Culto di Domenica 13 Maggio 2018 – “Non piangere più di disperazione!”
LA PAROLA
Luca 7: 11-17
Gesù risuscita il figlio della vedova di Nain
11 Poco dopo egli si avviò verso una città chiamata Nain, e i suoi discepoli e una gran folla andavano con lui. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei e le disse: «Non piangere!» 14 E, avvicinatosi, toccò la bara; i portatori si fermarono, ed egli disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!» 15 Il morto si alzò e si mise seduto, e cominciò a parlare. E Gesù lo restituì a sua madre. 16 Tutti furono presi da timore, e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra di noi»; e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17 E questo dire intorno a Gesù si divulgò per tutta la Giudea e per tutto il paese intorno.
IL CULTO
IL MESSAGGIO
Leggendo la Bibbia, ma anche esaminando momenti di vita cristiana, spesso ci fermiamo a contemplare l’operato di Gesù. A volte restiamo meravigliati e sbigottiti, altre volte invece siamo sorpresi per il modo “strano” in cui Egli ha deciso di operare. In quest’ultimo caso, nella “stranezza” in cui opera, Gesù vuole comunicarci un messaggio che noi siamo chiamati a comprendere.
Soffermandoci a riflettere sulla lettura odierna possiamo facilmente immaginare che intorno a questa vedova, che aveva appena perso un figlio, ci fossero altre persone che cercavano di incoraggiarla e darle sostegno.
Ma Gesù, quando le si presenta davanti, con un ordine ben preciso le toglie un diritto … quello di piangere!
Perché? Non era forse lecito piangere davanti a un evento così drammatico per una madre?
Oggi Dio ci insegna che ci sono dei pianti che Egli non fermerebbe mai come quelli di gioia e commozione ma altri pianti che non devono più far parte di un figlio di Dio … quelli di disperazione!
Il pianto di disperazione è diverso da un pianto di dolore, in esso non si intravede più la speranza, tutto è scuro e le vie d’uscita sono ostruite; non ci porta ai piedi della croce ma anzi ci allontana da Dio.
Anche nei momenti più difficili dobbiamo mantenere la fiducia in Dio perché Egli spezza ciò che ci opprime (Isaia 9:3), il suo giogo è dolce (Matteo 11:30)! Satana cercherà in tutti i modi di opprimerci con un giogo pesante ma ricordiamoci e ricordiamogli che per noi non esiste più il bastone che ci percuote ma il piuttosto il bastone di Gesù che ci rialza quando cadiamo o quando siamo nella tempesta e la Sua verga che ci disciplina nel continuo (Salmi 23-4).
Forse siamo in attesa da tempo di una liberazione da qualche vizio che ci opprime, di una guarigione, di una benedizione particolare e piangiamo … ma attenzione a non piangere di disperazione altrimenti saremo facili prede del dubbio e guardando gli altri crederemo che stiano meglio di noi (Salmi 73).
Se non riusciremo più a scorgere la speranza non riusciremo più a vedere nemmeno Dio, ricordiamoci che anche quando sbagliamo Egli non ci abbandonerà mai, al massimo ci disciplinerà e dovremo essere pronti ad accettarlo (Giobbe 42:5).
Coraggio quindi, noi non siamo come quelli che non hanno speranza (1Tessalonicesi 4: 13-18), confidiamo sempre nel Signore, Egli è con noi e ogni cosa è sotto il Suo controllo.
Dio ci benedica!
Altri versetti da leggere:
Giovanni 20:11-18
Neemia 8:10