere alimentato ogni giorno cosi anche il nostro spirito ha necessità di sfamarsi quotidianamente alla presenza del Signore, infatti è solo tramite la comunione con Dio che saremo rafforzati e potremo restare fermi di fronte al peccato, alle prove e alle sollecitudini di questa vita.
Non lasciamo trascorrere le nostre giornate trascurando la cameretta in cui la mensa è stata già preparata, dedichiamo a Gesù il nostro tempo migliore per avere con Lui una relazione personale ed ottenerne la ricompensa (Matteo 6:6 / Luca 10: 38-42).

Non facciamoci prendere dal timore di non essere degni davanti a Dio, Egli per noi ha pagato un prezzo altissimo, quello di Suo figlio Gesù sulla croce. Sminuendo il nostro valore non faremo altro che sminuire il sangue versato da Cristo stesso sulla croce. Presentiamoci alla Sua presenza cosi come siamo, con i nostri limiti, i nostri difetti e il nostro carattere ed Egli saprà rinnovarci ancora modellandoci con il Suo amore.
Poniamo ancora sul tavolo il nostro vecchio uomo, di per certo un nemico duro da combattere e che ci darà sempre del filo da torcere, ma che è destinato a morire per tutti coloro che hanno fatto di Gesù il proprio Salvatore. Non dimentichiamoci che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso insieme a Lui (Galati 6: 14).
Diamo valore a ciò a cui Dio stesso ha dato valore, noi stessi; Ci amerà nonostante le nostre continue cadute, l’opera della grazia è tutt’oggi viva ed è degna di essere da noi lodata e glorificata.
Per cui non aspettiamo ulteriore tempo, sediamoci a tavola e gustiamo ciò che Dio ha preparato per tutti noi!

Dio ci benedica!

“Rimanere uniti a Cristo”

Culto di Domenica 17 Dicembre 2017 – “Rimanere uniti a Cristo”

LA PAROLA

Luca 22: 31-38
Gesù predice il rinnegamento di Pietro
31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli». 33 Pietro gli disse: «Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte». 34 E Gesù: «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi».
35 Poi disse loro: «Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa?» Essi risposero: «Niente». Ed egli disse loro: 36 «Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37 Perché io vi dico che in me dev’essere adempiuto ciò che è scritto: “Egli è stato contato tra i malfattori”. Infatti, le cose che si riferiscono a me, stanno per compiersi». 38 Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade!» Ma egli disse loro: «Basta!»

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Satana ancora oggi, nel 2017, sta cercando di fare carte false per distaccarci da Dio utilizzando ogni sorta di strategia possibile.
Gesù, però, sta pregando per noi affinché la nostra fede non venga meno.
Le prove e le vicissitudini non mancheranno di certo, del resto è lo stesso Dio a permetterle, ma con la fede in Cristo potremo superarle.
Abbiamo, quindi, la necessità di discernere le modalità con cui Satana sta cercando di attuare il suo piano e rifugiarci in Dio per trovare un nido sicuro.

1) La guida di un figlio di Dio è la Sua parola, è lei che tiene accesa la luce intorno a noi e ci consente di vedere Dio con gli occhi della fede. Se questa luce dovesse venire a mancare, ecco che ci ritroveremmo subito spaesati, confusi. Abbiamo la necessità di crescere nella fede vivendo la Parola, meditandola e mettendola in pratica, solo così potremo guidare noi stessi e gli altri verso Dio (a differenza dei farisei che erano guide cieche, Matteo 15: 12-14).
Satana cercherà quindi di buttarci polvere negli occhi per accecare la nostra vista spirituale, ma noi dobbiamo restare fermi nella fede durante le prove, saper ancora oggi perdonare chi ci fa del male senza portar rancore echiedere continuamente conferme a Dio e alla Sua Parola circa ciò che ci circonda per poter discernere ciò che proviene da Lui e ciò che proviene dal male.
Stiamo attenti, la notte non arriva da un momento all’altro, ma spesso arriva giorno dopo giorno; pian piano la luce si affievolisce e in men che non si dica sarà notte e noi probabilmente non ce ne saremo nemmeno accorti.
Ripuliamo quindi OGNI GIORNO i nostri occhi con il collirio spirituale della parola di Dio (Apocalisse 3: 18) e, se restiamo aggrappati a Gesù, non saremo più accecati (Isaia 32-3). Abbiamo ricevuto la santità di Dio e dobbiamo operare sempre nella luce senza scendere a compromessi con il mondo. Serviamo umilmente Dio con il desiderio di edificare la Sua Chiesa, oltre che noi stessi.

2) L’amore per il denaro e per ciò che è puramente terreno è un’altra strategia del nemico per tenerci lontano da Dio. In una società dove il consumismo la fa da padrona il rischio è quello di vivere in uno stato di perenne insoddisfazione per ciò che non si ha, piuttosto che la gioia per ciò che, invece, Dio ci ha già donato. Non conformiamoci al mondo, ma viviamo nella semplicità e nell’umiltà ringraziando il Signore per ciò che ogni giorno ci provvede (Ebrei 13: 5, 1Timoteo 6: 10, Matteo 6: 19-24).

3) Un’ altra potente arma di Satana è quella di scagliarsi con tutte le forze contro il popolo di Dio facendolo sentire inutile, incapace a compiere la Sua opera. E’ pronto per sfiduciarci e farci sentire miseri (Salmi 10: 9) e se gli diamo corda … lo diventeremo sul serio.
Dio oggi ci dice che ci ha resi capaci perché ha messo in noi tutto il Suo amore, la Sua potenza, la pace e la gloria; noi possiamo ogni cosa in Colui che ci fortifica (Filippesi 4: 13), non fermiamoci a guardare la prova o il dolore, ma guardiamo piuttosto a Colui che è potente a placare la tempesta e tirarci fuori da ogni tipo di affanno.

Per cui non ci scoraggiamento, ma restiamo uniti a Cristo sapendo che tenendo gli occhi chiusi vedremo Goliat enorme davanti a noi e ci sembrerà imbattibile ma se apriamo i nostri occhi ammireremo Dio e la vittoria sarà CERTA!

Dio ci benedica!

“La pula vola via, il grano rimane.”

Culto di Domenica 10 Dicembre 2017 – “La pula vola via, il grano rimane.”

LA PAROLA

Geremia 23: 16-28
16 Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano;
essi vi nutrono di cose vane;
vi espongono le visioni del proprio cuore,
e non ciò che proviene dalla bocca del SIGNORE.
17 Dicono a quelli che mi disprezzano:
“Il SIGNORE ha detto: ‘Avrete pace’;
e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore:
‘Nessun male vi colpirà'”.
18 Infatti chi ha assistito al consiglio del SIGNORE,
chi ha visto, chi ha udito la sua parola?
Chi ha prestato orecchio alla sua parola e l’ha udita?
19 Ecco, la tempesta del SIGNORE, il furore scoppia,
la tempesta scroscia,
scroscia sul capo degli empi.
20 L’ira del SIGNORE non si placherà,
finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore;
negli ultimi giorni, lo capirete appieno.
21 Io non ho mandato quei profeti; ed essi corrono;
io non ho parlato a loro, ed essi profetizzano.
22 Se avessero assistito al mio consiglio,
avrebbero fatto udire le mie parole al mio popolo;
li avrebbero distolti dalla loro cattiva via
e dalla malvagità delle loro azioni.
23 Sono io soltanto un Dio da vicino», dice il SIGNORE,
«e non un Dio da lontano?
24 Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto
in modo che io non lo veda?», dice il SIGNORE.
«Io non riempio forse il cielo e la terra?», dice il SIGNORE.
25 «Io ho udito ciò che dicono i profeti
che profetizzano menzogne nel mio nome, dicendo:
“Ho avuto un sogno! ho avuto un sogno!”
26 Fino a quando durerà questo? Hanno essi in mente, questi profeti
che profetizzano menzogne,
questi profeti dell’inganno del loro cuore,
27 pensano forse di far dimenticare il mio nome al mio popolo
con i loro sogni che si raccontano l’un l’altro,
come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal?
28 Il profeta che ha avuto un sogno, racconti il sogno;
colui che ha udito la mia parola, riferisca la mia parola fedelmente.
Che ha da fare la paglia con il frumento?», dice il SIGNORE.
29 «La mia parola non è forse come un fuoco», dice il SIGNORE,
«e come un martello che spezza il sasso?
30 Perciò, ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro i profeti
che rubano gli uni agli altri le mie parole.
31 Ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro i profeti
che fanno parlare la loro propria lingua, eppure dicono: “Egli dice”.
32 Ecco», dice il SIGNORE, «io vengo contro quelli che profetizzano sogni falsi,
che li raccontano e traviano il mio popolo
con le loro menzogne e con la loro temerarietà,
sebbene io non li abbia mandati e non abbia dato alcun ordine,
ed essi non possano recare alcun giovamento a questo popolo», dice il SIGNORE.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Il Signore conosce ciascuno di noi, conosce le nostre debolezze, le nostre abilità, il nostro carattere ed i nostri peccati, ma soprattutto conosce il nostro cuore. Anche i cuori più duri davanti alla parola di Dio si frantumano. Nulla può sfuggirGli e niente Gli può essere nascosto “poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci appieno” (Salmi 139:4). Nessuno ci ama e si prende cura di noi più del nostro Padre Celeste e ancora oggi la Sua parola ci redarguisce dal fare affidamento su quanti ne parlano, dispensando consigli e profezie, ma che non la custodiscono in fondo al proprio cuore. Gesù ci chiede solo di continuare a rimanere in Lui, come Egli dimora in noi, seguendo i Suoi preziosi insegnamenti.

Da sempre i falsi profeti vogliono educare la chiesa di Dio senza alcun mandato e senza conoscenza alcuna della Sua Parola. Oggi, come allora, è più facile accettare “buone notizie” che “ammonizioni”, e i falsi profeti, che bramavano consenso popolare, erano soliti rassicurare il popolo dicendo che tutto andava bene; questo non era (e non è) di certo un messaggio voluto da Dio che, anzi, ci spinge ogni giorno ad una maggiore consacrazione; del resto la perfezione sarà raggiunta solo nel cielo.
La Parola di Dio ha sempre il suo effetto (Isaia 55: 10-11), è un martello che spacca anche i cuori più duri, un fuoco purificante che brucia tutto ciò che è superfluo e lontano dalla volontà di Dio; essa separa la pula priva di valore dal grano prezioso e, questo grano, è il frutto che Dio si aspetta di vedere da chi lo ha realmente conosciuto nella propria vita. Siamo responsabili davanti a Dio della pula che si forma intorno a noi e che rischia di soffocare la nostra vita spirituale, dobbiamo essere resi completamente liberi e purificati dalla Sua Parola che è, a tutti gli effetti, il nostro cibo spirituale.

Satana ha come obiettivo quello di “vagliare” il popolo di Dio come si vaglia il grano, ma Gesù prega ancora oggi per noi affinché la nostra fede non sia smossa (Luca 22: 31-32), questo però non deve farci dormire sugli allori, anzi, deve spingerci ancora di più ad una comunione costante con il Signore. A volte sono tante le belle parole che rivolgiamo a Dio, ma quante di queste escono realmente dal nostro cuore? Crediamo di poterci meritare il favore di Dio attraverso le opere che compiamo, per il servizio che gli offriamo … in realtà dobbiamo ricordarci che tutto ciò che Dio ci dona è solo ed esclusivamente per grazia e mai per merito.

Sono giorni difficili per servire Dio, le giovani foglie tendono a seccarsi (Ezechiele 17:9) e solo chi è scelto da Dio potrà volare come le aquile (Isaia 40:30-31); Si tende a scendere a compromessi con il mondo, non vogliamo dar dispiaceri ai nostri familiari, ai nostri amici o ai nostri colleghi di lavoro senza però considerare che in questo modo provochiamo il dispiacere di Dio; se scegliamo Dio avremo sempre contrasti nel mondo ma di per certo non saremo sommersi dalla pula. Dio ci benedice tanto, ma allo stesso tempo ci chiede tanto, perché tanto ci è stato dato, a titolo completamente gratuito grazie al sangue versato da Gesù.

Stiamo ben attenti a non immaginarci i falsi profeti solo come persone fisiche, il falso profeta è anche quel pensiero sbagliato, quell’atteggiamento errato e tutto ciò che va contro la Parola di Dio.
Chiediamo quindi a Dio di donarci il giusto discernimento per riconoscere ciò che proviene da Lui con la consapevolezza che, tutto ciò che è contrario alla Sua Parola non può che provenire da Satana, perché Dio non smentirà mai sé stesso.

Dobbiamo purificare il grano dalla pula affinché lo Spirito Santo di Dio possa raggiungere direttamente il nostro cuore senza dover, volta per volta, preoccuparsi di togliere prima tutta la pula che si è accumulata intorno a noi.

Coraggio, facciamoci trovare pronti al ritorno di Cristo accettando il Suo pensiero e rimuovendo ciò che intorno a noi non va bene, meditiamo la Sua Parola e sostiamo di più in preghiera; in questo modo disseteremo l’anima nostra, ma al contempo anche Dio, facendo ciò che Gli è gradito.
Non dimenticare che con Gesù, per quanto il mondo possa lasciarti solo, sarai sempre in maggioranza!

Dio ci benedica!

“Solo Dio può raddrizzare ciò che è curvo”

Culto di Domenica 03 Dicembre 2017 – “Solo Dio può raddrizzare ciò che è curvo”

LA PAROLA

Luca 13: 10-17
Guarigione di una donna paralitica
10 Gesù stava insegnando di sabato in una sinagoga. 11 Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. 12 Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». 13 Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio. 14 Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: «Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato». 15 Ma il Signore gli rispose: «Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? 16 E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» 17 Mentre diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Chi, se non Gesù, poteva conoscere il reale problema di questa donna curva su se stessa da 18 anni?
Nessuno pensava potesse essere Satana a tenerla legata, ma Gesù conosceva l’intimo di questa donna e aveva capito il suo problema, infatti solo Lui può scorgere la profondità del nostro cuore dove spesse volte risiedono ansie, pensieri e paure che tendono a farci “curvare” e che non sono visibili all’occhio di quanti sono intorno a noi.

Quando ci curviamo inevitabilmente lo sguardo non è più rivolto verso l’alto, verso Dio; esso tende piuttosto a guardare ciò che è terreno, umano, materiale e pensiamo di farcela da soli, con le nostre sole forze, ma la Scrittura oggi ci fa comprendere che, quando il peso è così schiacciante e siamo inevitabilmente curvati, solo Gesù è in grado di intervenire per raddrizzarci.
Non intestardiamoci nel voler per forza superare i nostri problemi da soli, senza Gesù è impossibile riuscirci.

I pesi possono essere legati a problemi spirituali, ma anche a problemi di tipo materiale e, a volte, quest’ultimi pian piano ci fanno curvare togliendoci il riposo che Gesù ci ha promesso (Matteo 11:28).
Il riposo di Gesù lo riceviamo solo ed esclusivamente per fede e non per opere e uno dei principali obiettivi di Satana è proprio quello di toglierci la pace per traghettarci in mezzo alla tempesta.
Gesù ancora oggi vuole prendersi cura di noi, vuole sciogliere ogni tipo di schiavitù, rompere ogni legame con il mondo, liberarci completamente da ansie e paure … il Suo desiderio è vedere una Chiesa libera e non curvata, incapace e turbata; Egli è uno scudo intorno a noi ed è Colui che ci fa rialzare il capo (Salmi: 3:3), del resto siamo suoi figlioli e non vuole vederci infelici e preoccupati.
Sgraviamoci dei pesi che ci opprimono gettandoli su Cristo e potremo finalmente guardare il cielo a testa alta.

Anche la pigrizia nelle cose di Dio può portarci ad un curvamento lento, ma costante…fino a quando non riusciremo a progredire più né in Dio né nel mondo e l’ansia ci assalirà.
Non trascuriamo ciò che si è annidato nel nostro cuore e che, ai nostri occhi, può apparire estremamente piccolo e privo di importanza perché è un pericolo serio e più grande di quanto ci immaginiamo, rispondiamo SI all’invito di Cristo di rialzare il capo per non dover far poi i conti con le conseguenze delle nostre scelte (Genesi 4: 6-8).

Possiamo rapportare la condizione di questa donna a quella dei discepoli dopo la morte di Gesù e prima di vederlo risorto. Erano chiusi in casa, abbattuti e intimoriti dalla loro sorte. Gesù però è risorto e si presenta a loro con parole semplici e liberatorie, “Pace a voi”, e furono immediatamente raddrizzati (Luca 24: 36).

Cosa ha portato quella donna a presentarsi alla sinagoga nonostante i propri limiti fisici? Senza ombra di dubbio la fede, condizione essenziale per veder la mano di Dio all’opera e Gesù. Infatti non rimase indifferente ed operò all’istante.

Oggi Dio ci ordina di alzare gli occhi verso i monti, ma andando anche oltre perché solo in Lui c’è la vera liberazione (Salmi 121: 1), solo in Lui che è il Creatore del cielo e della terra.
La storia del re Nabucodonosor e dei tre compagni di Daniele (Daniele 3:1-30) possiamo rapportarla alla nostra vita quotidiana, Satana desidera vederci piegati ad adorare qualcosa che non è Dio e, al nostro rifiuto, farà di tutto per farci guerra, la fornace brucerà ancora di più, si scaglierà contro di noi con tutte le sue forze, ma Gesù sarà con noi e ne usciremo indenni.

Per noi è fondamentale giungere alla meta celeste e se i nostri occhi puntano in basso di per certo cadremo. Guardiamo in alto ma facciamo attenzione, non sempre guardando in alto i nostri occhi si fermeranno su Gesù, potrebbero anche fermarsi sui monti (figura di coloro che possono aiutarci umanamente) o su qualcosa di materiale (come gli occhi di Lot che pur alzandosi si fermarono a contemplare le pianure del Giordano a differenza di quelli di Abramo che puntarono alle stelle del cielo rappresentanti la sua futura discendenza, Genesi 13: 10-17).

Gesù è Colui che dà nuova vita, le cose di prima sono passate del tutto.

Solo alzando il nostro sguardo potremo far nostre le promesse del Signore, siamo nella prova? Non preoccupiamocene e non fissiamo il nostro sguardo su di Lui perché è già nelle mani di Gesù e di per certo Egli se ne occuperà, andiamo oltre.
Davide era un uomo secondo il cuore di Dio, ma anch’egli peccò davanti al Signore e, Dio stesso, con la Sua infinita bontà lo andò a riprendere per raddrizzarlo (2Samuele 12:1-13). Perché non dovrebbe farlo con noi?

Gesù è ancora oggi pronto a lavarci con il Suo sangue prezioso e sgravarci dal peso del peccato; cosi come siamo presentiamoci a Lui con i nostri limiti e i nostri affanni, perché di noi non si vergogna di certo, ed Egli interverrà in nostro favore.

Per cui coraggio, solo Gesù può raddrizzarci … lasciamoLo operare!

Dio ci benedica!

“Risveglia la tua fede”

Culto di Domenica 26 Novembre 2017 – “Risveglia la tua fede”

LA PAROLA

Atti 12:1-17
1 In quel periodo, il re Erode cominciò a maltrattare alcuni della chiesa; 2 e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. 3 Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, continuò e fece arrestare anche Pietro. Erano i giorni degli Azzimi. 4 Dopo averlo fatto arrestare, lo mise in prigione, affidandolo alla custodia di quattro picchetti di quattro soldati ciascuno; perché voleva farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. 5 Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa.
6 Nella notte che precedeva il giorno in cui Erode voleva farlo comparire, Pietro stava dormendo in mezzo a due soldati, legato con due catene; e le sentinelle davanti alla porta custodivano il carcere. 7 Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendette nella cella. L’angelo, battendo il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: «Àlzati, presto!» E le catene gli caddero dalle mani. 8 L’angelo disse: «Vèstiti e mettiti i sandali». E Pietro fece così. Poi gli disse ancora: «Mettiti il mantello e seguimi». 9 Ed egli, uscito, lo seguiva, non sapendo che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva infatti di avere una visione. 10 Com’ebbero oltrepassata la prima e la seconda guardia, giunsero alla porta di ferro che immette in città, la quale si aprì da sé davanti a loro; uscirono e s’inoltrarono per una strada; e, all’improvviso, l’angelo si allontanò da lui.
11 Pietro, rientrato in sé, disse: «Ora so di sicuro che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei». 12 Pietro dunque, consapevole della situazione, andò a casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove molti fratelli erano riuniti in preghiera. 13 Dopo aver bussato alla porta d’ingresso, una serva di nome Rode si avvicinò per sentire chi era 14 e, riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse dentro ad annunciare che Pietro stava davanti alla porta. 15 Quelli le dissero: «Tu sei pazza!» Ma ella insisteva che la cosa stava così. Ed essi dicevano: «È il suo angelo». 16 Pietro intanto continuava a bussare e, quand’ebbero aperto, lo videro e rimasero stupiti. 17 Ma egli, con la mano, fece loro cenno di tacere e raccontò in che modo il Signore lo aveva fatto uscire dal carcere.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Nella meditazione di oggi ci sono due aspetti da considerare, da un lato una chiesa che prega con FERVIDE preghiere e dall’altro un uomo in prigione, in attesa di presentarsi l’indomani davanti al re Erode per essere ucciso, come era successo poco tempo prima con Giacomo.
Pietro, in questa consapevolezza, è in prigione e… sta dormendo.
Possiamo vivere diversi tipi di sonno, un sonno che si riposa in Cristo, in cui la realtà dei fatti è che si è sempre svegli e mai dormienti del tutto e un sonno frutto della rassegnazione di fronte alla prova che si sta per affrontare.
Nel caso specifico di Pietro, egli sta dormendo proprio per rassegnazione. Accetta con umiltà la volontà di Dio, molto probabilmente collegando l’evento che sta vivendo alle parole che Gesù gli disse tempo prima in Giovanni 21-18; non crede che quella situazione da un momento all’altro potrà cambiare.
Il tutto, però, è accompagnato da un evento glorioso, c’è una Chiesa che, durante la permanenza di Pietro in prigione, emana FERVIDE preghiere al Signore.
La volontà di Dio non è quella che Pietro pensa; Dio stesso mette nel cuore della Chiesa il desiderio di pregare in un modo FERVIDO, una preghiera nata dalla passione per le anime e dal profondo del cuore. La Chiesa è ben consapevole che se Dio non fosse intervenuto non ci sarebbe stata alcuna speranza per Pietro.

L’invito che oggi il Signore ci fa è proprio questo, le nostre preghiere devono essere FERVIDE, piene d’amore, vive, decise, convinte, piene, appassionate e veritiere.
Gesù, nella preghiera, dimostrava passione per le anime e non era mai abitudinario; un esempio emblematico lo si può vedere davanti alla tomba di Lazzaro (Giovanni 11: 41-42).
Dio ascolta le preghiere vere e non le “recite”, anche se le parole che usiamo sono spesso simili tra loro devono essere piene di fervore e di fede.
Elia pregò INTENSAMENTE e non piovve per tre anni e mezzo, era una preghiera intensa, sincera, onesta, appassionata e Dio lo ascoltò a tal punto da far chiudere il cielo (1Re 17: 1). Dopo tre anni e mezzo la medesima preghiera fu così intensa che il cielo si riapri. Noi abbiamo la facoltà con la nostra preghiera di far chiudere e riaprire il cielo su quel parente non convertito, su quel problema, su quel dolore, su quella prova, su quella promessa non ancora realizzata.
La preghiera della Chiesa non soltanto apre il cielo, ma anche la cella della prigione di Pietro, Dio infatti si muove dal cielo e manda un angelo in quella prigione dove risplendette una grande luce, vuol dire che nel cuore di Pietro erano subentrati la prigionia e il buio spirituali. Egli manda la luce dalla Sua parola e del Vangelo, la luce di Cristo, l’unica vera verità che è la Parola di Dio.
Quando Dio promette qualcosa, crediamo e preghiamo con intensità ed Egli ci farà vedere le Sue promesse realizzate; il desiderio deve essere profondo ed intenso, ricolmo di fiducia.
Vogliamo ancora oggi che la luce di Cristo apra il nostro cuore per sostituire il buio con la Sua luce: Egli è una lampada al nostro piede, la luce nel cammino.
Se c’è qualcuno che è rassegnato e non vede il suo desiderio realizzato, vuol dire che è giunto il momento di riprendere la preghiera FERVIDA ed INTENSA, continuare a bussare ripetutamente, chiedere senza stancarsi. Una preghiera che non cessa davanti alla prova è sintomo di fiducia non in noi stessi, ma solo ed esclusivamente in Cristo Gesù. Se questa fiducia è vera allora la preghiera sarà naturalmente e spontaneamente fervida.

Quando l’angelo di Dio giunge nella prigione batte il fianco di Pietro, egli era in un sonno abbastanza profondo…e forse anche per noi oggi la sveglia non suona dolce come al solito,ma è più decisa, Dio ci sta dicendo che non è più tempo di dormire. Non ci dobbiamo assopire e rassegnare, ma dobbiamo continuare a pregare sotto l’impulso di un cuore rinnovato e ripieno di Spirito Santo affinché la preghiera stessa sia unta per glorificare Cristo.
Pietro quando si sveglia crede di avere una visione e, anche davanti alla realtà, non realizza subito ciò che Dio sta facendo per lui, si sente perso nel buio della rassegnazione. Spesso anche noi siamo talmente rassegnati che, pur davanti alla gloria di Dio, viviamo nel sonno e siamo assopiti.
Oggi stesso riapriamo gli occhi, davanti al nostro dolore c’è un Dio potente e il Suo desiderio è farci uscire dalla prova e dalla prigione. Ci sta letteralmente scuotendo dicendoci SVEGLIATI, PRESTO!
Dobbiamo riprendere una posizione davanti a Dio per ricercare le cose potenti che Egli ha già preparato per noi.
Quando viviamo in comunione con il Signore i nostri occhi sono aperti e vedono chiaramente la volontà di Dio, in caso contrario vedremo sempre e solo il lato negativo e il Goliat insuperabile davanti al nostro cammino. C’è un grande esercito pronto a combattere con noi e per noi, ma i nostri occhi si devono aprire (2Re 6: 14-17).
Forse la nostra cameretta è ormai chiusa con la bibbia impolverato. Dove prima c’erano due sedie, una per noi e l’altra per Gesù, adesso è rimasta solo quella per Gesù che sarà sempre e comunque presente aspettando che noi ci possiamo presentare alla sua presenza. Spesso è proprio questa mancanza di preghiera che non ci fa realizzare la potenza di Dio.

La prima cosa che accade quando l’angelo del Signore sveglia Pietro è che le catene gli cadono dalle mani; Dio, nel momento stesso in cui Pietro cambia atteggiamento, gli fa cadere le catene. Un po’ come avvenne a Paolo e Sila in prigione…il terremoto scosse le fondamenta e subito le catene si spezzarono (Atti 16: 25-26).
Anche tu puoi vedere le catene cadere (dolore, afflizione, mancanza di gioia, tristezza, dubbio ecc.). Anche Davide quando peccò fu incatenato ma, nel momento stesso in cui si ravvide, la gioia tornò e fu in quel momento che chiese uno Spirito ben saldo (Salmi 51: 10). Possiamo peccare, ma quando c’è un ravvedimento sincero la gioia torna sempre. Invocando Gesù, sarai liberato dalle catene che ti opprimono (gioco d’azzardo, vizi, alcool, fumo ecc), da quei vizi che magari ti fanno sentire libero, ma in realtà non lo sei e se non lasci operare Gesù…non lo sarai mai.
La vera libertà la può dare solo Gesù, Satana è astuto e ti inganna…

L’angelo ordinò a Pietro di vestirsi, Egli infatti si era tolto il vestito, era il vestito della grazia di Dio e del Suo amore, non se lo sarebbe dovuto togliere, ma in preda alla rassegnazione…lo fece.
Si doveva rivestire (ancora una volta) della potenza di Dio e di Spirito Santo, anche noi abbiamo un vestito invisibile da indossare nel quotidiano che, però, manifesta tutta la gloria di Dio.

Inoltre gli venne ordinato di mettere i sandali, i calzari dello zelo del Vangelo (Efesini 6: 15), doveva riprendere di nuovo il Vangelo nel cuore. Quando siamo rassegnati cominciamo infatti a non credere più al Vangelo. Non siamo ancora del tutto finiti, rimettiamoci i calzari!

Infine gli venne ordinato di mettersi anche il mantello, esso sta a rappresentare il servizio per il Signore (1Re 19: 19-20). Forse non stiamo più servendo Dio come i primi giorni perché le prove e la prigione ci hanno spinto a toglierci il mantello, ma oggi Dio ci dice che lo dobbiamo servire, ci ha dato tutto ciò che era necessario per farlo e…lo dobbiamo fare.

Se ci spogliamo di vestiti, calzari e mantelli restiamo senza forze (Sansone che si addormenta rassegnato sulle ginocchia di Dalila) e ci risvegliamo vuoti. Chissà quante volte Dio ci ha suggerito di non abbandonare la comunione con Lui, di non smettere di pregare ma noi…non abbiamo dato ascolto, ed è proprio per questo che oggi siamo colpiti ai fianchi…ci dobbiamo risvegliare! Facciamo attenzione perché il sonno della rassegnazione parla del sonno della morte, un rassegnato infatti è qualcuno sta morendo. Chi non si rassegna non è disperato, ma ha speranza al Calvario, alla Croce…se hai brutte abitudini, se hai dolori, se hai peccato o se sei in una prigione Gesù ti indica la via d’uscita…è proprio Lui, Egli vuole entrare nella cella e farla risplendere. Basta con le tenebre e le catene, è il momento della luce e della libertà, uno dei più grandi miracoli che Dio ha compiuto nella nostra vita! Essere prigionieri del peccato è peggio che essere prigionieri di uomini perché spesso non ce ne si rende conto, oggi però prendiamo un vestito completamente nuovo e anche gli altri se ne accorgeranno.
Vestiti e calzari nuovi sono pronti per essere indossati. Vogliamo uscire dalla cella? Invochiamo Gesù con preghiere FERVIDE e continue, rivestiamoci della Sua potenza e del Suo Santo Spirito e i nostri occhi finalmente si potranno aprire e vedranno, con gli occhi della fede, Dio combattere al nostro fianco!

Dio ci benedica!

“Andiamo oltre il deserto”

Culto di Domenica 19 Novembre 2017 – “Andiamo oltre il deserto”

LA PAROLA

Esodo 3: 1-5
1 Mosè pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e, guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb. 2 L’angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. Mosè guardò, ed ecco il pruno era tutto in fiamme, ma non si consumava. 3 Mosè disse: «Ora voglio andare da quella parte a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma!» 4 Il SIGNORE vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!» Ed egli rispose: «Eccomi». 5 Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro».

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Mosè nacque in un periodo in cui il faraone d’Egitto uccideva i figli del popolo d’Israele, sua madre lo tenne nascosto per tre mesi e successivamente lo pose in riva ad un fiume dove venne trovato e preso in cura dalla figlia del faraone.
Crebbe quindi in mezzo al popolo d’Egitto e quando fu adulto si riavvicinò ai suoi fratelli ebrei che però, dopo che ebbe ucciso un egiziano, lo tennero a distanza. Mosè sprofondò quindi nella paura ed essa lo portò a fuggire verso Madian dove prese in sposa Sefora, figlia di Ietro.
Spiritualmente Mosè era di per certo nel deserto, lontano dai suoi fratelli e lontano dalla presenza di Dio.
Un giorno PARTICOLARE egli spinse il pascolare del gregge OLTRE IL DESERTO e arrivò ad Oreb, la montagna in cui Dio lo chiamò a gran voce al proprio servizio attraverso il pruno ardente che non si consumava. Mos​è, quel giorno, per fede decise di andare al di là dei pascoli in cui era solito sostare, superò il deserto e di per certo non ​fu un cammino facile da dover affrontare. Dio era già lì che lo aspettava, sapeva che quel giorno Mosè sarebbe arrivato ed era pronto ad accoglierlo rendendolo un grande uomo al suo servizio.

Quanti cristiani vivono oggi nel bel mezzo di un deserto spirituale dove l’aridità la fa da padrona?
La paura, l’ansia, la solitudine, la prova e i comportamenti del mondo intorno a noi formano il nostro deserto e spesso, nonostante siamo ben consci della potenza di Dio, vediamo i Goliat troppo grandi e lo scoraggiamento prende il sopravvento. Chi, se non il nostro Signore, può conoscere il nostro cuore? Potremmo essere fioriti fuori ma aridi dentro e nessuno se ne accorgerebbe … ma Dio, si.
Oggi Dio ci chiama ad uscire dal deserto attraversandolo con piena fiducia nel Suo nome con la consapevolezza che, dopo averlo superato, potremo vedere tutta la Sua gloria e godere a pieno della Sua benedizione. Del resto se Mosè quel giorno non si fosse spinto oltre sarebbe rimasto, con buona probabilità, nella sua “povera” condizione spirituale.
Un pruno di per sé non ha molto valore ma, in quel caso specifico, era infiammato dal fuoco di Dio e anche noi allo stesso modo, senza il fuoco dello Spirito Santo di Dio, siamo spenti e senza un grande valore.

Vogliamo vincere le nostre paure? Incamminiamoci allora verso il calvario dove Cristo si è immolato sulla croce per sconfiggerle completamente. Gettiamo su di Lui ogni nostro peso perché Egli ha cura di noi (1 Pietro 5-7) e potremo godere a pieno la gioia della vita e della salvezza. Gesù ci ha liberato dalla schiavitù della morte (Ebrei 2: 15) e se anche tutti intorno a noi ci abbandoneranno Lui di per certo non lo farà (2 Timoteo 4: 16-18).
Spesso il deserto può durare giorni interi, mesi e a volte addirittura anni quando in realtà basta porre in un istante la fede in Dio per uscirne immediatamente. Occorre un vero e proprio atto di fede, Mosè non aveva la minima idea del fatto che al di là del deserto avrebbe trovato Dio, eppure si incamminò e persistette fin quando non lo ebbe attraversato tutto.
Sul monte di Oreb riceviamo potenza, i fiumi di acquaviva ci riempiono e realizziamo le promesse di Dio; è quindi indispensabile per un cristiano arrivarci. Non ci sarà più alcuna paura che ci appiattirà spiritualmente perché Dio sarà sempre superiore e vincitore, nessuna prova potrà riportarci indietro nel deserto.

Anche Naomi, andata a Moab per sfuggire ad una violenta carestia e dove perse un marito e due figli, fu costretta a riattraversare il deserto per tornare a Betlemme dove venne riaccolta con commozione (Rut 1: 1-22).
Dio non ci ha mai abbandonato e, arrivando sul monte, finalmente lo comprenderemo a fondo; è sempre pronto ad abbracciarci come il padre fece con il figlio prodigo (Luca 15: 20).
Quante volte ci capita di raffrontarci con il mondo e provare un pizzico di invidia perché sembra che a loro tutto fili liscio e a noi, che siamo figli di Dio, la prova è sempre presente? Anche questo è un deserto da superare, noi abbiamo Dio e non abbiamo quindi più nulla da invidiare al mondo.

Oggi può essere un giorno particolare, il giorno in cui diventiamo quel pruno consumante per Dio; la benedizione sarà grande non solo per noi ma anche per chi ci sta intorno.
Il silenzio di Dio nel deserto può far male, può scoraggiarci ma … se Dio avesse parlato a Mosè nel deserto … Mosè si sarebbe davvero spinto oltre fino ad uscirne? Probabilmente no, il silenzio di Dio è quindi un invito a proseguire senza fermarci lungo il cammino fino alla meta in cui Egli ci benedirà.

Forza fratelli, Gesù ha già lavorato le nostre vite, andiamo oltre il deserto perché Egli è lì che ci aspetta per farci diventare dei pruni ardenti per la Sua gloria!

Dio ci benedica!

“La fede di Dio è sempre vincente!”

Culto di Domenica 05 Novembre 2017 – “La fede di Dio è sempre vincente!”

LA PAROLA

Ebrei 11:30-40
30 Per fede caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni.
31 Per fede Raab, la prostituta, non perì con gl’increduli, avendo accolto con benevolenza gli esploratori.
32 E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, 33 i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, 34 spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 35 Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. 36 Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. 37 Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – 38 di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
39 Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: 40 Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

La fede è un dono di Dio che un credente riceve nel momento stesso in cui accetta Gesù come personale Salvatore. Essa viene data secondo la misura stabilita da Dio in base al momento che si sta vivendo.
Dai versetti meditati oggi possiamo notare come molti uomini siano stati torturati, afflitti, maltrattati e vituperati, ma non abbiano mai perso la fede in Cristo che, anche in tali situazioni, si è dimostrata essere vincente. L’aver fede non ci porterà solo a raggiungere traguardi importanti e benedizioni “piacevoli”, ma anche ad affrontare tribolazioni e afflizioni in cui dovremo comunque gioire avendo posto la nostra fiducia su Gesù.

La Bibbia ancora oggi è il nostro manuale d’istruzioni e ci guiderà nel corretto utilizzo della fede.
Essa spesso viene meno di fronte alle avversità, ma dovrebbe essere proprio quello uno dei momenti principali in cui può essere esercitata in tutta la sua potenza; non sempre infatti la fede ci libererà dalla tempesta ma, per amore di Gesù, la affronteremo con gioia fino in fondo potendo, infine, alzare le mani in segno di vittoria!

Paolo (Atti 14:19-20) e Stefano (Atti 8:54-60) furono entrambi lapidati: nel primo caso la fede aiutò Paolo nel ritrovare le forze spirituali e fisiche per rialzarsi, nel secondo diede forza a Stefano per affrontare il martirio, perdonare i lapidanti e vedere Gesù nel cielo pronto ad accoglierlo; Dio aveva per loro due piani ben diversi e anche per noi Egli ha preparato un piano preciso che potremo comprendere solo mediante lo Spirito Santo.

La fede che Dio ci ha donato è VINCENTE in ogni prova e oggi siamo chiamati a scorgere questa vittoria anche nei momenti più bui della nostra vita, saremo sempre più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati (Romani 8:37) e il dolore, per quanto forte possa essere, non potrà mai superare la gioia della fede in Cristo, Colui che è un balsamo sempre efficace su ogni ferita.

Quanto è grande il valore che Dio dà ai Suoi figli, “il mondo di loro non è degno”! Saremo infatti sempre rifiutati, ma la fede ci porterà ad amare e perdonare anche chi ci farà del male.
Per fede riceviamo da Dio grandi doni e benedizioni, ma dobbiamo anche saper allontanare tutti quei sentimenti che non provengono da Dio come ansia, paura, rancore e rabbia, del resto Gesù è Colui che si presenta nel nostro cuore riempiendolo di una pace reale e vivente.
Molti sono i credenti che perdono la pace e la presenza del Signore per un’errata applicazione della propria fede, nonostante essa sia vincente in ogni situazione.

L’intero capitolo 11 degli Ebrei parla degli effetti scaturiti dall’applicazione della fede da parte di diversi uomini di Dio e non è di certo lasciato al caso il fatto che nella prima parte del capitolo si parli di conseguenze positive, di vittorie visibili e toccabili con mano, mentre nella seconda parte si racconti di uomini trattati in malo modo e che, per amore di Gesù, hanno deposto la loro stessa vita senza mai rinnegarLa. Quest’ultimi, rispetto ai primi, hanno dimostrato una fede più forte che ha tenuto duro fino alla fine anche quando la volontà di Dio era “dura da digerire” umanamente parlando.

Dio ci ha donato una fede così forte con l’intento di renderci felici sempre, il mondo è afflitto, ma ciò non deve avvenire nel popolo di Dio in cui dovrebbe regnare sempre la pace. Poniamo SEMPRE la nostra fede in Gesù e portiamo a Lui ogni nostro peso e di sicuro potremo alzarci in volo come le aquile (Isaia 40:31).
Non dimentichiamoci che la vera fede non è quella che attende i momenti migliori per dare gloria a Dio, ma è quella che ci fa dare nel continuo gloria a Dio, nel benessere e nella prova. Accettiamo la Sua volontà non con sentimento di rassegnazione ma lodandoLo e ringraziandoLo con la piena consapevolezza che Egli ha cura di noi.
Oggi prendiamo i nostri problemi e poniamoli davanti a Gesù, Satana farà di tutto per farci presentare davanti a Dio con una fede “piagnucolona e piangente”, ci accuserà di avere una fede piccola e debole, ma il nostro desiderio deve essere quello di restare fermi nella fede perché ciò che ci accade altro non è che la preparazione per raggiungere il cielo.
Dio è buono sempre, per cui non sentiamoci sconfitti ma vincenti! Seguiamo l’esempio perfetto di Cristo che, dall’inizio alla fine, è risultato vincitore per mezzo della fede nel Padre.

La fede è talmente potente che anche la natura gli è sottoposta, vedere Giosuè che con una preghiera fece fermare il sole per quasi un giorno intero (Giosuè 10:12-14), Ezechia che chiese che il sole potesse tornare indietro di “10 gradini” (2Re 20:8-11) ed Elia che fermò la pioggia per tre anni (1Re 17:1) per poi farla riprendere (1Re 18:41-26).

Forza fratelli, non sentiamoci vincitori “al pelo”, ma “più” che vincitori per la fede che Dio ha messo nei nostri cuori. Esercitiamola e vedremo la gloria di Dio!

Dio ci benedica!

“Perdono sì, ma con pentimento!”

Culto di Domenica 29 Ottobre 2017 – “Perdono sì, ma con pentimento!”

LA PAROLA

Matteo 21: 28-32
Parabola dei due figli
28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: “Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi”. 29 Ed egli rispose: “Vado, signore”; ma non vi andò. 30 Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: “Non ne ho voglia”; ma poi, pentitosi, vi andò. 31 Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «L’ultimo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. 32 Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

E’ sempre un buon momento per ravvederci davanti a Dio per i nostri peccati e poter così ricominciare a camminare insieme a Lui. Di per certo la richiesta di perdono è una cosa buona, ma deve essere accompagnata da un sentito pentimento, letteralmente “provare dolore o rimorso per il male fatto”.
Dio chiede alla sua Chiesa di presentarsi a Lui con un cuore realmente pentito per poter godere i benefici delle Sue benedizioni e il completo effetto del perdono; Egli riverserà su di noi tutto il Suo amore e la Sua grazia, del resto Dio non ha mai respinto chi si è presentato a Lui con un cuore ravveduto.

Il vero pentimento NON ha giustificazioni, non cerca di trovare scusanti ad un proprio comportamento sbagliato, anzi ci porta ad un vero e proprio cambiamento nei confronti di chi è stato oggetto del nostro errore. Giustificarsi è un po’ come accusare Dio rispetto a ciò che Egli ha permesso nella nostra vita, in realtà stiamo solo raggirando la necessità di pentirci realmente.
Voler ricevere il perdono di Dio senza ravvedersi è un po’ come lavarsene le mani (Matteo 27:24) e ogni giustificazione ci allontana sempre di più da Lui, al contrario, con il pentimento non possiamo che avvicinarci sempre di più.

Cosa vuol dire pentirsi? Non è solo l’atto di confessare il proprio peccato ma, soprattutto, la decisione di cambiare se stessi, facendo morire il proprio Io, per abbandonarlo definitivamente. (vedere Zaccheo e il suo immediato pentimento in Luca 19:8).
Senza un reale pentimento il rischio è quello di illudersi di aver ottenuto il perdono da parte di Dio. Tuttavia dobbiamo stare attenti, poiché è facile chiedere perdono, ma è molto più difficile pentirsi del peccato commesso.
Il pentimento ci porterà a godere di tutte le ricchezze di Dio, anzi, saremo di per certo più benedetti rispetto a prima, un po’ come il figlio prodigo che torna da suo padre dopo essersi ravveduto in Luca 15: 21-24.

E’ fondamentale saper riconoscere i nostri errori, superare il nostro orgoglio e dire “Ho sbagliato!”. È probabilmente più facile chiedere il solo perdono, ma non dimentichiamoci che lo sguardo del Signore è su quelli che hanno lo spirito contrito, addolorato, afflitto (Isaia 66: 2).
Sbagliamo in tante cose e dobbiamo saperci pentire in tante cose, Dio ci giustificherà SEMPRE, non ci punterà il dito contro, anzi, lavorerà alla nostra vita per trasformarci ancora.
Non sentiamo più la presenza di Dio? Forse l’orgoglio ha fermato il ravvedimento, che Dio possa aiutarci ad essere umili come fu umile Gesù che, nonostante fosse senza peccato, si battezzò indicandoci la via da seguire.

Quando c’è vero pentimento diventiamo come Abramo e la nostra intercessione viene ascoltata da Dio (Genesi 18: 22-33). Dobbiamo essere ancora oggi capaci di “arrossire” di fronte al peccato (Geremia 6:15) per poterci presentare a Dio con un cuore contrito.
Coraggio fratelli e sorelle, siamo salvati per grazia..il peccato di ieri è stato cancellato, ma ancora oggi abbiamo bisogno di essere lavati dal sangue di Gesù che ci giustifica completamente solo a seguito di un reale pentimento; Il Suo profondo amore, davanti al nostro reale dolore, interverrà di sicuro e ci saprà ancora una volta sollevare e trasformare rendendoci sempre più simili a Lui!

Dio ci benedica!