Il mio nome è Corrado, vorrei raccontare la grande misericordia di Dio nei miei confronti. Ho conosciuto il Signore Gesù nel 1992, per me era un periodo di benessere, stavo bene sia fisicamente, sia mentalmente, o così almeno credevo. Nella mia famiglia c’era mia sorella che, insieme a suo marito, avevano accettato il Signore come personale salvatore; essendo entrambi sposati, ci vedevamo in svariate circostanze, ed è proprio in quelle circostanze che, con molta costanza, sia mia sorella ma soprattutto mio cognato, continuavano a “martellarmi” con questo Gesù che salva, libera dal peccato (io ridevo moltissimo quando sentivo questa parola) e guarisce. A quei tempi mi professavo ateo, il mio dio ero io, tutto ciò che avevo (anche se non era molto) me lo ero guadagnato con le mie fatiche, quindi cercavo in tutti i modi di contrastare ciò che mi veniva detto in merito all’opera di salvezza che Gesù aveva compiuto anche per me sulla croce del calvario. Saltuariamente, nel locale di culto frequentato da mia sorella, facevano delle riunioni evangelistiche alle quali venivamo puntualmente invitati. A mia moglie (che aveva l’animo più “propenso” a queste cose) piaceva molto sentire i canti cristiani della corale, quindi con la “scusa” di accompagnare lei, andavo anche io presso il locale di culto dove si svolgeva l’evangelizzazione. Tutto “filava liscio” fino a quando arrivava il momento dell’esposizione della Parola di Dio, sentivo dentro me qualcosa che mi appesantiva (allora non capivo, ora so che era il peso del peccato presente in me) ma il mio orgoglio mi diceva “tu non hai bisogno di queste cose” e, come ero entrato, così pensavo di uscire da quel posto. Tutto questo è andato avanti per circa quattro anni, finché una sera (all’ennesimo invito) ci recammo alla “solita” evangelizzazione per ascoltare la “solita” corale e la “solita” lettura della Parola di Dio, ma quella sera mi sentivo diverso, c’era qualcuno che non voleva assolutamente che mi recassi lì e questi era il nemico delle anime nostre. Quella sera il Signore aveva preparato per me qualcosa di meraviglioso ma io ancora non lo sapevo! Egli aveva posto davanti a me un bivio, dovevo decidere che strada prendere: quella che porta a Lui, quindi alla vita eterna, o quella che porta alla perdizione eterna. Ciò avvenne alla fine della predica (il messaggio della Parola di Dio era stato su Esaù che cedette il suo diritto di primogenitura al fratello in cambio di un piatto di lenticchie), il predicatore disse questa frase “…e tu che dici di avere tutto, ricordati che senza Gesù nella tua vita non hai altro che un piatto di lenticchie…”. Dentro di me formulai questo pensiero: “Ma come fa questo, che nemmeno mi conosce, a sapere tutto questo su me?”. Durante l’esposizione della parola di Dio sembrava che, nonostante le circa 300 persone presenti in quella sala, parlasse direttamente e solo a me! In quel momento realizzai che Dio, nel quale non credevo, era vivente e si stava usando di quel predicatore per parlare al mio cuore. Alla fine della predicazione il pastore della chiesa disse “…ma quale altro martello pneumatico ci vuole per rompere quel cuore di granito presente in te?”. Ci fu un appello finale: chi voleva che Gesù diventasse il Signore della propria vita doveva rispondere positivamente…ricordo che chiesi al Signore di abbassare il mio orgoglio, le gambe mi tremavano, ma andai avanti rispondendo all’appello. In quel momento il Signore mi ha salvato, ha cancellato i miei peccati e mi ha dato una vita nuova in Cristo Gesù! Molto tempo è passato da allora, ho vissuto momenti bellissimi e momenti bui, ma posso dire con assoluta certezza che il Signore non mi ha mai abbandonato. Prima ero un peccatore perduto, oggi sono un peccatore salvato per grazia.
Dio ci benedica insieme.