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“Le tue buone intenzioni si devono incontrare con Dio”

Culto di Domenica 05 Marzo 2017 – “Le tue buone intenzioni si devono incontrare con Dio”

LA PAROLA

Marco 6: 1-6
Gesù a Nazaret
1 Poi partì di là e andò nel suo paese e i suoi discepoli lo seguirono.
2 Venuto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga; molti, udendolo, si stupivano e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? Che sapienza è questa che gli è data? E che cosa sono queste opere potenti fatte per mano sua? 3 Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?» E si scandalizzavano a causa di lui.
4 Ma Gesù diceva loro: «Nessun profeta è disprezzato se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa sua». 5 E non vi poté fare alcuna opera potente, ad eccezione di pochi malati a cui impose le mani e li guarì. 6 E si meravigliava della loro incredulità.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Arrivato a Nazareth con le migliori intenzioni, Gesù desiderava ardentemente trovare negli uomini la fiducia necessaria per poter operare potentemente e far loro del bene compiendo prodigi e miracoli.
Purtroppo però trovò forti dubbi e, di fronte a tale incredulità, Gesù non poté operare come era nei Suoi piani. Dovette limitarsi ad imporre le mani e guarire pochi malati.
Gesù non ci vuole lasciare nella valle della prova, anzi, vuole liberarci dall’oppressione facendo crollare le fondamenta delle prigioni in cui siamo rinchiusi.
Non fermiamoci davanti ai nostri problemi e alle nostre afflizioni, piuttosto speriamo nell’opera potente di Dio.
Tutto ciò che dobbiamo fare è bussare ripetutamente con fede alla Sua porta e certamente Egli aprirà, elargendo benedizioni in abbondanza.
Proprio come Zaccheo, quando noi abbiamo fede, desideriamo vedere Gesù ed essere visti da Lui, solo così Egli potrà soccorrerci e manifestare le Sue opere (Luca, 19:1-9).
Gesù benedice le buone intenzioni e ci chiede di lottare per queste in preghiera.
Egli vuole meravigliarsi della nostra fede, esattamente come fece con il Centurione, di cui rimase stupefatto dicendo che non aveva mai incontrato in Israele un uomo con una fede così grande (Matteo, 8:5-13).
Davanti alle nostre buone intenzioni il nemico cercherà certamente di contrastarci ed attaccarci, ma abbiamo la chiave per poterlo respingere: combatterlo con la nostra fede!
Ricordiamoci che con la completa armatura della fede (Efesini, 6:10-17) potremo afferrare il desiderio per arrivare alla benedizione che ci è stata promessa.

Dio ci benedica!

“Ciò che sta accadendo non ti deve turbare!”

Culto di domenica 26 Febbraio 2017 – “Ciò che sta accadendo non ti deve turbare!”

LA PAROLA

Giovanni 14: 1-14
Gesù consola gli apostoli: egli ritornerà da loro
1 «Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!
2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; 4 e del luogo dove io vado, sapete anche la via».
5 Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?» 6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se mi aveste conosciuto avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete visto».
8 Filippo gli disse: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gesù gli disse: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: “Mostraci il Padre”? 10 Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse.
12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre; 13 e quello che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

IL CULTO

IL MESSAGGIO

Leggendo la Bibbia, sono molte le volte in cui Gesù ci ripete di non affannarci o preoccuparci, perché Egli elargirà giorno dopo giorno le Sue benedizioni.
L’unica cosa che Egli ci chiede è di avere fede in Lui, scacciando dal nostro cuore ogni turbamento e confessandoGli ogni nostro pensiero con sincerità e senza vergogna.
La forza del credente infatti è raccontare ogni cosa a Gesù, anche la più peccaminosa, che non ci permette di vivere sereni e, al contrario, ci rende agitati.
Gesù rassicura i discepoli invitandoli a non preoccuparsi, li consola parlando del futuro glorioso che ha preparato per ciascuno di loro e per ciascuno di noi.
Lui conosce il meglio per le nostre vite e vuole spingerci ad avere fiducia nelle Sue promesse, affinché ci venga spalancata la porta della vita eterna.
Se viviamo l’amore di Cristo allora potremo rincuorarci dello stato in cui siamo, glorificando Dio, nonostante i problemi o le avversità. Dobbiamo riprendere con tutte le nostre forze la speranza che sembra averci abbandonato. Gesù vince per noi le nostre paure e le nostre battaglie. Non ci lascia mai soli, ma al contrario rimane al nostro fianco in ogni istante.
Lasciamo quindi le nostre agitazioni a Gesù e conserviamo gelosamente la speranza di vedere presto il Suo ritorno e salire in cielo, nel meraviglioso regno che ha preparato per noi.
Se vogliamo essere felici ogni giorno dobbiamo imparare a confidare in Gesù quotidianamente, raccontando a lui le nostre preoccupazioni sinceramente e spogliandoci delle nostre paure.
Dobbiamo umiliarci davanti a Gesù per essere benedetti, perché la verità rende liberi e Gesù è venuto per liberare! L’unica cosa che dobbiamo fare è confidare nella Sua parola e ricordarci che Gesù non cambia i rami, ma la radice dell’albero e lo fa per togliere inquietudine e mettere vita, in abbondanza!

Dio ci benedica!

“Sali sull’altosolaio e rimanici”

Culto di domenica 15 Gennaio 2017 – “Sali sull’altosolaio e rimanici”

LA PAROLA

Luca 24: 44-53
La missione affidata ai discepoli
44 Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente per capire le Scritture e disse loro: 46 «Così è scritto, che il Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, 47 e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Voi siete testimoni di queste cose. 49 Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa città, finché siate rivestiti di potenza dall’alto».
L’ascensione di Gesù
50 Poi li condusse fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo. 52 Ed essi, adoratolo, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53 e stavano sempre nel tempio, benedicendo Dio.


IL CULTO


IL MESSAGGIO

Nella vita di ogni cristiano il ruolo della preghiera è fondamentale, così come è indispensabile poter avere un rapporto di dialogo personale con Dio.
Quotidianamente il Signore ci chiede di rimanere in una sincera comunione con Lui e di metterlo al primo posto nella nostra vita.
Diventa quindi necessario salire sull’ “alto solaio” e, perseverando nella preghiera, attendere l’adempimento delle promesse di Dio, finché Egli non ci avrà completamente rivestiti con la Sua potenza.
Talvolta l’attesa dura più di quel che ci potessimo aspettare e, malgrado non ci sia dato conoscere né i tempi né le modalità in cui Egli interverrà, dobbiamo continuare a confidare nel Suo intervento.
Spesso è proprio nei momenti di “silenzio” che Dio sta operando, trasformando il nostro cuore.
Occorre servire il Signore con zelo, non solo accostandoci a Lui in preghiera, ma partecipando attivamente all’interno della propria comunità. E’ anche in questo caso che l’unzione dello Spirito Santo riveste un ruolo fondamentale.
La Bibbia ci ricorda infatti che anche i ruoli più umili per poter essere svolti nel modo migliore richiedono la pienezza spirituale (Atti, 6:1-6).

Oggi più che mai siamo chiamati a ricercare il volto di Dio ed a vivere consacrandoci a Cristo, affinché Egli purifichi il nostro cuore e ci doni il giusto discernimento per proclamare il Vangelo anche a chi ancora non lo conosce, adempiendo la missione affidataci.
E’ tempo di consacrare il nostro cuore a Gesù e di santificarci, ricercando i doni dello Spirito.
Egli desidera poterci accompagnare ogni giorno con il Suo grande amore e ricevere la nostra fiducia, poiché è l’unico che ci possa salvare e riscattare da ogni peccato.

Chiediamo sinceramente al Signore di poterci umilmente accostare al Suo trono, affinché Egli possa rinnovare il nostro cuore e renderci consapevoli che la preghiera non è un dovere, bensì un bisogno.
Preghiamo affinché Egli continui a mantenere sveglia la Sua chiesa, rivestendoLa con lo Spirito Santo.

Dio ci benedica!

Così io mando voi

“Ne costituì dodici per tenerli con se e per mandarli a predicare…”(Marco 3:14).

“Come il padre mi ha mandato,così mando voi”(Giovanni 20:21)

Dodici uomini,dodici vite, dodici storie. Di questi dodici uomini non sappiamo altro se non quello che ci viene descritto nel vangelo e negli altri libri del nuovo testamento, di alcuni di loro viene menzionato solo in modo frammentario quello che hanno fatto dopo la morte e la resurrezione di Gesù. Di altri la parola spiega in modo approfondito e dettagliato il loro operare e fare durante la maggior parte della loro vita ma , una cosa li accomuna e li unisce in modo indissolubile per l’eternità: GESU’ LI HA CHIAMATI A SE.

La chiamata di Gesù fu,per questi uomini, la cosa più importante ma Gesù non limita il suo fare alla chiamata. Nel verso sopracitato è scritto: “..Ne costituì..”. In questa parola c’è la costruzione che Dio incomincia nel giorno della salvezza e che porta avanti quotidianamente in ognuno di noi attraverso l’unzione e la potenza dello spirito santo.

Andando sulla croce, Gesù, ha costituito l’unione tra uomo e cielo. Sulla croce Gesù costituisce l’unico modo attraverso cui l’uomo può porre rimedio alla sua situazione di peccato e lontananza da Dio.

L’ultima parola di Gesù sulla croce fu: “TUTTO E’ COMPIUTO”.

In quel tutto è compiuto Gesù costituisce la maestosità del piano e dell’opera di redenzione preparato da Dio per ogni persona.

Il versetto a seguire è la naturale conseguenza di una vita costituita dalla nuova nascita: vv 15 “…e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni…”.

La predicazione e divulgazione dell’evangelo non è un atto dovuto a un’azione forzata ma è un atto naturale di coloro che sono nati di nuovo. Il credente non solo legge,applica e vive la parola ma è parte integrante e vivente della parola. Dio ci ha dato la possibilità di essere dei “testimonial” viventi di ciò che è l’evangelo. Spesso ci si chiede cosa fare per predicare e testimoniare l’evangelo. La risposta è semplice, dobbiamo essere noi stessi in Cristo. Nel giorno della pentecoste, Pietro espose in modo unico l’evangelo di fronte a una moltitudine, e circa 5000 uomini credettero alla parola. Pietro non cercò di essere qualcun altro, rimase lo stesso Pietro costituito da Gesù, con una sola e potente differenza: aveva vissuto la pentecoste con il battesimo di potenza e fuoco promesso da Gesù.

Dio, un giorno, ci ha costituiti per essere messaggeri dell’evangelo e ci ha dato potenza per adempiere questo mandato.

(Fratello Ciro Vorraro)

Gesù, la luce del mondo

Luce: forza illuminante propria di ciò che libera la mente e lo spirito dell’uomo dall’ignoranza, dall’errore, dal peccato, dalla disperazione, la luce della verità.

“E Dio disse: Sia la luce e la luce fu. E Dio separò la luce dalle tenebre.” (Genesi 1:3)

“La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo. Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto.”

(Vangelo di Giovanni 1:9)

“Dio separò la luce dalle tenebre”…prima di tutto possiamo notare che non può esserci comunione tra luce e tenebre. La genesi ci dice che la terra era informe e vuota e le tenebre coprivano la faccia dell’abisso.

Così è la vita dell’uomo senza Gesù: informe, vuota e tenebrosa.

Molte volte l’uomo non si rende conto di vivere nelle tenebre, pensa di essere nella luce ma in realtà non è così.

Forse sei convinto che la tua vita sia nella luce, ragionando in cuor tuo dici: in fondo io sto bene, ho una moglie che mi ama, un buon lavoro, un buon appartamento e non ho mai fatto del male a nessuno, sono a posto.

Ne sei davvero sicuro?

Relativamente ai beni materiali la bibbia cita: <<Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?>> (Vangelo di Marco 8:36)

Per quanto riguarda il pensare di non aver fatto del male a nessuno, forse ne siamo convinti per esserci confrontati con altri ed aver visto la malvagità del mondo, così ci sentiamo giusti. La bibbia a riguardo dice: <<Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.>> (Romani 3:23)

Egli era nel mondo ma il mondo non l’ha conosciuto. Amici, amiche, fratelli e sorelle, lasciamo entrare la luce (Gesù) nella nostra vita, senza porGli nessun limite. Egli spazzerà via ogni tenebra, passata, presente e futura.

Dio ci benedica.

(Fratello Salvatore Verdoliva)

Vanità dietro al vento

Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte, e le fatiche che avevo sostenute per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto al sole.” (Ecclesiaste 2:11)

L’essere umano, per quanto possa arricchirsi e possedere, non sarà mai in grado, da solo, di colmare il vuoto che ha dentro di se. L’autore del versetto allude proprio all’incapacità umana di sfamare la propria anima.
Approfondendo il libro dell’ecclesiaste, possiamo notare quante ricchezze aveva accumulato nel tempo diventando un ricco. Era un uomo estremamente saggio, può sembrare, all’apparenza, che possedesse ogni cosa, ma lui stesso afferma che tutto era vanità.
Arricchirsi, possedere, divertirsi, ma a quale scopo? Alla nostra morte lasceremo ogni cosa su questa terra, e sarà sperperata da qualcun altro. Che profitto se ne ha? Un correre dietro al vento, tutto passa. In questi tempi si corre dietro alla moda, all’apparire, al successo, al possedere, cosa sfama davvero la nostra anima? Cosa non è vanità? Correre dietro al vento può sembrare una cosa innocua, ma per ogni azione c’è una reazione:
1) Il vento è instabile, non ha una meta e non soffia mai nello stesso punto. Seguendolo si rischia di intraprendere una via di cui non si conosce la destinazione. Sarà sicuramente una via fatta di successo, di piacere, ma conduce alla morte certa dell’anima, non se ne trae alcun profitto!
2) Il vento è causa di tempesta, rincorrendo il vento ci si trova nella tempesta e, senza la giusta protezione, si perde la vita. I soldi finiscono, può essere per un investimento sbagliato, per la perdita del lavoro, per una crisi economica, ed ecco che ci si ritrova da soli. Le persone, un tempo vicine, si dileguano e, senza una sicurezza, subentra la depressione, che può portare a gesti disperati.
3) Il vento è causa di confusione dopo la tempesta, attorno a noi non rimane che confusione, non riconosciamo più la verità. Cosa sfama davvero le nostre anime? Cosa rende davvero felice l’essere umano?
La risposta c’è: il suo nome è Gesù, Egli stesso afferma: <<Io sono la via, la verità e la vita>>.
Arrendendosi a colui che calma la tempesta, possiamo avere la vita in abbondanza, seguendolo non saremo più confusi, Egli è la verità e la luce del mondo. Un passo nella parola di Dio dice: <<Voi avete conosciuto la verità (Gesù) e la verità vi ha reso liberi>>. Se non si percorre questa via, automaticamente si corre dietro al vento, solo Gesù può liberare da questa vanità, che rende l’uomo schiavo e succube di cose effimere, che non sfamano l’anima, che confondono e distolgono lo sguardo da ciò che è realmente importante. Spesso ci si affatica inutilmente, ma Gesù promette, a tutti coloro che sono stanchi di correre dietro al vento di questo mondo: <<Venite a me  voi tutti che siete aggravati ed affaticati e io vi darò riposo. (Marco 11:28)>>. Egli dona la pace e la serenità gratuitamente e con lui ogni cosa avrà un senso. È giusto faticare e guadagnare, abbiamo bisogno di guadagnare per vivere. Paolo dice <<Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita ma io non mi lascerò dominare da nulla. (I Corinzi 6:12)>>. Con Gesù non saremo più schiavi di tutte queste cose utili e lecite, ma che cibano solo i nostri corpi. Il corpo è mortale, ma l’anima è eterna, poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

(Fratello Salvatore Buscema)